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TGPROCIDA

Raccontare il presente, capire il futuro

Le coscienze dell’autunno, dell’inverno, della primavera e dell’estate: secche, fredde, piovose, insopportabili

Ditgprocida

Nov 23, 2014

Fabrizio Lubrano Lavadera | La premessa è d’obbligo: non fitto case, non ne possiedo, né tantomeno prevedo una mia entrata nel mercato immobiliare nel breve periodo. Mi scusino i lettori di questa formale precisazione, ma si sa, a Procida l’attacco alla persona presumendo e pretendendo che ella sia in conflitto d’interesse è sport di tutti e per tutti.

Vedete… leggere a più riprese la parola coscienza   (https://www.tgprocida.it/wordpress/lautunno-delle-coscienze-droga-atti-vandalici-e-la-casetta-2/)  mi ha fatto ribollire il sangue. Giuro. Eh sì perché per farvela breve prendersela con giovani e “fittacase” tirando in causa le loro coscienze è solo e soltanto, a mio modesto parere, pura vigliaccheria, irresponsabilità, disonestà intellettuale. E aggiungo: che non mi si venga a parlare di punti fermi, in una comunità che di punti fermi ne ha ben pochi, se si esclude il lassismo e la strafottenza verso tutto e tutti. E mi chiedo: dov’è la coscienza di un popolo che privilegia il traffico alla vivibilità? Dove si nasconde la coscienza di una mentalità che si cura del suo orticello anziché del verde pubblico? E pretendo: se un genitore si rivolge alle istituzioni per dire “no!” a suo figlio mi si lasci il dubbio che egli abbia fallito come genitore; se un’amministrazione si limita a vietare, senza preoccuparsi di proporre soluzioni alternative, mi si lasci il dubbio che essa abbia fallito come amministrazione.

E ditemi la verità: credete davvero di cavarvela con posti di blocco in ogni dove e camionette, mettendo a ferro e fuoco un’isola dove, scusate la franchezza, già non c’è un emerito cazzo da fare? Ma sapete che vi dico, scegliendo volontariamente di cadere nel paradossale? I giovani non solo bisogna lasciarli in pace e lasciargli fittare case, casette, ville, palazzi e grattacieli, anzi, bisognerebbe pure fargli un plauso per la costanza con la quale mantengono ancora in vita una tradizione, su uno scoglio che ricorda la sua storia solo il Venerdì Santo.

E concludo: non credo possa essere un luogo a far perdere il senno, darsi alle droghe, atti vandalici e quant’altro. Converrete con me se dico: un ragazzo che abbia deciso di “osare” potrebbe verosimilmente farlo in casa vostra, magari davanti ai vostri occhi, mentre siete intenti a raccogliere memorie manco foste Cesare Beccaria (Dei delitti e delle pene), o a vivere quello che chiamate quotidiano?

E così, l’album di famiglia delle coscienze s’arricchisce di nuovi ospiti inattesi. Ospiti incappucciati sotto un triste velo d’omertà, percossi dalla più povera delle povertà: il moralismo sempre e comunque.

7 commenti su “Le coscienze dell’autunno, dell’inverno, della primavera e dell’estate: secche, fredde, piovose, insopportabili”
  1. Parole sacrosante Sig. Fabrizio.

    Ma non ti preoccupare : E’ solo una grande sceneggiata.

    Che si materializza,guarda caso,in prossimità delle feste natalizie.

    Servono queste sceneggiate, a più di qualche persona, o autorità costituite,e,servono pure ai mass-media…

    per diversi motivi,per essere in quache modo visibile..,per far vedere che esistono…ma è tutta folla…

    Le realtà,quelle, si,che esistono, dello sfascio totale dello Stato che fa poco o niente per sradicare alla radice…i problemi (droga,alcol ,etetcetc)

    quelli ,si,che dovrebbero essere affrontati..

    non le sceneggiate alla napoletana,alla Francischiello..

  2. Cosa significa “non c’è un cazzo da fare?”. Le isole sono così, c’è il vento per la vela e il mare per la canoa… altrove il resto del mondo con altre occasioni.

  3. penso che , come sempre, la verità e il “giusto” modo di comportarsi sia sempre al centro tra le due opinioni. Infatti non si capisce come possano, mamme che permettono ai loro figli (minorenni) di rimanere fino all’alba per strada e a volte anche fuori Procida, e poi le stesse mamme non vogliono che si fittino le casette; mamme che si vantano dei loro figli anche dopo che hanno combinato stronzate enormi , e poi se la prendono con il bar che ha dato loro da bere.
    D’altra parte però dire che qualcuno (ragazzo) potrebbe osare anche in casa alla pari di luoghi (anche casette) lontani dalla presenza dei genitori e in probabile pessima compagnia mi sembra un po fantasioso. Sicuramente i rischi sono notevolmente maggiori; lo stesso vale per i posti di blocco; l’unica cosa che ho trovato di negativo in quella azione dei CC di ieri sera è stata la platealità; a parte che i giovani lo avevano capito già dalle 5 del pomeriggio che ci sarebbe stato un controllo in serata; Io però penso che vista l’incapacità , anzi l’impossibilità di poter cambiare le regole di questo stato (non facciamo utopia) , ben vengano controllo da parte delle forze dell’ordine, anche se in modo meno plateale , ma più continuo e regolare; perchè che tu ragazzo o adulto voglia bere o meno, a me non è che interessa tanto! ma mi interessa eccome se devo correre il rischio di essere investito da te che ti sei divertito ma ti sei anche ubriacato e ti metti in auto o in moto e metti a rischio la vita degli altri!

  4. Complimenti al sign.Fabrizio Lubrano Lavadera sono parole e concetti da condividere a pieno e farne base per una profonda riflessione.

  5. daccordo con quanto scritto dal sig Fabrizio io aggiungerei che lamentarsi fa parte del DNA della razza procidana e che demandare ad altri quel che compete anzitutto ai genitori pure fa parte di tale DNA…..ma, io mi chiedo così terra terra, i soldi a sti benedetti figli per spendere e spandere specie al sabato sera chi li dà?

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