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TGPROCIDA

Raccontare il presente, capire il futuro

ATTENZIONE: DOPO LE PRIMARIE CI SONO LE VERE ELEZIONI di Sebastiano Cultrera

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Dic 23, 2014

Sebastiano Cultrera | Mille trecento venti tre persone non sono poca cosa in una realtà come Procida. E’ stata una gioiosa e lunga epifania di partecipazione e di democrazia. La “Procida che Vorrei” è cresciuta, ed è cresciuta bene. Se all’inizio sembrava stentare l’idea di coinvolgimento ed apertura, alla fine tutto si è risolto in un ampio successo. Per Dino Ambrosino, facile dominatore delle primarie, per gli altri protagonisti e per la macchina organizzativa, all’altezza dell’evento. E’ indubbio che la candidatura dell’ultim’ora di Gianni Scotto di Carlo è stata fondamentale a raddrizzare un meccanismo che stava nascendo dietro lo scetticismo di molti, anche tifosi di quella parte politica. La generosità della sua disponibilità è servita a rendere, apparentemente, più competitivo il meccanismo. E anche l’apparato “storico” della sinistra post comunista procidana si è attivata, insieme con molti simpatizzanti del giovane consigliere comunale. Il risultato è stato notevole e deve fare riflettere i teorici del voto clientelare e i cercatori (come per i tartufi) di “voti nelle case”. Certamente i voti (gli elettori) stanno nelle case. Ma hanno dimostrato, anche a Procida, che quando scendono poi a votare, scelgono il cambiamento. Un dato rimarchevole, infatti, è stato quello della partecipazione di un elettorato variegato: giovani, anziani, famiglie e elettori di diversa condizione socioeconomica hanno affollato i tre seggi messi a disposizione dei cittadini. L’afflusso maggiore registrato alla Marina naturalmente è collegato all’appeal del presidente Arturo Staropoli e della sua crew (ma molto più realisticamente è dipeso dalla centralità del seggio stesso, posto in luogo di grande frequentazione come l’agenzia Graziella). Già allo scrutinio di quel seggio il dato appariva chiaro con il vantaggio via via sempre più incolmabile di Dino Ambrosino. Prima di passare al futuro prossimo è bene rimarcare il grande impegno dell’altro candidato Eugenio Michelino. Ha svolto una campagna molto efficace e chiara dal punto di vista dei programmi e dei messaggi proposti. Ha interpretato nella maniera più ampia il concetto delle primarie ed è sicuramente riuscito a conquistare alla sinistra locale una fetta non residuale dell’elettorato storicamente conservatore. Ma l’onere di vincere le secondarie, cioè le elezioni amministrative di primavera spetta soprattutto al vincitore Dino Ambrosino. Attualmente è in pole position nel Gran Premio di via Libertà. Riuscirà a mantenere la posizione e finire tagliando il traguardo per primo?  Qualche detrattore già fa circolare il facile paragone con il “suo” Bersani : vinse trionfalmente le primarie , ma crollò miseramente nelle elezioni “vere” successive. Io non credo questo. Credo che, se vorrà liberarsi di un po’ di zavorra ideologica, ha le carte in regola, almeno antropologicamente, per proporsi come il “Renzi” procidano, con vantaggi per sé, per il suo partito e per Procida.

A favore avrà l’entusiasmo e un meccanismo organizzativo rodato, un partito vincente e la freschezza della sua immagine.  Di contro potrà avere tutto ciò che potrà indebolire i suddetti plus, cioè un calo di entusiasmo (anche derivante dal rischio di frammentazione della sua squadra), una incapacità di reale sinergia con i livelli regionali e nazionali del partito (e i sintomi di una “autosufficienza” territoriale si sono visti nella modalità di preparazione delle primarie), e l’appannamento di immagine appiattendosi alle logiche della politica politicante. E’, naturalmente, una prova importante, quella che spetta a Dino Ambrosino. Finora ha dimostrato, con successo, di essere dotato di caparbietà e determinazione; e di un sostanzioso consenso. Servono adesso doti di equilibrio e di maturità politica. Ci saranno? La posta in gioco è il futuro di Procida.

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