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TGPROCIDA

Raccontare il presente, capire il futuro

DON MICHELE AUTUORO, E’ MISSIONE

Ditgprocida

Ago 3, 2014

Domenico Ambrosino | Don Michele Autuoro, 48 anni, procidano, già parroco di alcune parrocchie di Procida e di Napoli, da circa un anno ricopre , in Vaticano, l’incarico di direttore nazionale dell’Ufficio di cooperazione missionaria tra le chiese e della Fondazione “Missio”. Lo abbiamo incontrato in un suo raro frammento di tempo libero
nella sala Pio XII della parrocchia di San Giuseppe, alla Chiaiolella, dove è originata e maturata la sua vocazione sacerdotale, sotto l’ala della grande “chioccia” di don Michele Ambrosino. Come va questa nuova esperienza? “Bene, molto bene. È bello, straordinario lavorare in un settore che ho avuto sempre nel cuore.
Da quando, 19 anni fa, una suora napoletana mi regalò un biglietto per l’Uganda. Dove ho assaporato la gioia dell’annuncio del Vangelo in orizzonti più vasti, dove ho scoperto persone magnifiche che, nella loro umiltà e semplicità, sono state prodighe a donarmi affetto, accoglienza, esperienze straordinarie. A proposito del mio desiderio missionario– riprende don Autuoro – ricordo che mi rivolsi al compianto cardinale Michele Giordano di poter partire, come “fidei donum”per l’Africa. Ma il Vescovo ritenne che permettersi, in quel momento,che un sacerdote partisse per le Missioni. Così mi tenni la missione nel cuore”. Con Papa Francesco la Chiesa sembra aver riscoperto e rilanciato il suo spirito missionario. “Con l’esortazione apostolica “Evangelii gaudium”, Papa Francesco traccia un progetto per una riforma profonda della Chiesa, chiamandola ad uno “stato permanente di missione”. Il Vangelo – dice il Papa – deve essere annunciato a tutti, a partire da quelli che si trovano nelle nostre case e nelle nostre comunità. L’attività missionaria è definita la “massima sfida”. È una Chiesa che va incontro, che esce, si fa compagna di viaggio, testimone, annuncia la misericordia di Dio, cerca di comunicare la bellezza del Vangelo: senza proselitismi, senza imporre, ma portando agli altri ciò che è vero. Un’altra indicazione è l’inculturazione. L’annuncio, cioè, deve essere espresso secondo le perdizioni e le culture in cui il Vangelo deve incarnarsi. A riguardo faccio notare il messaggio lanciato dai vescovi dell’Oceania a che i missionari operino in armonia con gli indigeni. Insomma,, la necessità di operare senza dimenticare il contesto”. Quali le prossime fatiche? “Stiamo preparando il $° Convegno Missionario Nazionale che si terrà a Sacrofano, alle porte di Roma, dal 20 al 23 novembre prossimo. Il tema: “Alzati, va a Nivive la grande città … dove il Vangelo si fa incontro”. È unevento che fa proprio l’invito di Papa Francesco ad “uscire dalle proprie comodità ed avere il coraggio di raggiungere le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo”. Saranno coinvolti tutti i soggetti missionari: i centri diocesanie i gruppi di azione, gli istituti missionari e religiosi, i missionari italiani all’estero, i “fidei donum” rientrati in Italia, i Seminari, gli organismo di volontariato internazionale, le associazioni laicali e i movimenti con esperienza missionaria. La strada è tracciata su tre tematiche: uscire, incontrare, donarsi”.

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