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ABUSI EDILIZI? DA RENZI, MULTA DI 20 MILA EURO PER TUTTI

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Nov 17, 2014

Redazione | Benedetto o maledetto Sblocca Italia? Dipende da come si legge, quel che conta è che con l’approvazione del famoso decreto voluto dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il numero 133/2014 che è stato approvato in via definitiva, con modifiche, dal Senato lo scorso 6 novembre e che sta per essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale è nascosta, o meglio, non è risaltata una mazzata tremenda che distrugge, definitivamente, ogni speranza per la nostra economia edile e, finalmente, lascia passare il concetto che gli abusi non restano impuniti.

Al netto di tutte le altre modifiche e “sblocchi” che il Decreto offre al settore edile e che, per i quali, noi siamo tagliati fuori per gli ovvi motivi di “vincoli”, la vera e propria rivoluzione nascosta nello Sblocca Italia, arriva sul versante sanzionatorio.

Con la modifica rispetto al testo originale dell’articolo 17, “Capo V, misure per il rilancio dell’edilizia”, lo Stato Italiano ha introdotto, per dirla in breve, una sanzione economica per chi non rispetta l’ordine di demolizione. Prima di continuare, non pensate subito alle case, alle costruzioni o ai solai. Qui si parla di qualsiasi abuso edilizio realizzato e per cui “l’autorità comptente” (comune) può emettere l’ordinanza di demolizione: la tettoia, la finestra o qualsiasi altra modifica non autorizzata. Una vera e propria mazzata che, fino ad oggi, non era mai stata pensata.

Una mazzata che, come se non bastassero tutte le altre assurde limitazioni a cui siamo sottoposti, per noi ischitani deve essere irrogata nella misura massima: 20 mila euro per ogni ordinanza di demolizione non rispettata. Senza se e senza ma.

Seguitemi per capire il processo.

Tu fai l’abuso, magari una piccola tettoia o sposti una finestra. I vicini o i nemici avvertono i vigili urbani o si “trova a passare” l’UTC e vieni beccato. L’abuso viene scoperto e l’UTC provvedere ad emettere ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi. Fino ad oggi ci si fermava li e “campa cavallo”. Oggi invece, scaduti i termini che si hanno a disposizione per procede con la demolizione, normalmente fino a 90 giorni, arrivano i vigili urbani e verificano che non si è provveduto al ripristino. Qui entra in gioco lo “Sblocca Italia”. Dopo l’accertamento del “non ripristino” o “demolizione non eseguita”, il dirigente comunale è “costretto” ad emettere la sanzione di 20.000 mila euro. Ed è proprio costretto, perché, la nuova legge prevede che “La mancata o tardiva emanazione del provvedimento, fatte salve le responsabilità penali, costituisce elemento di valutazione della performance individuale, nonché di responsabilità disciplinare e amministrativo-contabile del dirigente e del funzionario inadempiente.“ Ops, è finita la zizzinella: o si demolisce o si paga. Anche perché non credo, si troverebbe un dirigente così folle da evitare di firmare…

Come dicevamo ci troviamo davanti ad ogni tipo di abuso, sia grande che piccolo: dalla finestra al balcone, dal pergolato al muretto di recinsione, fino ai piccoli locali tecnici o similari.

Il cuore della nuova norma è questo: “L’autorità competente (il comune, nei nostri casi, ndr), constatata l’inottemperanza (la demolizione o il ripristino dello stato dei luoghi, ndr), irroga una sanzione amministrativa pecuniaria di importo compreso tra 2.000 euro e 20.000 euro, salva l’applicazione di altre misure e sanzioni previste da norme vigenti. La sanzione, in caso di abusi realizzati sulle aree e sugli edifici di cui al comma 2 dell’articolo 27, ivi comprese le aree soggette a rischio idrogeologico elevato o molto elevato (l’isola intera!), è sempre irrogata nella misura massima. La mancata o tardiva emanazione del provvedimento, fatte salve le responsabilità penali, costituisce elemento di valutazione della performance individuale (dirigenti spalle al muro!) e, nonché di responsabilità disciplinare e amministrativo-contabile del dirigente e del funzionario inadempiente.”

 

 

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