Redazione | L’argomento trattato giorni fa sulla mobilità sostenibile, sull’uso della bici e di altri vettori elettrici, ha scatenato sull’isola di Arturo un vero e proprio tam tam mediatico. Aprendo discussioni in ogni dove ed in ogni ma. Numerose sono anche le email giunte alla redazione de il dispari, una su tutte quella di una donna I.C che ci raccontato quanto è accaduto ieri sotto i suoi occhi: “ Stavo percorrendo come ogni mattina l’arteria principale di Via Vittorio Emanuele, in direzione San Giacomo intorno alle 08.00 per recarmi al lavoro. Quel tratto di strada a quell’ora è un vero inferno. Mamme che accompagnano i figli a scuola con l’auto o a piedi, scooter di ragazzi che sfrecciano per andare a scuola e per ultimo bici elettriche di bambini ( perché bambini si trattano che si recano alla scuola media) che svolazzano per arrivare tra i banchi di scuola. Traffico bloccato all’altezza del Viale Cacciuttolo e il Pullman che si ferma per dare la precedenza.. Per far ciò ingrana la retromarcia e qui per poco non accadeva l’irreparabile. Una ragazzina – che va alla prima media – con una bici pieghevole bianca elettrica si era spinta fin troppo sotto il bus che venendo indietro per poco non la metteva sotto. Solo le mie grida e quella di un altro signore hanno permesso al povero autista che non ha nessuna responsabilità, di capire che dietro al pullman c’era una bambina su una bicicletta, e di arrestarsi in tempo. Fortunatamente non è successo nulla, ma davvero per molto poco.”
Se questa è la rappresentazione di quanto avvenuto solo ieri mattina, va evidenziato che il fenomeno delle bici elettriche con alla guida bambini o ragazzini che nulla sanno o quasi del codice della strada e nemmeno dei segnali stradali, sta preoccupando non poco la comunità isolana. O se ancora non lo ha fatto è giunto il momento di fare chiarezza e di fare raccomandazioni ai genitori quando mettono alla guida di questi veicoli i figli. I rischi sono tantissimi. E si vedono quotidianamente e non solo nelle ore di punta. Ragazzini che sfrecciano con queste bici ( alcune fuori legge ), contro mano, senza rispettare nessuna disposizione stradale e soprattutto senza casco protettivo. Ce ne sono di tutti i tipi. Per tutte le tasche e per tutti i portafogli. Colorate, maschili e femminili, ruota grande , ruota piccola. Con accessori e clacson e certe addirittura con il programmino per l’Iphone che ti consente di calcolare quanti chilometri hai percorso ( con annesse kcal bruciate ) così, appena rientrato a casa, puoi pubblicarlo sul tuo profilo facebook. In tutto se ne contano circa 2000 unità sul territorio. Una volta in sella, capelli al vento, non sembra vero aver acquistato insieme alla bici anche un’ “Immunità” che ti permette di andare controsenso, di stare sopra la bici a due o tre, di pedalare a fari spenti, di percorrere le ZTl e le isole pedonali.
Purtroppo non dovrebbe essere così: la fruizione delle BICI ( classica ) o a PEDALATA ASSISTITA ( quelle più in voga in questi ultimi anni, quelle per cui non ci vuole l’assicurazione, il casco, la targa, tanto per intenderci ) non consente nessuna deroga al codice della strada. Allo stesso tempo una attenta disciplina degli stessi velocipedi garantirebbe ai cittadini sicurezza, tranquillità e ai ciclisti di non spaccarsi le ossa in un incidente.
Certo è che la promiscuità di uso di molta parte delle strade isolane tra pedoni e veicoli sono una insanabile e costante fonte di pericolo e di disordine a cui le istituzioni – seppur appesantite come sono da una volontà popolare che va nel senso di un indiscriminato uso dei veicoli come libertà individuale – devono dare una risposta che diventa indispensabile alla luce dei tanti scampati pericoli quotidiani, magari incrementando campagne ad hoc.
Premesso che bisognerebbe disciplinare il traffico delle bici elettriche e non,ma sembra che il procidano sia diventato molto insofferente… con le macchine, con i motorini,con le bici e perfino con i pedoni.Vogliono stare da soli per strada…Ma si guardassero loro come circolano!!!!
Articolo perfetto, ma che giunge molto in ritardo.
E’ da tempo che dico le stesse cose e puntualmente vengo attaccato dai “bravi cittadini” che sanno solo affermare il concetto BB VV (Bicicletta= Bravi – Veicoli a motore=cattivi).
Alla fine………è solo una questione di educazione e di rispetto delle regole del c della strada.
buona giornata
Salve, sono la mamma di una ragazza delle scuole medie che va in giro in bici a pedalata assistita! In primis vorrei segnalare che le bici a pedalata assistita sono ben diverse da quelle elettriche( quelle con l’accelleratore, le prime regolari, le seconde no! Noi genitori diamo le informazioni sulla guida ai nostri figli,ma ben lungi da noi dare una preparazione da patentino. Mi chiedo: i vigili urbani perchè non multano le bici in controsenso? quelli che ne fanno un uso scorretto tipo andare in due? le bici con l’accelleratore? e visto che il corpo è ben fornito di personale perchè non istituire un corso a scuola sulla guida sicura? Io come mamma sarei ben felice dell’arrivo di una multa per senso contrario…. mi sentirei più sicura e tutelata!!!
La liberta’ di camminare sul motorino senza caso mi e’ stata tolta anni fa con una legge.Adesso volete mettere il casco anche x andare in bicicletta.Sara’ un problema mio se mi spacco la testa o volete farmi credere che devo mettere il casco xke’ qualcuno si preoccupa di me?
Vi ricordo che in America quel posto dove c’e’ la statua della liberta’ che appunto la rappresenta (la liberta’)il casco nn e’ obligatorio. Cmq tornando al discorso delle biciclette elettriche la signora I.C. ha pienamente ragione,xo’ il problema nn si risolve mettendo il casco o come un’altra che ne sentii l’assicurazione obbligatoria alla bicicletta,si si facciamo mangiare ancora piu’ soldi alle agenzie assicurative,che poi quando succede qualcosa o si pagano semplicemente i danni o si fa “la lettera” e l’assicurazione ti arriva alle stelle.La bambina che stava dietro al pulman stava a rischio sia con il casco che con l’assicurazione o se la mamma e il papa’ ci dicevono nn si fa.La bambina se e’ una bambina i genitori dovrebbero accompagnarla fino a scuola.
Il problema andrebbe risolto facendo 2 cose.
La prima far rispettare il codice stradale alle biciclette,quindi la bambina non puo’ salire in contromano,ma nemmeno la mamma o io o…il sindaco.Ovviamente il comune dovrebbe provvedere ad aggiungere qualche cartello a livello di segnaletica.
Perché a Procida ci crediamo che la bicicletta puo’ fare tutto, contro senzi,passare con il rosso andare a 3….ma non e’ cosi e non e’ la prima volta che vedo bici in controman a 3 o il periodo del semaforo sulla vianuova,passare con il rosso come se fosse verde.
La seconda cosa?
Per guidare la bicicletta elettrica o non elettrica che sia,minimo patente A1 o accompagnati da un possessore di patente da minimo 10 anni nel raggio di 20 metri.
In questo modo tutti coloro che la guidano sanno il codice della strada o x lo meno c’e’ qualcuno nelle vicinanze che lo conosce.
Un ultima cosa se la bambina dietro al pulman stava su una bici non elettrica,a piedi o con i pattini,succedeva la stessa cosa,visto che spesso succede a me con il motorino quando tampono troppo il pulman.
Piu’ tosto i pulman ce l’ hanno l’avvisatore acustico di retromarce ?
Ciao Leo
..piccola precisazione……in America sei libero di circolare senza casco ma di contro devi avere una assicurazione sulla vita e sugli infortuni privata se vuoi essere curato in caso di incidente senza pagare ingenti somme. In Italia la legge tin tutela curandoti gratis ma ti obbliga a indossare il casco per tutelare la tua salute anche preventivamente……..vi prego non siate banali.IO FAREI INDOSSARE IL CASCO ANCHE NEL PASSEGGINO…..
CORDIALMENTE
Tutte belle parole, comunque io insisto sul rispetto rigoroso delle regole da parte di tutti, solo così si può abbattere notevolmente la percentuale di qaulsivoglia incidente, in macchina, in moto, in bici e finanche a piedi. Rispetto delle regole e buon senso, controllori e controllati, è difficile?
Mi sembra un caso veramente chiaro, se diero il pulman c’era un pedone, una bicicletta normale o come in questo caso una bicicletta con pedalata assistita non centra niente!!! Il pulman sicuramente non aveva l’ avvisatore eletrico (visto che i pulman a procida a volte non hanno neanche tutte le porte e delle freccie neanche a parlarne!!) quindi per regola il colpevole sarebbe stato l’ autista (poveraccio) e naturalmente l’ azienda!!!!
Poi vorrei fare notare che in una grande parte del europa ( in citta e cittadine) nei quartieri e permesso andare controsenso con la bicicletta e ci sono i cartelli che chiaramente permettono di farlo!!! a procida non ci sono cartelli e quelli che ci sono ( per esempio divieto di parcheggio) non vengono rispettati, e le velocita a cui sfrecciano le macchine e alcune grosse moto (di cilindrate assurde per andare in giro per l’isola…) sono veramente paurose, senza parlare di alcuni tassisti (si potrebbe anche fare il nome visto che hanno anche il cartello!!) che si credono a montecarlo durante una gara automobilistica,fanno paura persino ai turisti che stanno nel tassi!!!!!E comunque sono del parere che sia esagerato che in prima media abbiano in tanti la bicicletta eletrica, sarebbe piu sano e piu prudente da parte dei genitori comprare per un paio di anni una bicicletta normale cosi i ragazzi imparano meglio a usarla a stare in equilibrio e il tutto a una velocita piu adeguata alle loro capacita.
Bravo Leo
preciso e soddisfacente come sempre nel descrivere questo altro notevole problema.
Purtroppo , sarà , come spesso accade a Procida, fiato sprecato. O servirà ad aizzare l’inutile, sterile, AVVILENTE CONFRONTO tra “ciclisti (intesi come possessori di bici)” e tutto il resto della popolazione. Con buona pace di chi dovrebbe controllare e invece se ne va alle maldive o a rocca..percaso!
Di seguito propongo alla vostra attenzione una lettera (la quarta in tre anni) inviata recentemente al Sindaco, ai consiglieri comunali, alle forze dell’ordine di Procida e al Prefetto. Il forte sospetto è che si cerchi di ottenere un risultato di traffico che le norme di circolazione non permettono e Procida, una forzatura sul tipo dei dossi a via Mozzo (7 anni per toglierli!) e degli inquinamenti sempre proclamati ad usum delphini ma mai misurati. L’alternativa sarebbe di sottoporre a visita oculistica i vigili, almeno quelli in servizio a San Giacomo e aall’Olmo. Il problema a cui sono seriamente interessato, come procidano, è quando si comincerà a discutere di queste cose -e di tante altre- in modo sereno, serio e tecnico, non sotto la pressione di clienti politici sempre più preopotenti.
Oggetto: circolazione incontrollata biciclette Procida.
Egregi Signori,
esaurita l’ubriacatura estiva, da semplice coutente delle strade di Procida quale sono, interessato alla loro sicurezza,mi permetto richiamare la Vs. attenzione sulla necessità inderogabile di mettere finalmente un freno a una certa forma di circolazione folle, incontrollata, imprudente,ormai impudente e pericolosissima,di bici e velocipedi, quale a tutti noi capita di verificare quotidianamente,evolutasi in ragione esponenziale negli ultimi anni a Procida.
A favorirla non è certo l’assenza di norme, stabilito che il Codice della Strada basta e avanza anche per il “veicolo” bicicletta.
Non è neanche la carenza di forze dell’ordine sul territorio;all’opposto,molto presenti.
Non è neanche l’assenza di specifiche direttive dall’alto;stabilito che a un tutore dell’ordine basta la sua sola presenza,un fischietto e l’articolo da citare per fermare un veicolo che,poni,vada in senso vietato,o navighi sul senso opposto di marcia,o si fiondi attraverso lo Stop senza degnarlo di uno sguardo,o anche per riprendere una madre-snaturata-che lanci i suoi pargoli sulla discesa alla Chiaiolella in modo incontrollato su bici giocattolo.
Quali che siano le ragioni dell’inanità evidente dei tutori dell’ordine –la più probabile delle quali potrebbe ironicamente essere un contagio naturale o indotto di cecità intermittente-, resta la necessità di ricondurre la cosa ai suoi giusti limiti, ripristinando il rispetto della convivenza sociale, delle regole di circolazione stradale, della stessa onorabilità professionale dei tutori dell’ordine,è facile presumere messa a dura prova dagli sberleffi costanti dei cicloamatori.
Soprattutto –lo faccio presente per l’ennesima volta- per il pericolo costante che tutto ciò comporta.
Se finora non è accaduto niente di grave è principalmente per la prudenza e la prontezza degli altri utenti,costretti ormai a circolare sotto la spada di Damocle delle biciclette pirata. Qualche volta forse c’è stato anche il miracolo.
Procida,purtroppo, non è Lourdes.Gli ex-voto delle sue chiese parlano di miracoli su navi,non su bici.
Se,come tutte le premesse sembrano indicare, qualche miracolo è destinato a saltare, ognuno di noi sarà costretto ad interrogarsi sulla propria responsabilità per aver confidato solo su di esso,sfidando,come il tipo storicamente famoso,l’ira di Dio. Non una ma mille volte.
Con osservanza.
Pasquale Carabellesege