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Raccontare il presente, capire il futuro

LA DERIVA CAFONAL FIGLIA DEGLI ABORTI TURISTICI

Ditgprocida

Set 7, 2014

Redazione | Per non farci mancare nulla per l’ennesimo anno – purtroppo – l’isola di Graziella è stata letteralmente invasa dalla deriva cafonal di un certo turismo.  Ed in assenza di ordinanze  e di  una impotenza amministrativa a tutti  è sembrato il luogo ideale per mostrare pance, tatuaggi, zoccoletti rumoreggianti e pizza di spaghetti al seguito.  Come una calamita Procida – e così come Ischia – ha attratto a se gente che si è riversata da ogni angolo del comprensorio puteolano. Il brand del “buon vivere” strombazzato ai quattro venti è andato in soffitta o accasato in un qualche mondo parallelo che solo qualcuno  ha conosciuto almeno nelle fantasie oniriche. In quell’universo delle intenzioni che è miseramente fallito. Fallito nei fatti, fallito nelle idee, fallito nei risultati. Procida si sveglia alla fine di questa estate come assopita, stanca di essere la terra della “tamarreide”, le olimpiadi dei tamarri. Pur di rimanere aggrappati a quel che resta di una certa immagine si è cercato di porre rimedio, presentando quasi quotidianamente un libro, non essendo manco in grado di fornire un sito internet. Dei sette punti della ripartenza turistica anch’essi strombazzati all’inizio della “bella” stagione, quasi nessuno è stato fissato. Comitati, gente, pool di esperti in materia, vaporizzati nell’oblio. Ah i sette punti..siamo pietosi e non li rammentiamo, sono in rete. Ma non è quello il punto. E’ la mancanza di un progetto che ha reso l’isola “stuprata” da mattina a sera. Da gente che credeva di essere a casa sua senza  nessun rispetto per regole elementari della decenza. Cantava Toni Tammaro: “Ce ne jamme a’ passà a Pasquetta», «nun tenimmo ‘o costume, ‘o bagno ce’o facimmo c’a mutanda.  Le strade invase da “gentaglia” – ci passerete il termine – che adattatosi alla massa e soprattutto al posto  ha lasciato il buon gusto sul traghetto.  La calata caotica di “bagnanti” (che rappresenta almeno l’80 per cento delle presenze sull’isola, stanziali o pendolari) non può definirsi turismo, anche perché , pur arrecando un flusso economico positivo per alcuni, rappresenta, viceversa, una concausa che ostacola il decollo  di un turismo proprio e organico ( e quindi economicamente e antropologicamente sostenibile).  Lo spettacolo disordinato di volgare e vorace fruizione del nostro territorio è scoraggiante. Procida è un luogo bellissimo e pieno di stimoli ( culturali, ambientali e antropologici) di primissimo livello , ma queste bellezze non sono quelle che trainano il grosso del turismo spontaneo e di prossimità che consuma l’isola. Anzi certe bellezze sono indifferenti al bagnante frettoloso  che vuole solo un po’ di sole e mare non distante dalla sua città ( magari con costi ridotti) e con le stesse comodità della sua vita di tutti i giorni  ( macchina, scooter, e altre chiassose abitudini comprese). E la potenzialità dell’isola è, inequivocabilmente, orientata verso un’altra domanda di turismo ( che allo stato rappresenta , credo, neanche il 20 per cento del totale, con picchi di presenze nella stagione più bassa). Ma , per essere economicamente validi i servizi offerti devono rivolgersi soprattutto al 80 per cento dei turisti , trascinando il livello del turismo procidano verso la mediocrità. Qualche ottimista dice che siamo all’anno zero. Purtroppo, siamo ancora alla preistoria turistica. Certo ci sono ragioni storiche , economiche  e antropologiche per tutto ciò . Troppi aborti turistici, è quello di questi anni è il miglior aborto riuscito.

4 commenti su “LA DERIVA CAFONAL FIGLIA DEGLI ABORTI TURISTICI”
  1. Chi si somiglia si piglia!

    Io penso che se continueremo ad avere Cafoni a fare turismo, Cafoni attireremo.

  2. Il problema serio che abbiamo una classe di imprenditori turistici (salvo le solite eccezioni) che sono di una mediocrità assurda. Partendo da chi crede che con un sorriso si risolva tutto fino ad arrivare a chi crede che con i soldi e le amicizie si possa fare turismo ad alti livelli.

  3. Io penso

    che l’analisi fatta è totalmente insufficiente,offensiva per molte persone( non tutti possono essere belli,ricchi, acculturati etcetc,

    manca di analisi serie dei veri motivi per cui un certo settore ,più qualificato,è mancato , o, si è ridotto fortemente.E’ solo un articolo di facciata,forse, solo strmentale….

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