Redazione | È un atto d’amore “Gente di Procida” Pescatori, Marinai, Contadini e preti che il decano dei giornalisti procidani e scrittore Domenico Ambrosino (kiodo) ha voluto dedicare alla sua terra. A quella Procida che affascina e che ammalia anche i più palati più raffinati.
Il libro racconta un viaggio nel tempo odierno e passato, dove la modernità si mescola alle antiche tradizioni, descritto con grande partecipazione dallo scrittore. Un’isola ricca di storia e di tradizioni, sottomessa nei secoli, dove ogni categoria ha lasciato segni indelebili nell’anima di un popolo che è oggi alla ricerca di una propria identità e di una nuova linfa come dice nella prefazione il prof. Domenico De Masi, noto sociologo partenopeo “oggi Procida non è più una “comunità”, una GEMEINSHAFT, e non è ancora una “società”, una GESELLSCHAFT.”
Una lettura che apre a inedite biografie e storie di vita, una lettura in cui emergono i legami tra diversi spaccati della popolazione: conoscendone la storia che in fondo appartiene a una comunità ricca di tradizioni e profumi che non smettono di sorprendere. Il Kiodo nella sua stesura fa quasi rivivere quelle storie, attraverso testimonianze, ricordi, interviste dei protagonisti : pescatori, marinai, contadini, preti, la sua gente. Ecco allora le tonnare, le lampare, le saccaleve, lo strascico. I procidani sono abili pescatori e, nel primo dopoguerra, esporteranno fino a TRIESTE la tecnica della “circuizione”. Poi arriva la Navigazione: le petroliere americane lo shipping italiano della ricostruzione postbellica, le navi da crociera, le unità della ricerca oceanografica del CNR. C’è anche la Marina Militare nel tragitto dei procidani in particolare col corpo delle Capitanerie di Porto. UOMINI DI MARE, ma non solo. I procidani sono anche uomini di terra con le “parule”, i limoneti, i vigneti, i frutteti, e infine la tradizione religiosa con i suoi preti, le sue chiese, le sue otto Grancie”.
A fine 1800 a Procida c’erano ben novanta preti e trenta chierici che si preparavano a diventarlo. Il libro è corredato anche da una serie di schede che descrivono e documentano le varie attività economiche, frutto di una ricerca attenta e appassionata che si avvale del lavoro giornalistico dei ventotto anni di pubblicazione del giornale isolano Procida Oggi. Non mancano le curiosità come l’assaggiatore di Latrina e gli scoop come la scoperta dell’unico procidano nato sull’isola di Vivara.
Dice Ambrosino: “Il libro è soprattutto un’esortazione ai giovani: ragazzi amate il vostro scoglio e siate orgogliosi della sua storia e delle sue tradizioni”. Un libro che veramente consente di conoscere le radici della cultura isolana con i sacrifici dei nostri genitori e dei nostri nonni”
Il libro edito da Massa Editore sarà presentato domani nella sala comunale “Vittorio Parascandola” a Procida. Ne discuteranno dalle 17.30 con l’autore, i giornalisti Maria Laura Massa, Luigi Covatta, Ermanno Corsi, Antonello Velardi, Antonio Lubrano e coordinati da Ciro Cenatiempo. Il libro darà simbolicamente il via così alla tre giorni della “settimana della cultura” che vedrà poi il clou con la serata del Premio Elsa Morante dopo domani sera.