Sebastiano Cultrera | Una bella serata. Un grande palco allestito per l’occasione per uno splendido coro in un’orchestra, composta da 120 elementi, ha eseguito pochi giorni fa i brani del periodo pop-sinfonico dei Pooh con gli arrangiamenti originali del Maestro Quadrini, che ha splendidamente diretto la serata.
Bellezza incommensurabile. Godimento allo stato puro.
Oltre all’esecuzione di Parsifal, lo storico album-suite dei Pooh pubblicato più di 40 anni fa c’è stato anche un revival di alcune storiche canzoni dei POHH.
Si è trattata, infatti, di una delle tappe (la quarta) di un tour legato a una alta operazione culturale e musicale nel solco dell’integrazione tra la musica pop e rock italiana con le enormi potenzialità di una grande orchestra.
Complimenti al Comune di Procida che è riuscito a inserire nella propria progettazione, supportata dalla Regione Campania, un evento di grande livello e di grandissima godibilità. Il tutto è stato inserito nel progetto regionale “Alla scoperta della Campania: Procida un’isola da vivere in tutti i sensi” promosso dall’ass. Fabrizio Borgogna al quale va tutto il nostro plauso e un grande e affettuoso abbraccio nella speranza di vederlo al più presto attivo come sempre.
Ma va riconosciuto anche al Sindaco, al delegato al turismo e al servizio turismo comunale di avere prodotto uno sforzo realizzativo adeguato all’evento, anche se si racconta di difficoltà organizzative dietro le quinte con discussioni animate con i responsabili artistici dell’evento. Evidentemente era complicato interfacciarsi con una mentalità organizzativa diversa.
Ma alla fine il prodotto artistico e di spettacolo che ne è venuto fuori è stato di livello così alto che, a mia memoria, sull’isola faccio fatica a ricordare un evento paragonabile a quello di ieri sera.
Certo Roby Facchinetti è un mito, uno di più grandi compositori e musicisti italiani, un personaggio di spettacolo di livello TOP e, soprattutto, un artista dai grandi contenuti musicali e poetici.
E’ stato il mattatore della serata, ma lo ha fatto in punta di piedi, con il rispetto che sentiva di dovere alla orchestra e al grande coro diretto dal maestro Quadrini.
Un mix di voci, musiche e parole (in una bella intervista nel corso della serata ci ha raccontato della sua vicenda artistica) che ha travolto con garbo e passione le emozioni, i sentimenti e i pensieri (“non restare chiuso qui: PENSIERO!”)
Nella piazza rimbalzavano e prendevano il volo, tra il pubblico, tutte le note e le parole più suggestive. Che liberavano nei cuori della gente gli amori del passato, le passioni presenti, i desideri futuri.
L’organizzazione della serata, diretta da Lello Gomez, va inoltre apprezzata per dei “particolari” non irrilevanti. Tutti derivanti dalla grande professionalità dell’evento e della sua impostazione artistica, organizzativa e tecnica.
La qualità sonora è stata eccellente, e il dato non era affatto scontato, considerato che si trattava di mettere insieme un grande coro, una grande orchestra e Roby Facchinetti con una band rock. Il risultato è stato molto buono. Le sbavature sono state veramente pochissime e tutti coloro che erano posizionati DI FRONTE al palco hanno goduto di un concerto straordinario, naturalmente per la qualità artistica e musicale, ma anche per l’ottimo mix e livello sonoro.
Stesso discordo riguarda la luce. Equilibrata e discreta. Quando la luce e gli effetti luce “si vedono poco” vuol dire che il dosaggio è quello giusto.
La pulizia scenografica e sonora, quell’ordinata semplicità nell’uso dell’insieme di luci, suono e emozioni, insieme con la bravura di Facchinetti e dei musicisti presenti ha contribuito alla magia della serata.
Quindi un applauso meritato a tutti.
Adesso, però, mi chiedo, non sarebbe il caso, finalmente, di fare tesoro di una esperienza del genere sulla nostra isola e magari, con umiltà, cogliere e replicare alcuni aspetti decisamente positivi della serata?
Vediamo a un paio di elementi tecnico organizzativi che andrebbero tenuti come punti fermi per il futuro.
Il posizionamento del palco è stata la soluzione che ha determinato la riuscita della serata.
Ed è e sarà la chiave del successo di chiunque, nel futuro, vorrà fare una prestazione di livello in questa bella piazza. La cocciutaggine e l’abitudine costringono alla pessima soluzione del palco posto dal lato mare: ciò costringe la musica sparata verso la palazzata delle case, creando problemi acustici difficilmente gestibili con ricadute difficili sulla gestione dei volumi sonori e della comprensibilità.
Inoltre il posizionamento antistante la chiesa ha consentito di valorizzare la Chiesa, restituendo all’evento una quinta naturale inimitabile. La luce era irrogata da pali alti e poco invasivi, abbandonando la pesantezza ed invasività dell’americana piena di luci che, in un evento pulito e tranquillo, viene utilizzata solo a un decimo della potenzialità. Luci bianche ma calde e tenui riflessi colorati, lentamente cangianti, sulla Chiesa. Insomma l’isola di Procida, ma la stessa Campania ieri sera hanno dimostrato che realizzare cose buone E’ POSSIBILE.
Non lo è quando si vogliono fare i tuttologi, quando ci si crede di potersi sostituire ai professionisti.
Spero che soprattutto i più giovani colgano la lezione. E guardino anche l’altra parte della medaglia di una buona organizzazione. Un lavoro serio e tanta professionalità. Dimenticando per sempre le idee delle serate tipo dilettanti allo sbaraglio nelle quali qualcuno magari pensa che per ascoltare meglio basta alzare il volume e per fare “scena” basta accendere dieci fari rotanti rossi e gialli.
L’arte invece è quella che abbiamo visto ieri sera, col corredo di professionalità, pulizia di esecuzione e semplicità. Spero proprio che cominci a muoverci un processo di IMITAZIONE della BELLEZZA e smetta il proliferarsi di (più o meno) improvvisati organizzatori, pubblici e privati, di eventi che ragionano spesso solo in funzione di una logica provinciale o di festa del paese, in cui talvolta, il fine non è la migliore riuscita dell’evento, ma quello di accontentare Tizio o Caio, a scapito della professionalità.
Anche i tanti ragazzi che si avvicinano alla musica e all’arte da queste occasioni hanno tanto da imparare. Viceversa dai dilettanti allo sbaraglio, magari su un palco male allestito e con microfoni che fischiano, non c’è nulla da imparare!