Redazione | La resa di pochi giorni fa di Marco Baldini – storica spalla di Fiorello – di fronte al gioco di azzardo e ai suoi debiti, ha riaperto anche sull’isola di Arturo il dibattito sulla ludopatia. L’argomento – molto spinoso e delicato – è stato oggetto giorni fa anche di interrogazione in consiglio comunale. Un botta e risposta tra il Capo Gruppo di minoranza Dino Ambrosino e l’assessore alle politiche sociali Maria Capodanno. Ambrosino nella sua interrogazione si è soffermato sul fenomeno e sui danni perpretati sulla salute pubblica : “Studi storici hanno dimostrato la stretta correlazione tra i periodi di crisi economica e la propensione al gioco compulsivo: la ludopatia. Una malattia di cui oggigiorno si parla sempre con maggiore frequenza e che riguarda anche gli adolescenti. Un recente articolo del quotidiano La Stampa ha pubblicato inchiesta secondo cui il 20 per cento dei ragazzi italiani tra i 10 17 anni ha giocato d’azzardo almeno una volta nella vita. I dati emergono da un’indagine promossa dalla Società Italiana Medici Pediatri ed all’ Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza a conferma che proprio di rischio per la salute bisogna parlare. Molti comuni stanno valutando iniziative, che consentono di limitare e controllare il fenomeno. In modo particolare gli amministratori della Lombardia, hanno sottoscritto il manifesto per la legalità contro il gioco d’azzardo per chiedere al Parlamento italiano una nuova legge. Nella proposta c’è la richiesta di estendere il potere di ordinanza dei sindaci per definire l’orario di apertura delle sale da gioco e chiedere inoltre che sia concesso ai Comuni e alle autonomie locali di esprimere un parere preventivo per prevenire il gioco patologico e la vigilanza sui flussi economici che ruotano attorno alle sale gioco società di gestione. In più di destinare l’uno per cento del fatturato dei giochi alla cura dei malati e lo 0.50 ai Comuni per tali politiche sociale di prevenzione e contrasto e cura. Considerato che anche sull’isola negli ultimi anni si è diffuso il fenomeno del gioco, dimostrato dalla recente apertura di tre sale e dal collocamento di slot machine presso diverse attività commerciali”. La risposta dell’assessore Maria Capodanno è stata anch’essa di condanna a tale fenomeno sviscerando dati e numeri davvero allarmanti. La replica articolata ha rilevato come il fenomeno del gioco d’azzardo ha avuto una tendenziale aumento relativo al momento di crisi anche a Procida. Sul territorio persistono tre esercizi autorizzati a Marina Grande dalla Questura di Napoli commissariato di Ischia per 57 slot machine e cui vanno aggiunte quelli riguardanti altri 12 esercizi commerciali bar tabaccheria e un ristorante, per ulteriori 38 macchinette e 12 videogiochi per un totale di 95 macchinette che hanno la maggiore concentrazione a Marina Grande. L’assessore ha evidenziato l’impossibilità di conoscere il volume di gioco interessato. La stessa si è detta ben disponibile ad aderire ad iniziative che vadano nella direzione di promuovere la rivisitazione della normativa che vincoli le modalità di gioco e prevengano – nei limiti del possibile – l’ ampliarsi del fenomeno. Una cosa difficilissima perché non possiamo non ricordare che si tratta di un problema complicato alimentato anche dall’interesse che ha lo Stato per questo settore, basti pensare che nell’ultima legge di stabilità, dal gioco ci dovrebbe essere un recupero di 1,5 miliardi di euro in tasse sulle slot machine. L’intervento dell’assessore si è concluso con auspicio: “ Bisognerebbe finirla di perpetrare una tipica ipocrisia italiana come per le sigarette, se non si vuole gridare a vuoto bisogna mettere insieme tutte le strutture sociali: Chiesa, Scuole e associazioni per verificare insieme o ognuno per la propria competenza cosa si può fare soprattutto nel premere come enti locali per la rivisitazione della normativa del settore”