Redazione | Da oltre cinque lustri rappresenta una delle eccellenze associazionistiche isolane. Il coro polifonico di San Leonardo, spegne quest’anno le venticinque candeline e lo fa con un concerto stasera alle 21.00 presso l’abbazia di San Michele Arcangelo. Saranno eseguiti i brani più significativi del repertorio – dalle musiche sacre alle antiche villanelle napoletane ( tra cui “A Prucetana” ), con l’intervento degli otre cento coristi che si sono avvicendati in questi primi 25 anni di attività.
L’impegno nello studio della prassi esecutiva, della tecnica vocale e dell’interpretazione corale, sotto la guida del maestro Aldo De Vero , ha permesso il raggiungimento di ottimi standard esecutivi riconosciuti in importanti rassegne e concorsi di polifonia sia dal pubblico che dalle giurie che hanno assegnato, nelle numerose partecipazioni, sempre riconoscimenti importanti.
L’omaggio ai procidani e ai tanti appassionati di musica e di canto giunge pochi giorni dopo la messa di ringraziamento in suffragio al parroco fondatore del coro, Don Vincenzo Di Liello, scomparso anni fa. Nell’occasione è stata allestita anche una mostra in sagrestia con articoli di giornale, foto e documenti che ricordano i primi anni dell’associazione e il compianto sacerdote.
Per l’importante e significativa ricorrenza dei 25 anni di attività è stato anche preparato una piccola raccolta di spartiti e manoscritti musicali che raccontano la storia dell’isola di arturo nel palcoscenico della musica italiana. “De Musica” è composto da tarantelle, valzer, polke, opere liriche e ballate. Tutti risalenti all’epoca del Grand Tour in pieno ‘800. Gli autori alcuni anche europei erano attratti dalla cultura italiana e dal fascino della bellezze paesaggistiche.
Tra questi spiccano “La Procidana”, opera lirica scritta dal maestro Giuseppe Palomba e ispirata a Graziella, che fu rappresentata per la prima volta al teatro dei Fiorentini del capoluogo partenopeo nel 1809.
La ricerca di questi documenti unici nel loro genere e mai ha portato i curatori dell’opera nelle fondazioni d’arte, nelle antiche librerie, nei conservatori e nelle biblioteche più importanti d’Italia: Da Firenze a Milano, da Venezia a Napoli. Non sono mancati anche mete europee. Da Parigi a Vienna,da Amburgo a Madrid. “Un viaggio di ricerca dettagliato che – come racconta la prof. Tilde Sarnico – è solo all’inizio, perché ora puntiamo alla catalogazione e alla tutela di un patrimonio, ancora tutto da scoprire, che ci appartiene. Anche nella nostra isola, in particolare nelle chiese, a cominciare proprio dalla parrocchia di San Leonardo, c’è un patrimonio musicale immenso, costituito da spartiti manoscritti antichi, da recuperare e valorizzare. Lanceremo una sottoscrizione per trovare i fondi adeguati “.
Questo accurato e ricco lavoro di ricerca ha permesso anche di scoprire un fatto mai conosciuto prima nella storia della musica. Come aggiunge Antonella Monaco, curatrice insieme alla prof. ssa Tilde Sarnico del volume di ricerca, : “Quando, infatti, nel 1500, con il cattolicesimo scosso dalla riforma luterana, Papa Leone X emana un provvedimento finalizzato alla moralizzazione del clero che vieta l’ascolto della musica alle mense dei prelati, è proprio da Procida che parte la battaglia in difesa della musica. L’artefice è Raffaele Brandolini, un colto sacerdote fiorentino che soggiornava nell’isola per ritemprarsi da una malattia. In un manoscritto titolato “De Musica et poetica”, ora conservato nella Biblioteca Casanatense di Roma, inviato a Corradolo Stanga, protonotario apostolico, esalta la musica come la prima delle arti liberali e traccia, a grandi linee, il ruolo che essa ha avuto nella storia dell’umanità”.