Sebastiano Cultrera | L’elezione del 25 maggio ha visto, a Procida, degli esiti contrastanti. Ogni volta le europee, che cadono un anno prima, circa, delle elezioni comunali, prefigurano una sorta di griglia di partenza del Gran Premio locale. Anche stavolta queste elezioni sono state quindi interpretate dai protagonisti come una sorta di show down dove mostrare le carte in tavola. I numeri sortiti sono chiari. Tuttavia sono accaduti due fatti nazionali e un fatto locale che vengono prima dei dati e che li hanno condizionato.
Parto dal dato locale. Luigi Muro si è voluto spendere in prima persona in queste elezioni e ha fatto crescere un piccolo partito (che rappresenta una destra tradizionale che a Procida non vale più di un paio di centinaia di voti) fino a portarlo oltre il 20 %, con ciò mettendo una seria ipoteca di leadership ad ogni opzione di ricostruzione del centrodestra procidano. L’effetto collaterale, tuttavia, sarà quella di liberarsi necessariamente dalla costruzione di Procida Prima, che è andata clamorosamente in pezzi. Il dato “anomalo” di Fratelli d’Italia ha contenuto il dato numerico degli altri partiti (tranne il Ncd, del V.Sindaco Elio de Candia, che è cresciuta oltre la percentuale nazionale e oltre quella regionale).
I due dati nazionali sono l’effetto Renzi e l’astensionismo.
So benissimo che dare un significato politico o, peggio, una colorazione politica, all’astensionismo è una sciocchezza. Tuttavia possiamo essere pressoché certi che alle prossime amministrative vedremo partecipare, ad occhio e croce, almeno 1500 elettori in più, che potrebbero correggere anche sensibilmente questi dati. Visto che la competizione “serrata” ha mobilitato il grosso degli elettori “militarizzati” la ricetta per coinvolgere gli astenuti attiene alla qualità, credibilità, affidabilità ed efficacia della proposta politica.
L’unica vera proposta credibile di queste europee è stata quella di Renzi. Come sempre ritengo che gli elettori siano migliori dei commentatori, dei giornalisti, degli ospiti dei talk show, e finalmente, anche dei sondaggisti. Matteo Renzi ha vinto e convinto. Ha vinto malgrado parte del suo partito (a partire da qualche pessimista locale) si fosse posizionato sulla sponda del fiume. Il cadavere di Renzi non è passato, anzi è emerso dal fiume come un guerriero con spada ed armatura. Tutto il sistema politico deve tenere conto di questo dato. Anche ai livelli locali. La onesta presa di coscienza del “civatiano” circolo PD isolano fa loro onore. Credo, tuttavia, che Dino Ambrosino abbia fatto, dal suo punto di vista, un errore politico chiedendo le dimissioni del Sindaco: ciò ha comportato un immediato compattamento della maggioranza incerottata. Solito vizietto della demonizzazione degli avversari a costo di compattarli e, magari, poi, perdere?
Allora, chi ha perso? Hanno avuto una flessione i 5 stelle, anche sotto il dato nazionale e regionale, malgrado l’impegno e la passione di tanti sinceri militanti, ma hanno confermato una presenza e un patrimonio comune che dovrebbe, però, essere investito su temi costruttivi.
Neanche il Sindaco ha perso queste elezioni. Ha posizionato la “sua” Forza Italia tra il dato nazionale e quello, maggiore, regionale. Ha raggiunto l’obiettivo di creare un suo gruppo fidelizzato, ed ha verificato il suo elettorato. Non ha vinto, però, il “duello” con Muro (non l’ha reso politicamente “inoffensivo”). Il dato, comunque, è che, all’interno dell’universo del centrodestra Vincenzo Capezzuto rimane un tassello indispensabile.
Questa è la mia analisi. La prospettiva?
Confesso che, dal mio punto di vista, la prospettiva è desolante. Ci si avvia, a grandi passi, ad un bipolarismo delle contrapposte conservazioni: quella degli USATI SICURI.
Luigi Muro, con la partecipazione (c’è da scommetterci!) del Sindaco e dell’attuale amministrazione (fino a prova contraria), si avvia a costruire una operazione “nostalgia” mettendo sul piatto la propria capacità, affidabilità e forza personale. Imbarcando ogni genere di portatori d’acqua e, quindi, evitando accuratamente portatori di idee.
Dino Ambrosino e il suo circolo, dopo aver fallito il dialogo con i 5 stelle locali, cercheranno di compattare ciò che resta di Insieme per Procida, ringalluzziti dal risultato delle europee. Naturalmente non si sforzeranno di interpretare realmente quel risultato, ma, temo, indugeranno in facezie e urla alla luna, oppure a definire una rappresentanza in lista per la sinistra “dura e pura” di Tsipras, che rappresenta sempre una suggestione politicamente “sexy” per la sinistra democratica locale. Si attarderanno, quindi, anche con loro, su temi conservatori e non coincidenti con la realtà locale.
Purtroppo l’area politica riformatrice del governo Renzi non sembra trovare attualmente, corrispondenze strutturate ed efficaci, al di là di personalità autorevoli ma isolate, o la presenza, significativa ma non autosufficiente, del Nuovo Centrodestra.
La sfida, quindi, non è affascinante. Voglio, però, fare un appello a tutti coloro che hanno ancora voglia, idee, speranze di cambiamento, a mettere in comune alcuni ragionamenti per costruire una piattaforma chiara e precisa con la quale COSTRINGERE il sistema politico a confrontarsi: proviamoci!
Non ho voglia di candidarmi a nessun ruolo e neanche a fare di nuovo una esperienza amministrativa (che ho smesso di fare, per le varie vicende della vita, da quando avevo appena trent’anni). Credo che, però, sia eticamente giusto occuparsi, con partecipazione e spirito di servizio, della cosa pubblica nel luogo dove si vive e dove vivono i propri figli. Invito, quindi, tutti i procidani che hanno qualcosa da dire, e che credono nel futuro dell’isola, a mettere in comune le intelligenze per costruire un Cantiere delle Idee, anche (ma non solo) per persuadere coloro che credono solo nella forza dei voti (comunque raccattati), che non si può andare avanti così. Procida merita di più.
cantiere delle idee…
costruzione di una piattaforma…
roba da non crederci… mi vien da ridere..