Redazione | Più che una lettera sembra un disperato grido di dolore, quello indirizzato al comune di Procida da parte dei fratelli Ruocco, contadini e proprietari di due abitazioni site a Punta Serra sull’isola di Arturo, che da più di un anno non sanno più come raggiungere il loro domicilio. Il dramma è divenuto realtà dopo l’ennesimo rifiuto dei vicini prospicienti le loro proprietà che non hanno concesso di attraversare i loro fondi per arrivare fino alle case.
Circa un anno una spaventosa frana fece venire giù gran parte del costone proprio in località Serra – dal lato Ciracciello della costa – cosa che fece crollare anche l’unico sentiero di uso pubblico che correva lungo il costone a picco sul mare ( come testimoniano le foto inedite). Un vicoletto che nonostante non fosse proprio sicuro al 100% ,permetteva ai germani di raggiungere i loro appezzamenti di terra e la casa patronale. Insomma una, una sorta di palliativo, ma quanto bastava ed avanzava per poter giungere a destinazione senza particolari problemi. Da allora una vecchia ordinanza del Sindaco – seppur temporanea – permetteva ai Ruocco di accedervi tramite un fondo privato. Ma si trattava di un provvedimento a tempo, a scadenza, che prima o poi avrebbe riproposto il problema. Così come è puntualmente accaduto. Venuta meno la vecchia ordinanza – perché revocata qualche mese fa – i due fratelli e i loro congiunti, hanno pensato bene di chiedere ai vicini – in via temporanea – la possibilità di attraversare i fondi di loro proprietà. Il No è stato garbato, ma diretto anche dietro il possibile pagamento di un canone di affitto. Insomma nemmeno a pagare si riusciva a risolvere la questione che a questo punto è diventata una matassa che definire intricata è dire poco. Un arco temporale transitorio in attesa della decisione del Tribunale civile di Napoli ( sez distaccata di Pozzuoli ) che da qui a breve dovrebbe discutere la richiesta avanzata cinque anni fa di una semplice servitù coattiva di passaggio attraverso proprietà aliene.
“Tra gli immobili vi è un fabbricato che costituisce la nostra abitazione abituale e diversi comodi rurali ove si allevano animali da cortile. Il terreno, inoltre, razionalmente coltivato, rappresenta la nostra principale fonte di guadagno” – ci dice Salvatore.
Senza una stradina per accedervi, dunque, i due fratelli saranno costretti ad abbandonare sia il terreno che il fabbricato con un gravissimo danno economico. Senza dimenticare il fatto che in caso di urgenza sanitaria, né un medico, né un soccorritore potrebbe raggiungerli per prestare soccorso. La lettera si conclude con la richiesta di una nuova ordinanza per un passaggio momentaneo e precario per il solo scopo di provvedere all’alimentazione quotidiana degli animali ed alla coltivazione del fondo, attraverso quelle proprietà aliene che si sono dimostrate sorde di fronte alla richieste dei due fratelli Ruocco.
evviva la solidarietà…anni fa credo che non sarebbe successo, oggi la proprietà si difende a tutti i costi….hai voglia a dire che siamo tutti fratelli….caro PAPA FRANCESCO il mondo va a rotoli anche in virtù di un fatto del genere
“Scomodare” Papa Francesco per “chiacchiere da bar” mi sembra un tantino eccessivo. Conosco personalmente la vicenda e posso affermare senza ombra di dubbio che sono state dette molte inesattezze e cattiverie al limite della querela. Non voglio giudicare il giornale per il modo in cui non verifica la veridicità delle informazioni ma solo soffermarmi brevemente sulla vicenda.La problematica dei Fratelli Ruocco non è mai stata affrontata con professionalità e “coerenza logistica ” quale essa meriterebbe , si vuole scaricare sul vicinato una colpa che non ha; addirittura trattarli come “mercanti” ( gli sono stati offerti dei soldi n.d.r.notizia infondata e priva di qualsiasi fondamento logico )è la conferma dell’ assurdità della vicenda. Spero solo che questo articolo non sia la “chiave di volta” per ” aprire nuove strade” all’ assurdità di questi tempi, tempi in cui basta una notizia o un informazione distorta per creare i presupposti a sempre nuove ingiustizie e soprusi