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LA CRISI DEL TURISMO ARRIVA IN SPIAGGIA: DATI ALLARMANTI DEGLI STABILIMENTI BALNEARI

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Ago 3, 2014

Redazione | Il calendario di Giorgio segna con una X più della metà dei giorni del mese di luglio appena trascorso. Come a voler immortalare con un segno una stagione balneare quasi disastrosa. In effetti è così: la crisi è arrivata anche sulle spiagge dell’isola di Arturo. Un segno negativo che ha contraddistinto i primi due mesi della bella stagione con percentuali  che sono arrivate fino al meno 60 per cento di calo. Quasi ad eguagliare il dato nazionale del 70%. Una situazione al collasso che difficilmente il solo mese di agosto – appena iniziato –  potrà riparare. La causa principale del dato negativo del turismo balneare  rimane la crisi economica  che in sostanza ha obbligato un italiano su tre a scegliere di non andare in vacanza; chi lo ha fatto, invece, ha preferito località vicino ai luoghi di residenza, pertanto quelle lontane dai centri urbani  – come appunto  le isole  – sono risultate quelle più penalizzate. A questo dato economico vanno poi  aggiunte le avverse condizioni meteo a giugno e luglio  che non hanno favorito gli spostamenti. Variabili che purtroppo fanno parte del gioco e che non si possono prevedere. Se si pensa che sono diciotto i giorni di pioggia o cattive condizioni meteo del mese di luglio, allora il saldo economico negativo è presto tracciato. Oltre 100 mila di euro persi secondo una prima e sommaria stima.

Procida, che col turismo balneare tocca e fuggi, a differenza di Ischia e Capri,  ha costruito le sue “fortune”, ha dovuto poi pagare il prezzo  – quest’anno  – anche della erosione degli arenili, in particolare sul  versante di ponente che riguardano tutto il litorale di Chiaiolella. Quello più importante per intenderci dove sono posizionati la maggioranza dei lidi privati.  La larghezza di arenile ridotto,  ha costretto tutti i proprietari a tirare via gli ombrelloni e  riporli nei magazzini,  rinunciando di fatto  ad una fila. Allora la beffa risulta doppia. Perché se nei primi due mesi mancavano i soldi e c’erano ombrelloni liberi, ora ad agosto con la richiesta che aumenta mancano gli ombrelloni. E meno ombrelloni significa meno lavoro. Meno ristoranti, meno alberghi, meno di tutto. Stretti in questa morsa diventa difficile per tutti poter pensare a quelli che saranno gli anni a venire. In effetti su tutti gli stabilimenti aleggia il rischio chiusura. Insomma non tira aria buona per le spiagge private, ed ecco che si cerca di correre ai ripari con offerte e sconti che invoglino i turisti a tornare al caro vecchio ombrellone + lettino. Ma se alla fine dell’estate anche questo non dovesse bastare, bisognerà da subito porre rimedio

Maria Carretello una storica  turista che da sempre trascorre il mese di luglio a Procida: “ricordo che nei tempi d’oro era difficile trovare un centimetro quadrato di spazio ‘extra’ per appoggiare la borsa mare, anche mettere l’ombrellone era difficile. Questa estate c’era spazio per tutti anche per i ragazzini che indisturbati giocavano con il pallone” – e continua – “il fidanzato di mia figlia che faceva il bagnino, con tanto di brevetto e attestati vari, quest’anno si è sentito rispondere per la prima volta, non abbiamo bisogno di personale extra, non c’è gente, prova a quell’altro stabilimento”. Ovviamente il ragazzo è rimasto a spasso.

Si spinge più in la Giorgio, titolare di uno dei più importanti ed eleganti  stabilimenti balneari del litorale della Chiaiolella,  “La Rotonda” –  “ Non ho fatto di preciso un calcolo, come sempre sono abituato a farlo alla fine della stagione estiva. Ma il calo di presenze è rilevante, quasi toccando le cifre che ha sviscerato il nostro sindacato. Anche la pioggia e le condizioni meteo non ci hanno aiutato. Quelle X sul calendario sono i giorni di piogge del mese di luglio, ne ho viste e vissute di poche di stagioni così. A questo poi si aggiunge per noi proprietari di lidi privati sul versante di ponente il problema dell’erosione degli arenili. Da tempo ci battiamo perché le istituzione preposte facciano la loro parte. Così si distrugge un comparto economico per la nostra isola. Credo che sia giunto il momento di mettere in moto ogni azione idonea a porre rimedio a questa situazione incresciosa. Salvaguardare i nostri arenili significa fare un passo  in avanti come comunità che vuole fare del turismo un volano economico”.

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