di Pasquale De Candia
Grandi ospiti dell’ambito artistico-culturale e famosi premiati si sono susseguiti ieri sera sul palco del Procida Hall alla cerimonia di premiazione della XXIV° edizione del Premio Letterario.
Per la Sezione narrativa e poesia Alberto Bevilacqua, ha vinto con l’ultima sua opera L’amore stregone ,Mondadori. Le conseguenze delle morbosità amorose incestuose si alternano in una narrazione coinvolgente e scandita dalle note di un pianoforte. Definito erronenamente “romanziere”,egli stesso si definisce invece “narratore” a sottolineare la sua forte e prorompente personalità. Da buon intellettuale e scrittore è da sempre contrario ad etichette e generalizzazioni delle sue opere. Definito lo scrittore dei sensi per eccellenza, il suo silenzio durante l’evento invece di un segno di assenso, sembrava essere una reazione di dissenso ad alcune tematiche affrontate nel dibattito finale post-premiazione.
Per la Sezione Saggistica Alberto Asor Rosa è stato premiato per Il grande silenzio. Intervista sugli intellettuali. Una grande inchiesta sullo stato della cultura con riflessioni e problematiche su un tema, oggi più che mai attuale, controverso e dibattuto.
Per la Sezione Traduttori Ottavio Fatica è stato premiato per la traduzione de Il crollo di Francis Scott Fitzgerald, Adelphi. Un abile e sapiente traduttore che ha reso il linguaggio scintillante dell’autore americano
Il Premio alla Carriera è stato assegnato ad Antonio Ghirelli, grande giornalista e scrittore.é un doveroso tributo alle grandi doti giornalistiche che l’hanno reso un attento testimone dei più grandi eventi sociali,politici e culturali che hanno caratterizzato il ventesimo secolo.
Per la Sezione “All’isola” riservata alle tesi di laurea sull’isola realizzate nell’ultimo anno, un importante anello di congiunzione tra il premio e il territorio, le tesiste premiate sono state: Sirio La Mesa con un importante lavoro sulla progettazione ed urbanizzazione dell’isola per una rivalutazione e valorizzazione del territorio cha ha delle importanti potenzialità che potrebbero permettere l’apertura a nuovi mercati e di incrementare quelli esistenti. Geraldine Lubrano, invece, ha proposto un lavoro sull’emigrazione in America dei procidani iniziando la sua tesi con la figura di suo nonno. Laura Scotto per il suo scritto invece si è basata su un documento del 1800 riguardante la condotta e la vita delle giovani ragazze isolane che per varie ragioni vivevano nell’orfanotrofio delle suore a Terra Murata, attuale Palazzo della Cultura ( che da alcuni anni è la sede dislocata per convegni, manifestazioni e mostre delle Università Orientale e Suor Orsola benincasa di Napoli). In ultimo la docente Annamaria Monaco ha realizzato una importante ricerca sui rituali religiosi e le tradizioni isolane, che sono un grande patrimonio per la cultura locale e sono degli importanti valori: come i geni trasmettoni le caratteristiche genetiche, i memi trasmettono il bagaglio culturale.
Per la Sezione Complice d’autore un sentito riconoscimento è andato ad Uto Ughi. Il grande violinista ed interprete ha sollevato delle accese critiche riguardo lo stato attuale delle arti e soprattutto della musica, suo settore d’interesse. I numeri allarmanti mettono in guardia su questa situazione insostenibile. Le quattro orchestre della RAI (Torino, Milano, Roma e Napoli ) che erano la colonna portante della musica sinfonica in Italia hanno visto una drastica riduzione ad una sola cioè quella di Torino. In un anno duecento enti musicali hanno chiuso i battenti, senza nessuna critica, opposizione o polemica da parte di intelletuali, critici o esperti del settore arte e cultura. Il suo intervento ha creato un acceso dibattito sulla rivalutazione e la valorizzazione della cultura in tutti i suoi aspetti. L’Italia racchiude un enorme patrimonio in tutte le arti e gli artisti italiani sono il grande vanto della nazione e l’invidia delle altre; ma da molti anni sembra che questo aspetto sia stato alquanto trascurato. Tra le varie proposte e soluzioni, oltre a membri del governo a rappresentare e tutelare le arti, si riaffaccia l’idea di una vera e propria rivoluzione culturale tanto citata, decantata, urlata e dibattuta ; ma che nel concreto soprrattutto negli ultimi anni ha visto una mancata concretizzazione nel reale. In questa edizione della manifestazione che per antonomasia è il massimo esempio di rigore e formalità, oltre ai canonici cerimoniali, si è sviluppato un dibattito aperto alla critica e all’autocritica. Il piedistallo su cui poggia l’elevato valore della cultura sta forse iniziando a sgretolarsi?