Redazione | In un’isola che va a avanti a stenti, l’unica certezza che rimane ai procidani – che hanno deciso di vivere ed investire sul territorio – è quel senso di precarietà che attanaglia le loro notti insonni e la sola stabilità è quella che non troveranno mai nei loro conti correnti e nei loro portafogli. La fotografia impietosa e schietta di quella che poi se vi vede bene per capacità reddituale è un’economia che si posiziona nelle prime cinque della provincia Napoletana. Dietro a Capri e Sorrento e avanti alla vicina Ischia. Ma indebolita da una classe politica inadeguata nel dare risposte e da azioni sfilacciate sul territorio e quasi inesistenti in sede regionale, costellata di associazione che, parcellizzate di pari passo ai politici, non riescono più a fare sistema come avveniva una volta. Ne abbiamo parlato con un dirigente Sindacale dell’ ALDEPI.
Dove sta andando l’economia isolana
La storia ci insegna che l’economia vive di fasi alterne, fatte di espansioni,recessioni,intervallate da stagnazioni.
Ma ci insegna anche che ogni momento di svolta verso l’alto è innescato sempre da una” rivoluzione”,che sia frutto di una invenzione o di una scoperta, ma comunque capace di farci vedere la realtà con occhi diversi,scoprendo angoli e sfaccettature mai viste prima.
Di fronte ad una fase di profonda difficoltà per l’economia,come questa che stiamo vivendo,ma nulla si può fare per evitare la catastrofe del commercio, Procida da anni è in sofferenza,per tanti motivi, il principale è l’alto numero di esercizi commerciali rispetto alla popolazione e il flusso turistico concentrato in 40 giorni volendo essere ottimisti,ed gli elevati costi di gestione,dovuti al caro affitti, tasse comunali, per i rifiuti e l’occupazione del suolo pubblico.
Prendo in considerazione una categoria: La Ristorazione (settore il più tartassato) ne esce fuori una situazione insostenibile.
Prendiamo ad esempio i costi di gestione di un ristorante sul porto:
Costo affitto medio € 1600 x 12 = 19.200, Rifiuti € 2800, Suolo pubblico € 2000 totale € 24.000 costi fissi,aggiungiamo inps per una sola persona € 2.800, minimo di consumi energia elettrica ed acqua € 600 x 12 = 7.200 ne esce fuori una somma di € 34.000, posso garantire che nessun ristorante riesce a coprire
questi costi,considerando il costo medio di un pasto di 25 € servono circa 1500 coperti per incassare i costi fissi di gestione,dai quali bisogna detrarre il costo delle materie prime che incide per il 40% € 13600 se ne ricava un utile lordo di € 21600, ogni ristorante accumula una perdita di 13600 € ogni stagione.
La mia opinione, a Procida non conviene investire e fare commercio ,salve che non intervengano fattori atti a calmierare gli affitti e le tasse comunali.
Questa Estate 2014 come sarà ricordata?
Dell’estate 2014 ,meglio non parlarne, vuoi per il clima avverso e tanti motivi.
Criticità del sistema Procidano?
Francamente penso che sia un sistema atto a distruggere la storia di quest’isola, facendola peggiorare in tutto, è un sistema atto a distruggere e non costruire e nemmeno a conservare, tutto questo frutto di una improvvisazione in tutti i settori.
Responsabilità della politica?
Non posso che rispondere che la politica è tutto improntata sul clientelismo, quindi vige la mala politica.
E Le Categorie produttive…….
Le categorie produttive isolane che contano e vivono nell’immobilismo assoluto sono gli artigiani, quelli che economicamente non hanno problemi,quindi se ne fregano di occuparsi dei problemi economici e sociali dell’isola.
Il mercato immobiliare?
Il mercato immobiliare a livello nazionale è in crisi,ma anche se con percentuale bassa continua ad esistere,vuoi per il ribasso dei prezzi dal 5 al 15% secondo l’osservatorio di idealista, ma a dall’inizio dell’anno le transazioni immobiliari sono state veramente poche,colpa dell’aumento delle tasse che gravano sulla casa e dei problemi che si riscontrano sulla documentazione dell’immobile oggetto della vendita,vuoi per abusi mal sanati,vuoi per vincoli che esistono come diritti di passaggio,confini e frazionamenti mal fatti,una vera giungla, ma dotandosi di una grande pazienza spesso si riesce a raggiungere lo scopo. Il mercato immobiliare procidano comunque è un mercato atipico
Il mare è ancora una risorsa?
Il mare, è certamente sempre è sarà una grande risorsa. Rappresentando, il più evidente riflesso del mare sul piano economico,il turismo costituisce un volto importante del tessuto imprenditoriale della blue economy,in virtù del fatto che il 40% delle imprese dell’economia del mare è costituito da quelle che operano nel settore dei servizi di alloggio e ristorazione,ma con scarsi risultati,nessuno dei due riesce a fare utili da reinvestire per migliore la ricettività ed i servizi offerti.
Tre punti da chiedere alla prossima amministrazione
Rivolto al prossimo Sindaco, quello di vivere ed incontrare i suoi concittadini,per capire realmente i loro problemi,quello di abolire lobby e clientele ed i favoritismi, ricordandosi che deve essere il Sindaco di tutti e circondarsi di assessori capaci in ogni settore,terza ed ultima importante cosa da fare,creare opportunità che favoriscano l’imprenditoria ed in special modo l’artigianato in special modo l’abbigliamento creando una stile Procida da diffondere concedendo dei benefici quinquennali a tutti i nuovi imprenditori.
Non c’è da aggiungere o dire altro, un’analisi amara ma senza alcun ombra di dubbio molto ma molto realistica !
Questa è purtroppo l’ attuale fotografia di Procida, un’isola che, come conclude l’articolo, deve assolutamente voltare pagina, anzi chiudere completamente il libro di quest’ultimo disastroso ventennio!
A chi dobbiamo ringraziare?????
Spero e mi auguro che alle prossime elezioni Procida voglia voltare completamente e definitivamente pagina, un’altra opportunità non ci sarà, sarà senza appello, mandiamo a casa l’ Avv. LUIGI MURO e tutti i suoi compari! LIBERIAMOCI!!
Ma mo che c’entra Muro??! L’attuale sindaco mi sbaglio o è Capezzuto? Muro, che non gode di particolare simpatia da parte mia, adesso che c’entra? La sua e’ una ossessione patologica, mi creda.
Dispiace dirlo, ma lei non conosce gli ultimi vent’anni di storia dell’isola!
E comunque non conosce neanche il senso del termine ossessione!
Si informi, ma bene e poi discutiamo!