Redazione | Il ventinove settembre di ogni anno in quasi tutte le famiglie dell’isola di Arturo c’è qualcuno da festeggiare. Un pò come succede a Napoli nel giorno di San Gennaro. L’odore della festa lo si percepisce di buon mattino quando i primi colpi di mortaio salgono al cielo. E’ San Michele ed in ogni casa si respira un’aria diversa. Non solo per i tanti procidani che portano il nome dell’Arcangelo ma anche per tutto ciò che riguarda l’aspetto rituale dei festeggiamenti che si svolgono a Terra Murata. La messa diventa quasi un obbligo, i bambini portano le bandiere, gli adulti le candele. Il Santo Patrono accoglie la popolazione nella sua abbazia in una sorta di abbraccio che stringe forte tutti i Procidani, presenti e lontani. Il punto più toccante lo si coglie quando poi dall’Abbazia si snoda una piccola processione con la statua argentea del santo patrono fino al “Mulino” del carcere, dove avviene la benedizione e intonato il famoso canto “Al gran principe degli angeli..”
Quest’anno la celebrazione della Santa messa è stata affidata al vescovo ausiliare di Napoli, Sua Ecc. Gennaro Acampa, da poche settimane insediato nella sede cardinalizia del capoluogo partenopeo. Alla cerimonia hanno partecipato il clero al gran completo e le autorità civili e militari. Folta la partecipazione dei cittadini e dei bambini che hanno accompagnato prima la messa e poi la processione dell’antica statua dell’Arcangelo Michele portata a spalla dai confratelli della congrega dei gialli. Una tradizione che si perde nei secoli e di cui i procidani sono gelosi custodi. Durante l’omelia il Vescovo Acampa ha ricordato i suoi trascorsi sull’isola e i rapporti di amicizia intrecciati negli anni. A fare gli onori di casa Don Lello Ponticelli e Mons. Michele Del Prete. Dopo la cerimonia e dopo l’affidamento della comunità procidana alla protezione del santo Patrono, la processione ha fatto rientro presso l’abbazia di San Michele.
“E’ sempre un’emozione vedere San Michele – ci dice Maria Esposito – affido a lui le mie preghiere per la mia famiglia. Ogni anno vengo sempre dal cottimo per assistere a questa processione”. In effetti è bene ricordarlo sull’isola di Arturo per ben due volte all’anno si festeggia San Michele. Una volta proprio il 29 settembre giorno dei santi arcangeli e l’altra più “pomposa” l’otto maggio. Quest’ultima in ricordo del miracolo per la liberazione dai saraceni. Al Santo viene attribuito il prodigioso miracolo del 1535 contro i pirati e numerosi miracoli successivi: nel 1799 San Michele liberò l’isola dall’attacco di briganti napoletani; nel 1855 liberò l’isola da una grave siccità; nel 1866, 1873, 1893 salvò i procidani dal colera; nel 1883 salvò l’isola dai danni di un devastante terremoto. I procidani per devozione e ringriamento fecero realizzare nel 1727 la splendida statua, in argento e oro, alla quale donarono preziosissimi oggetti devozionali, gli ex-voto quali la spada, lo scudo, la bilancia, il cimiero con 9 piume e tanti altri.