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Raccontare il presente, capire il futuro

IL TOTEM DEL CA…VOLO

Ditgprocida

Giu 25, 2014

Sebastiano Cultrera | Il Totem della pace ha scatenato una guerra. E, come d’uso, nelle nostre latitudini una guerra può somigliare sempre ad una guerra santa. L’argomento è molto interessante perché vedo scatenarsi, in questa guerra forze determinate, sorrette da solide certezze, in contrapposizione alle forze del MALE che sarebbero quelle fautrici del Totem. E, va da sé, lottando con pervicacia il MALE ci si guadagna subito una bella medaglia al valore.

Confesso che non conosco con dettaglio la vicenda, ma provo a coglierne alcuni aspetti di interesse collettivo.

In primis cerchiamo di capire cos’è un totem della pace. Si tratta, a quanto sembra, di una iniziativa della Fondazione Mediterraneo, una benemerita associazione di “Alta Cultura” riconosciuta, fortemente finanziata e promossa, qualche anno fa dall’ex presidente della regione Bassolino e dall’ex ministro ai Beni Culturali Veltroni. Il concetto che, se ho ben capito, sostiene l’iniziativa è quello della pace nel Mediterraneo promossa dall’incontro tra le sue culture. In definitiva una roba onorevole, per quanto non originalissima. E, naturalmente, senza alcun riscontro di efficacia, come lo sono sempre, in Italia le iniziative del genere. Quanta Pace hanno creato le bandiere della Pace? E i corsi regionali di Educazione alla Pace?

Ha contato senza dubbio, di più, l’incontro di preghiera promosso da Papa Francesco nei giardini Vaticani tra Shimon Peres e Abu Mazen.

Il Totem è una cosa (Installazione? Scultura? Opera? Come definirla?) che è stata posizionata in altre realtà e sarebbe il simbolo di quella operazione di interscambio culturale orientato alla pace dei popoli. Sembra che lo stesso oggetto sia stato collocato anche in altre zone di grande rilievo storico e culturale, almeno pari al loco (di grandissimo prestigio) individuato a Procida. Dalle foto, anche su Internet, si può verificare che, più o meno nelle stesse forme e colore, campeggia accanto a Chiese, palazzi, spazi verdi o urbani. Ciò non significa, ovviamente che sia una bella opera che debba piacere a tutti e che assuma per tutti lo stesso valore.

Il ragionier Fantozzi, cui va la mia totale adesione, potrebbe ben dire che è “una boiata pazzesca” ma chi tenta di esprimere delle critiche raffinate, soprattutto dall’alto di comprovata cultura o abilità politica dovrebbe motivarle meglio.

Né mi convince la critica (che sento la più ricorrente) secondo la quale la pessima qualità del progetto deriverebbe ipso facto dalla somiglianza ad una figura fallomorfa. Questo argomento è una sciocchezza frutto di crassa ignoranza: la forma del fallo ha ispirato eccelsi artisti, nella storia dell’arte e dell’architettura, volontariamente o inconsciamente; e ciò anche in epoche antecedenti la psicoanalisi. Vogliamo poi parlare del significato religioso e filosofico delle epifanie del fallo nei riti dionisiaci, che anche Procida dovrebbe avere ospitato?

Si tratta, quindi, di una critica del c..avolo! Veniamo ad altro.

Infuria, infatti, parallelamente, una critica furibonda circa la approvazione del progetto da parte della Soprintendenza, che negli ultimi tempi sta beccando gli strali anche di alcuni benpensanti.

Ho sempre pensato e scritto per i miei pochi lettori (sicuramente meno di venticinque) che ritengo la legislazione di tutela culturale e ambientale, in Italia, farraginosa, illiberale e, in ogni caso, inefficace. Per molti il dato che le normative fondamentali di tale legislazione di tutela traggano origine dalle leggi fasciste del 1938 denoterebbe la grande sensibilità del fascismo ai temi dell’ambiente e della cultura. Ho sempre pensato il contrario. E’ un fatto che molti vivaci intellettuali del gruppo che seguiva Bottai (il ministro del Fascismo che fece quelle leggi) si ritrovarono da “Redenti” (vedi Mirella Serri) ad essere intellettuali di riferimento della sinistra comunista che, in pochi anni, avrebbe egemonizzato i temi dell’ambiente e della cultura. Anche per tale genesi storica, quindi, viceversa, quella legislazione che nasce figlia di ideologie autoritarie e centraliste rimane, quindi, nella sostanza, autoritaria e centralista. Il fatto, poi, in definitiva, di avere un Sovrintendente (anche se fosse Michelangelo redivivo) responsabile pressoché insindacabile dell’Idea della Bellezza e della sua compatibilità con la vita reale delle persone non mi è mai piaciuto. Ciò non toglie che le leggi, anche ritenute ingiuste, vadano rispettate, ma la tutela funziona solo se si afferma come valore condiviso, possibilmente anche in quanto fattore di sviluppo e benessere. Talvolta è sembrato, a Procida e in tutta Italia, che la tutela (cieca e sorda alla realtà) operata da questa specie di “Commissari della Bellezza” fosse, invece, un fattore di freno dell’economia e di mero impedimento alla vivibilità dei cittadini.

Tale istituzione è stata, culturalmente, sempre spalleggiata e sostenuta, anche nella nostra isola dalla maggior parte della “cultura” locale. E anche alcuni importanti e sensibili intellettuali, qualche anno fa, indirizzarono il loro appello “Salviamo Procida” soprattutto alle istituzioni di tutela (MIBAC e Sovrintendenza)  ritenendole quelle titolate ad agire per la tutela del bello. In una (perversa e kafkiana) logica dell’ortodossia burocratica mi verrebbe da chiedere a molti di coloro che contestano esteticamente il Totem: ma se il Commissario del Bello (cui la società ha demandato il parere estetico) dice che l’opera è bella o per lo meno compatibile con la bellezza del luogo CHI SIETE VOI PER CRITICARLA ??

Ma io, che, con Fantozzi, rivendico il diritto ad una Idea di Bellezza soggettiva senza imposizioni del potere, in effetti, chiedo un’altra cosa: CHE DIRITTO AVETE PER FARLO?

Certo chi si muove con le motivazioni della Bellezza ha sempre un buon motivo per parlare, ma ha più motivi chi parte da ragionamenti di vero interesse vitale, a partire dai cittadini.

Ecco ritengo, in tutta franchezza, che chi critica oggi quell’opera ha meno diritto di criticare la Sovrintendenza rispetto ai tanti cittadini che hanno visto bocciare le pratiche presso lo stesso Ente per il bagnetto, il patio, o lo spostamento di una finestra.

Aveva più diritto il giornale locale “Il Confronto” quando, diversi anni fa, criticò, pressoché inascoltato, aspramente la Sovrintendenza per lo scempio culturale e architettonico da essa operata con il restauro (o, piuttosto, orrido stravolgimento) della chiesa di S. Maria della Pietà al porto di Procida!

Aveva più diritto chi ha contestato un abusivo, tardivo e strumentale vincolo di abbattimento proposto dalla Sovrintendenza su un’ala del bene dell’ex Carcere, pervicacemente introdotto nel protocollo di passaggio del bene al comune, sminuendo l’appeal economico, scoraggiando gli investimenti!

La polemica di oggi sembra quasi strumentale. Mi sembra che taluni, a Procida, siano irrimediabilmente seduti sulla sponda della protesta e si impegnano ad alzare la voce solo sulle ragioni di un NO, qualunque esso sia. Meglio se sembra un NO popolare, magari con contorni di guerra santa.

Poi, è indubbio, gli uomini e le donne delle istituzioni possono anche sbagliare: l’importante è che lo facciano in buona fede. Il rammarico è che su questo argomento si sta facendo una battaglia meritevole di miglior obiettivo e che, soprattutto, vede persone di indubbia cultura e capacità attardate su motivazioni banali.

Quelle, per favore, lasciatele a quelli come il rag. Fantozzi (che hanno sempre la mia totale adesione) i quali continuano a pensare, sbrigativamente, tra una birra e l’altra, rigorosamente a rutto libero, che il Totem della Pace sia solamente “una cagata pazzesca”.

 

 

7 commenti su “IL TOTEM DEL CA…VOLO”
  1. appunto alla Fantozzi: “una boiata pazzesca” vorrei fare anche notare che il Sovrintendente e cambiato da poco e a dire la verita anche se dice di interessarsi e preocuparsi di procida ha gia conbinato un paio di fantozziate (la lingua e questa ca…. pazzesca)
    Mi sembra che il caro Sebastiano Cultrera non si smentisca mai, perche scrive sempre e quasi esclusivamente per criticare quella che per lui e l’ altra parte politica, e deve ricorerre a Fantozzi per ammettere che hanno ragione ……una grande schiffezza!!!!

  2. Caro amico Seb, concordo appieno sul fatto che la bellezza sia una cosa prettamente soggettiva e trovo inimmaginabile che possa esistere un essere umano che sia garante di essa, tuttavia comprendo che viviamo in una società istituzionalizzata ed è pressoché giusto che ci sia qualcuno a tutelare queste bellezze!!
    Il problema si ha quando numerosi paladini della giustizia si ereggono a tutori della bellezza senza un minimo fondamento culturale, legislativo e talune volte senza nemmeno ragion di causa.
    Tu che ancora rappresenti una risorsa culturale dimquest’isola sempre più povera di sapere, potrai ricordare che la stessa cosa avvenne all’epoca dei “verdi” quando sembrava più importante la vita di un pesciolino rosso che quella di un essere umano, ed oggi ci ritroviamo con una A .M.P. di dimensioni pantagrueliche perfettamente inutile, incontrollabile e dannosa ad una delle risorse originarie dell’isola:” la pesca”, che stante l’assenza di serie politiche di riconversione ha sminuito il valore vero di un’area di tutela in sterili divieti da rispettare al fine di introitare qualche spicciolo per i “permessi” che si rilasciano.
    Vento in poppa Seb io sono uno di quei 25!!!

  3. Il tentativo

    del nostro Cultrera di demonizzare e smontare le meritevoli criche,che ,non sono affatto strumentali,

    è miserevole e di quattro soldi.

    A mio parere, non solo è una cagata pazzesca,alla Fantozzi,

    ma è una iniziativa,quella del totem,che non ha motivi di essere,sotto nessun punto di vista lo si voglia osservare.

    Prima di tutto è una iniziativa infelice di questa Amministrazione,prima perchè non c’azzecca un cavolo il Totem con Procida,che ha bisogno di ben altro per promuoverla,strade dissestate,servizi pubblici fatiscenti,infrastrutture turistiche carenti,e cosi..via dicendo.Potrei citare tantissime cose che con questi soldi spesi si potevano fare,ma non è il momento adatto.

    Si continua solo a d aumentare i debiti del comune.
    L’impatto ambientale ,poi,è devastante,ma non per l’opera in se,ma per l’allocazione di esso,in un contesto (Terra Murata,o scogliera)assolutamente non idoneo a testimoniare ,storicamente,culturalmente,quei luoghi simboli della nostra storia.

    Altro che ” cagata pazzesca ” , qui siamo al ridicolo estremo e all’estrema superficialità ( per non dire cose più pesanti..).

    Non ci sono soldi per investire in infrastrutture turistiche,una stazione marittima fatiscente ,senza gabinetti pubblici,senza un UFFICIO TURISTICO degno di questo nome e non quella ” cagata pazzesca” di quella ” stalla “che si trova nella stazione dello scandalo..

    e, noi pensiamo,al Totem.

    Insomma,signori miei,e mi riferisco ai politici e a tutte le loro combriccole,di cui fa parte pure il Cultrera, pensate meno a fare solo affari..vostri

    e adoperatevi invece a creare progetti ed iniziativi utili a Procida e ai procidani.

  4. Con quello che c’è da spendere all Abbazia per recuperare, tutelare conservare , stracciere 50000 per un oggetto simile significa che la sopraintendenza ha quantomeno un discutibile senso della spesa delle proprie risorse . Ora si capisce perché l Italia vede rovinare sempre più il proprio patrimonio storico artistico, ora si capisce perché siamo sempre più in declino se le nostre risorse vengono sempre più spesso spese male a favore di qualcuno a discapito di tutti.

  5. Spero sia uno scherzo.
    Mi sembra impossibile che si possa pensare di spendere non 50000, ma solo 500 euro, per un oggetto del genere.
    Con tutto ciò che ci sarebbe da fare è assurdo. Ci ripensino i nostri amministratori se non vogliono coprirsi di ridicolo.
    Sarebbe un vero boomerang!

  6. Tutti questi progetti approvati dai funzionari della Soprintendenza , stanno facendo perdere credibilità alla stessa soprintendenza che sta ragionando in modo iniquo e fazioso. Spero che cambi rotta per non trovarci a dire , tra qualche giorno…….meglio una volta! Almeno non ce n’era per nessuno!

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