Redazione | Tutto ha inizio più o meno un anno fa quando alla bravissima pittrice Antonietta Righi, artista isolana unanimemente riconosciuta anche oltre i confini italiani, viene commissionata – dal parroco della chiesa di Sant’Antuono in Procida, una raffigurazione – olio su tela – di Sant’Antonio Abate. Don Juan pensa così di impreziosire la chiesa del 1606 tanto da suggerire all’artista anche le misure esatte della tela. La chiesa ad una sola navata – infatti – pur annoverando tante opere – tra cui una statua dell’abate – mancava di un dipinto che raffigurasse le gesta del Santo protettore degli animali. La signora Righi lavora alacremente, tra telai e esalazioni dei colori ad olio e lo termina alla vigilia della pentecoste. L’opera di dimensioni notevoli viene collocata tra i marmi policromi sopra l’altare maggiore e posto all’adorazione dei fedeli. Il tavola è una copia quasi fedele di quella del “Moretto” che si trova nel santuario di santa Maria delle neve nel bresciano. Raffigura Sant’Antonio Abate seduto su un alto trono in pietra. La sua figura indossa una veste arancione chiaro, sopra il quale è posto uno scapolare rosso dal quale si diparte un lungo piviale dorato bordato da una fascia verde. Il dipinto resta posizionato sull’altare maggiore almeno fino a quando non cambia il parroco. Il subentrante Don Vincenzo Vicidomini – non si sa perché – pensa bene di togliere il quadro da quella posizione e trovargli altra sistemazione. Di qui la lettera molto infuocata di Antonietta Righi a Don Vincenzo Vicidomini, parroco attuale di Sant’Antonio Abate:
Mi è giunta notizia, ed ho constatato di persona, che dopo meno di un anno, è stata rimossa, dalla parete sovrastante l’altare maggiore della Chiesa omonima, la tela raffigurante S Antonio Abate, da me realizzata a titolo di devozione, su commissione del precedente parroco, Padre Juan. Il dipinto è stato progettato e realizzato con dimensioni e prospettiva per quella allocazione.
La nuova sistemazione sulla parete retrostante una delle porte interne laterali d’ingresso la rende non visibile a chi entra e, viste le notevoli dimensioni del dipinto, di pessima osservazione per chi esce, sia per l’impatto a breve distanza che per assenza di adeguata prospettiva.
Ignoro i motivi che hanno determinato tale decisione che se fosse conseguenza di un Suo personale giudizio, evidenzio come ad esso sia stato sacrificato il dovuto rispetto verso chi ha profuso impegno e devozione, al servizio della fede.
Ove, infine, fosse dettata dalla volontà di mortificare un segno lasciato da Padre Juan, sarebbe un gesto veramente miserevole. Personalmente voglio continuare a non voler credere alle voci di continui litigi e dispetti tra alcuni dei pochi preti che ancora operano nell’isola e che contribuirebbero all’allontanamento crescente dei credenti praticanti.
Volendo, per tutto quanto innanzi, ritenere che la rimozione sia avvenuta per motivi di altra natura, mi permetto invitarLa, anche se non dovesse ritenere meritevole di rispetto la mia opera, il mio impegno e le mie modeste capacità artistiche, a voler considerare la possibilità di una migliore allocazione della tela, più consona e più rispettosa del Santo stesso raffigurato e cercare di mettere il Signore nella parte più alta del nostro cuore.
Antonietta Righi
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sono vicino alla signora righi che mi dispiace non conoscere personalmente. ho sempre sostenuto che certo clero è sempre stato deleterio, e ora ne ho ulteriore conferma. in una piccola isola come questa vivono con i paraocchi che impediscono di andare oltre. peggio per loro. non so chi sia il prelato di turno né m’interessa saperlo. ne constato solo la mancanza di sensibilità e l’ignoranza nel non riconoscere l’atto devoto della signora righi. e quali sarebbero le motivazioni? vecchi preti, anche se giovani, uscite dal buio e cominciate a vedere la luce! luce che, in questo caso, proviene da una gentile signora devota che ha voluto esprimere con la sua professionalità l’attaccamento alla chiesa.
Padre Juan è avanti anni luce
e dava fastidio per questo e stato fatto sì che venisse richiamato a Napoli dove non sta facendo bene…sta facendo benissimo..a buon intenditori poche parole.
ma i superiori di “questi ” preti che fanno?dormono………………..
a buon intenditor poche parole!!!!!!!!!
un gesto d’amore non e’stato apprezzato.questa e’ la dinostrazione di quanta sia ancora lunga e tortuosa la strada che porta alla rivoluzione della chiesa voluta da papa francesco.Il suo insegnamento di amore e fratellanza si sgretola all’ignoranza.
Message Buon giorno Carlo ha i ragione,pero devi vedere cosa i capi locali cosa riportano ai loro superiori…
La decisione di rimuovere dall’altare maggiore il dipinto che la Signora Righi, con tanta generosità e devozione, ha donato alla chiesa di S.Antonio Abate è un’offesa, oltre che ai fedeli, anche all’isola di Procida che ha dato i natali ad un’artista del calibro della nostra Antonietta. Antonietta, nonostante il suo grande talento, è una delle persone più umili e semplici che io abbia mai conosciuto, e, in un mondo di palloni gonfiati tutto fumo e apparenze, merita a pieno titolo che una delle sue opere abbellisca una delle chiese dell’isola. Le auguro che, in quest’inizio d’estate, il buon senso alla fine prevalga e che il parroco regali nuovamente ai fedeli la gioia di entrare in chiesa e poter ammirare il dipinto nell’unica sua collocazione possibile.