Redazione | Non le manda certe a dire, l’amministratore di Marinedi, Ing. Renato Marconi, in questa intervista da cui emergono responsabilità e fatti che per anni sono stati sottaciuti. Le parole dell’amministratore delegato assumono un valore molto significativo anche e soprattutto alla luce della decisione – almeno nelle intenzioni del comune di Procida – di non cedere più le quote del porto turistico di Marina Grande.
1) Allora Ingegnere, al Marina di Procida a che punto è la privatizzazione?
Il Comune di Procida, a fronte di una nostra offerta di acquisto di ormai oltre due anni orsono, ha espletato una gara per l’alienazione delle proprie quote. Al termine di detta gara, andata deserta, il Comune ha richiesto nuovamente la nostra disponibilità all’acquisto.
Nel confermare l’interesse stiamo approfondendo le modalità dell’eventuale pagamento anche perché dal 2012 le condizioni del settore sono decisamente peggiorate e così anche il valore dei corrispondenti beni della filiera della nautica è sicuramente diminuito.
2) Il rapporto con i diportisti locali?
Come ampiamente già illustrato in sede pubblica ed al Comune è nostro dovere rispettare gli accordi a suo tempo presi con l’Ente concedente.
Dopo numerosi e vani ammonimenti ai responsabili dell’Associazione diportisti, la Marina ha deciso di interrompere la vigente Convenzione in quanto ormai da tempo del tutto disattesa dagli attuali beneficiari.
È bene qui ricordare i motivi per i quali a suo tempo il Marina decise di privarsi del contributo economico di un così gran numero di posti barca. Infatti nell’ambito degli accordi convenzionali con il Comune, si volle favorire una categoria di utenti del mare, residenti procidani da almeno dieci anni, con imbarcazioni dedite alla piccola pesca di lunghezza non superiore ai 6 metri e che non avevano i necessari mezzi di sostentamento per garantirsi un ormeggio ai prezzi di mercato, né presso il Marina, né presso gli altri ormeggi dell’Isola.
In particolare si volevano favorire quei 62 piccoli armatori che usavano ormeggiare nello specchio acqueo dell’attuale Marina, a quel tempo esposto alle mareggiate perché ancora non interessato dai lavori di completamento. Inutile dire che molti dei piccoli pescatori dell’epoca erano persone anziane che oggi non sono più fra noi e di cui avevo conosciuto ed apprezzato la bonomia e la passione per il mare.
Questo era l’obiettivo politico e sociale che il socio pubblico e quello privato avevano nel 2004 condiviso pienamente.
Passati dieci anni ci siamo trovati ad arginare un numero di imbarcazioni di dimensioni in prevalenza superiori ai sei metri (fino a quasi 8 metri), anche nuove, di valore all’acquisto fra i 30 ed i 100.000 €, abbiamo rilevato che molti dei diportisti, così come segnalato dalla Capitaneria, non avevano i requisiti minimi di residenza, che diversi di questi diportisti “poco abbienti„ hanno redditi fino a 200.000 € ed infine che il numero degli “aventi diritto„ era superiore di oltre il 50% a quello degli originari beneficiari.
Inoltre abbiamo avuto anche segnalazione e diretta conoscenza di diportisti “aventi diritto” che hanno “venduto” per alcune migliaia di euro barca e posto barca a non aventi diritto napoletani o campani.
Per quasi un anno, coscienti di questa situazione del tutto eccentrica rispetto agli originari intenti dei soci della Marina di Procida, abbiamo sollecitato in ogni modo l’Associazione diportisti almeno al rispetto formale della originaria Convenzione. Abbiamo raccolto il plauso di coloro i quali si riconoscono ancora nei principi originari, vecchi pescatori miti ed operosi, proprietari di caratteristiche imbarcazioni quasi sempre in legno di dimensioni fra i 4 ed i 5 metri e di sapore antico. Ovviamente abbiamo, di contro, raccolto le calunnie dei prepotenti e di chi, strumentalizzando l’altrui disagio economico e sociale, si era arrogato il diritto di pagare il posto barca cinque volte meno del prezzo di mercato.
Con la nostra decisione, non le nascondo comunque dolorosa, abbiamo voluto interrompere questa spirale ad ogni costo e per sempre.
Torneremo sicuramente all’originaria indicazione della Convenzione ma solo per favorire direttamente e senza intermediari i procidani meritevoli di speciale considerazione e rispetto, così come a suo tempo stabilito, in pieno accordo con il Comune.
3) E’ vero che ha inoltrato al Comune una ingiunzione di pagamento? ( aumento di capitale? ) o di cosa si tratta?
Da circa un mese abbiamo invitato il Comune al ripianamento del debito contratto nei confronti della nostra Società che nel 2012 aveva reso disponibili fondi propri, anche per conto del Comune, onde ripianare le ingenti perdite al tempo occorse.
Da allora nulla è più accaduto. Pertanto è arrivato il momento di riportare la società al capitale sociale necessario conferendo gli adeguati fondi in aumento di capitale secondo le quote di rispettiva partecipazione (51% e 49%).
4) Quanto vale oggi il porto turistico di Procida?
Difficile dirlo in un momento così sfortunato per la nautica da diporto.
5) La differenza di gestione da quello di Forio, Marina di Raggio Verde.
In questo caso non è possibile confrontare due strutture che hanno periodi di concessione demaniale così diversi.
Direi che ciascuna delle due strutture sta facendo il massimo compatibilmente con il contesto contrattuale esistente con risultati comunque lusinghieri.
6) I rapporti con l’amministrazione locale: aiuto o impedimento
I rapporti con l’Amministrazione comunale di Procida sono stati sempre improntati al massimo rispetto dei ruoli e ad una collaborazione credo sempre molto proficua. È raro trovare tante consonanze di intenti in un Comune costiero campano.
7) Il rapporto con i charter?
Anche in questo caso il rispetto reciproco ha aiutato sempre nella risoluzione di problematiche minori qualche volta sorte. Attualmente nel marina di Procida c’è la maggiore concentrazione di imbarcazioni charter in Italia: mi sembra una buona dimostrazione di gradimento, o no?
8) Il futuro del porto…
Da circa un anno e mezzo abbiamo avviato il complessivo restyling del Marina con l’obiettivo di avere una struttura sicura, efficiente e gradevole entro la stagione 2015. La definitiva valorizzazione, anche paesaggistica, di questo splendido angolo della Marina Grande dipenderà poi dal completamento dei lavori del depuratore
9) Le prospettive di indotto lavorativo sul territorio
Anche in questo caso molto dipenderà dalla capacità di attrazione del Marina una volta ultimati i lavori in corso e poi anche dalle capacità imprenditoriali che il territorio potrà esprimere
Comunque già oggi nella Marina lavorano un significativo numero di persone, non sempre procidane, ma questo è un altro discorso… Nella Marina di Procida i dipendenti sono tutti e solo procidani.
Domande quasi tutte inutili con risposte politiche che non dicono nulla.
E chiaro che l’ ingeniere Marconi non vede l’ ora di avere tutte le azioni e finalmente guadagnare dei soldi, mentre ora il porto da lui gestito male e in perdita, cosa che e l’ unica maniera per convincere procida a vendere le sue quota, stiamo sicuri che appena passera tutto in mano sua
ci saranno dei bei guadagni!!!!!!
Perche nessuno gli chiede come a venuto in possesso della azioni del porto, come mai una societa della stato ( italia navigando) gli a regalato tutti quei porti senza nemmeno andare in tribunale.
Cosa dice sui suoi agganci politici che gli permettono di avere proprieta in tutta italia, da dove vengono tutti questi soldi e se lui e del parere che una persona lavorando onestamente possa
accumulare tanti beni (porti a bizzeffe, appalti e partecipazioni in tante societa!!!!!!!!
E che cosa dice dei suoi rapporti finanziari e affaristici con il pluri indagato “Vincenzo Maria Greco.
E bravo l’ing. Marconi!
Ci vorrebbe far credere,con questa mendace intervista,che,noi,i procidani, siamo in difetto, e ,loro.., le colombe..pure e verginelle.
Sta,di fatto,che l’ing . Marconi,rappresentante di una cordata imprenditoriale (Mare 2),di cui non si sa bene il ” capocchione “politico o non ..” che li manovra
ha messo le mani.. sul porto turistco e,si appresta a brandire l’arma letale…, l’acquisizione completa del porto.
Chi ci sta dietro questa Mare 2? Perchè questa società ,il Marina di Procida è sempre in perdita?
dalla lettura dei bilanci,che,io stesso ho verificato,tramite il pagamento al Registro imprese ,non si evince granchè,
sarebbe opportuno che i ” sindaci procidani” del consiglio d’amministrazione
verificassero e rendessero pubbliche le reali entrate fatturate…, e le uscite..
ma,è tempo sprecato..,non possono dire e fare nulla…,sono stati messi la ,proprio per questo… o mi sbaglio..
Sappiamo tutti,che il danno è stato fatto all’origine ,quando l’allora Sindaco,accettò l’offerta del 49% con i suoi camerati di turno..
accontendandosi di un piatto di lenticchie…clientele.. o prebende.. chi lo sà.. è tutto blindato..
Ora è troppo tardi,il Sindaco Capezzuto vorrebbe fare qualcosa,ma è troppo tardi..lo doveva fare o dire ,a tempo debito
ora può fare solo qualche sceneggiata preelettorale.. nulla più.
Di tutta la questione,io sono molto amareggiato,tempo fa ci fù una cordata di imprenditori procidani ,consorziati,che fecero un OPA sulla quota comunale : ” Non se ne fece niente” Che peccato!
Ecco,penso che si è perso un’occasione,forse,la si doveva sostenere..
Ora che tutto langue,e la crisi del diportismo ha raggiunto livelli cosi alti,non ci rimanerrebbe altro che accettare l’offerta di Marconi et Compari….
spero che non succeda,altrimenti,noi procidani saremmo sbattuti fuori da casa nostra..,e, per sempre.
La mia opinione è questa: ” Cedere la quota comunale,ma,solo e soltanto a imprenditori procidani..,
non ai …….. napoletani.
Message i termini ‘ bonomia ‘ e ‘ vecchi pescatori miti e operosi ‘venivano meglio usati da de amicis ! il linguaggio cambia . comunque a firenze si direbbe ” i che c’entra il culo con le quarantore ? “