Redazione | Non che i toni degli scorsi giorni ci avessero trasmesso chissà quale novità, sia chiaro; tuttavia la sensazione che ha colpito tutti gli addetti ai lavori, dopo il botta e risposta a distanza in consiglio comunale prima e dopo sulla carta stampata, tra il Sindaco Vincenzo Capezzuto e il Presidente del Consiglio Comunale Luigi Muro, non sembra essersi esaurito. In effetti sta continuando tra le case della gente con una simbolica guerra delle schede elettorali. E’ indubbio che la prossima prova elettorale, monca del consenso per le elezioni del parlamentino provinciale, possa essere letta anche come una prova generale per le prossime elezioni comunali che si terranno tra un anno. E se questo è vero, la preoccupazione è forte sul versante del centro destro isolano che dopo due decenni di indiscussa leadership, avverte un certo scricchiolio al suo interno. Non in termini di consenso generale, tanta è la frammentazione e l’approssimazione delle altre forze politiche in campo, ma quanto all’aggregazione, a volte disgregazione, della coalizione vincente di cinque anni fa. C’era una speranza. C’era nella mente di, chi quattro anni fa – tracciando le linee guida di un possibile coinvolgimento in lista di più anime politiche – era stato antesignano di un nuovo progetto politico. Nella continuità partitica di appartenenza ad un centro destra ideale, Procida Prima, nacque anche come segno di discontinuità col passato. A pochi anni di distanza sarebbe facile oggi dire: l’avevamo detto.
Un’inutile consolazione per una fragile e immatura coalizione che segna in ogni dove e in ogni ma le proprie distanze. Procida prima appare oggi un accampamento con tante tende spesso piene di soldati di ventura. Unire certe esperienze politiche doveva essere contingente ad un’idea di interesse generale, che costringesse tutti ( eletti e non eletti ) a misurarsi col paese. Invece lo sgomitare di qualcuno – oggi – si avverte prepotentemente. Lo si avverte banalmente nelle case dei procidani, sulle tavole e sulle scrivanie sommerse dalle schede elettorali completamente opposte per colori e orientamento politico. L’Europa vista come voto non tanto sulle idee e sui progetti – pur nobili di tanti candidati – ma come conta personale di pacchetti di voti per farli pesare poi nei mesi a venire. Qualcuno obietterà che è sempre stato così. Ed in parte è vero, ma una spaccatura così evidente e netta all’interno della maggioranza, anche se solo di facciata, non si era mai vista. Un voto euro scettico oppure un decisa risposta astensionistica significherebbe rivedere scelte ed alleanze. Tutto ciò nonostante le promesse e le rassicurazioni di “nuovi inizi” e le “ripartenze”, il dibattito politico all’interno della maggioranza è fermo. Ci sono da riempire dei vuoti. In primis, superare i personalismi: discutere, ma poi riconoscersi nell’amalgama elettiva. Secondo, stabilire un’agenda politica per l’ultimo anno in corso e darsi delle priorità. Amministrare un paese non è solo la buca o la lampadina fulminata. Era ed è,forse, essere presenti politicamente sui tavoli che contano. Ed è allora che la politica deve farsi interprete delle istanze degli isolani. Nelle sedi opportune e sul territorio. Capace di porsi interrogativi decisivi da cui dedurre un rinnovato slancio sotto i colpi tremendi di una crisi isolana non più solo finanziaria ed economica. Per il momento prevalgono le ciance. Si tira la corda. Ci si avvita sui soliti discorsi astratti che allontanano, disgustandoli, i cittadini dalla politica. In soccorso dei politicanti disorientati, e incapaci di scelte concrete, oggi come ieri e come sempre, giungono le vacanze. La bottega chiude per ferie. (cit.)
Tale padre tale figlio. Ricordate Ninuccio? Dopo aver fatto il Sindaco scomparve. Credo che il figlio farà la stessa fine. All’Unicredit di Napoli già c’è uno sportello che lo aspetta.