Redazione | «Sto stuprando una donna, e dopo la uccido». La telefonata arriva ai carabinieri tra le 16.20 e le 17 di venerdì. Il 112 allerta gli uomini della locale stazione che – sotto il vigile ed attento comando del Maresciallo Albero e del Cap. Melissa Sipala – in men che non si dica, individuano il soggetto. L’uomo apparentemente sano di mente e senza presentare segni di assunzione di sostanze stupefacenti vistosi scoprire confessa che si trattava “solo” di uno scherzo di pessimo gusto. Che era solo una goliardata. Negli uffici della stazione di Procida solo il serata emerge la verità.
E allora il nastro si riavvolge e va ai momenti concitati che hanno preceduto l’individuazione del reo confesso. La telefonata che arriva al 112 è nitida, ludica e circostanziata. Dall’altra parte della cornetta c’era l’uomo che con voce ferma racconta quanto sta accadendo. La violenza su una donna. “Sto stuprando una donna e dopo quasi quasi l’ammazzo”. Il racconto al carabiniere al telefono appare molto verosimile. In sottofondo non si percepisce nessun rumore, come se la testimonianza stesse arrivando proprio da una stanza silenziosa. La trama di un film perfetto che porta l’uomo a beccarsi una denunci per procurato allarme a norma dell’art 658 del codice penale.
Le indagini dei carabinieri sono poi proseguite per tutto il giorno: a parte il gesto che gli inquirenti definiscono «sconsiderato» , i militari hanno accertato se l’episodio potesse collegarsi ai tanti altri “scherzi” telefonici che quotidianamente arrivano in caserma o alle centrali operative dell’arma, al 112. (ildispari)