Redazione | La vicenda degli ultimi giorni. Marittimi sempre più soli. Ruoli e responsabilità per la gente di mare. Cosa è stato fatto e cosa manca ancora?
L’importanza del settore marittimo per l’economia globale è evidente già nel fatto che le navi e i marittimi muovono il 90% del commercio mondiale e partendo dal presupposto che il personale navigante italiano, sottoposto a continui controlli, corsi d’aggiornamenti, è uno dei migliori del mondo con alta professionalità e preparazione, troviamo assurdo che ogni volta che un avvenimento eclatante avviene nel campo marittimo, venga posto sotto accusa la gente di mare.
I processi mediatici in cui personaggi che non conoscono né una nave, né la complessità della stessa emettono sentenze accusando d’incapacità il Comandante di turno e l’equipaggio della nave, sono diventati una vergogna. Tutti diventano eroi tranne chi, a discapito della propria incolumità, cerca in tutti i modi di salvare i passeggeri e la nave a loro affidata. Le autorità preposte ai controlli, le Capitanerie di Porto, il Rina, Gli armatori, i cantieri ecc. sono tutti assolti in partenza tranne i marittimi colpevoli a prescindere. Come giustamente dici i Marittimi restano SOLI.
Quale autorità ha mai chiuso un porto per avverse condizioni meteo marine impedendo alle navi di partire lasciando il Comandante a decidere? Quale armatore ha emesso polizze di carico in funzione della capacità della nave e non sottoponendo il Comando navi a continue pressioni? Molte volte si cede per non mettere in pericolo il proprio posto di lavoro.
Cosa manca? Una “AUTORITY “ a similitudine dei paesi Nord Europei e Americani, che si assuma le responsabilità del caso lasciando agli equipaggi il solo compito della conduzione.
Saliamo sulla “ Norman Atlantic” come può accadere che tutto vada in fumo ?
Bisogna innanzitutto vedere le cause dell’incendio e come si è propagato. I mezzi d’estinzione attivi e passivi sono collaudati e sottoposti a continui controlli da parte del RINA e delle Capitanerie di Porto e i Cantieri di Costruzione dovrebbero garantire in qualunque condizioni il completo spegnimento dell’incendio dei garage di carico. Il personale preposto può e deve solo azionare i sistemi di spegnimento ( a pioggia, a schiuma ad alta espansione ecc) sperando nella sufficienza ed efficacia del sistema. Ora l’indagine in corso dovrà rispondere a tali quesiti e credo fermamente che l’equipaggio abbia assolto con professionalità al proprio compito.
Da ex dirigente della gloriosa Tirrenia e stimato capitano di Macchine ti è mai capitata una cosa simile ?
Fortunatamente in Tirrenia mai se non qualche principio d’incendio dovuto ai carri frigo a causa di mal funzionamento delle apparecchiature di refrigerazione, a freni caldissimi con conseguente bruciature delle gomma, a qualche autista incosciente con inizio d’incendio in cabina di guida ecc. Per un ritorno di fiamma in caldaia in Golfo Persico la nave prese fuoco con conseguente abbandono nave, ma erano altre navi ( baby Liberty) e altri tempi non paragonabili alle normative attuali. A tal proposito voglio ricordare solo l’Achille Lauro, e la Moby Prince incendiata fuori LIVORNO con la perdita di tante vite umane e ancora non si conoscono le responsabilità .
La sicurezza sulle navi. Se ne parla da sempre. Arriva il morto, si accendono i riflettori e poi tutto torna nella quotidianità. Da dove iniziare ?
La sicurezza della navigazione e della vita umana in mare abbraccia molteplici aspetti, dalla costruzione della nave, alle operazioni mercantili, alla conduzione a bordo e nel rapporto con gli altri, al soccorso. E’ frutto di prevenzione e formazione.
Le regole che sono scritte vanno rispettate ed attuate perché sono il frutto dei rimedi che l’esperienza ha prodotto per aiutare a vincere la sfida quotidiana che chi solca il mare deve affrontare. Vanno osservate per il rispetto della propria vita, di quella degli altri e del mare stesso. Nessuna misura di prevenzione è superflua come fondamentale sono la formazione e l’aggiornamento professionale. Tante cose sono cambiate in tema di sicurezza in particolar modo relativamente alla costruzione delle navi. La normativa internazionale, comunitaria e nazionale di settore si basa sul principio che il mezzo più efficace per prevenire sinistri marittimi è quello di progettare, costruire, attrezzare e mantenere le navi in conformità con le convenzioni e gli standard internazionali inerenti gli aspetti di sicurezza della navigazione e sicurezza del lavoro a bordo. Come si può ben capire l’equipaggio ha solo il compito di condurre nel miglior dei modo una nave a loro consegnata e da altri progettata. Ora una causa di sinistri è dovuta anche alle difficili comunicazioni tra i membri dell’equipaggio, sempre più di nazionalità diverse. Come ben si sa gli ordini devono essere rapidi e altrettanto la loro esecuzione per evitare errori che mettono in pericolo il singolo e la nave stessa. Ma il doppio registro sulle navi Italiane, voluto dagli armatori per ragioni economiche, ma approvato dalle Autorità Italiane, può portare a tali errori umani. Naturalmente c’è molto da fare. Le imprese Armatoriali tendono logicamente a risparmiare sugli adempimenti, sugli armamenti e i lavoratori non fanno rilevare le inadempienze per non trovarsi disoccupati. Ma é la categoria dei marittimi che deve avere una diversa considerazione e collocazione nel mondo del lavoro essendo ancora fuori dallo statuto dei lavoratori. Vorrei auspicare che il settore marittimo sia posto al pari di tutto il mondo lavorativo. Il marittimo non può essere ancora definito “ Lavoratore Atipico” ed essere soggetto a “Contratto D’Arruolamento”.
Il ruolo del Comandante e quello della Società armatrice. Chi comanda su una nave ?
Il Comando nave nella sua interezza, come si può ben capire, è sottoposto a continue pressioni per ragioni economiche e commerciali, ma alla fine è considerato l’unico su cui scaricare tutte le responsabilità. Deve rispondere ai vari responsabili a bordo ma alla fine quando vengono contattati, di fronte alle difficoltà, la risposta e quasi sempre “Vedete Voi “
L’Associazione da te presieduta: vi muoverete nella direzione di promuovere occasioni d’incontri e di dibattiti su questo argomento ?
Già in passato, indipendentemente dall’associazione che ho l’onore di presiedere, ho preso parte a dibattiti sulla sicurezza del lavoro. Tuttora faccio parte anche della Commissione Sinistri Marittimi di Napoli e quindi mi occupo della materia nel suo interno. Ho inoltrato quale Assessore Comunale nella passata legislatura alle Commissioni Lavoro di Camera e senato note reclamando una maggiore attenzione per il settore marittimo. E’ stato richiesto alle commissioni elettorali di Camera e Senato l’estensione del voto ai marittimi in navigazione su nave battenti bandiera italiana quando è stato dato il voto agli Italiani residenti all’estero e fu fatto anche un’interrogazione parlamentare in tal senso. Ma purtroppo i marittimi non sono considerati CITTADINI ITALIANI. Ma la battaglia continuerà certamente fino all’accoglimento delle nostre istanze e spero di avere l’aiuto e il sostegno dei consociati, dei sindacati e associazioni di categoria con cui sono costantemente in contatto.
L’analisi del D.M,Sabia è perfetta e Sig,ra Marida il parere della gente che a mare non c’è stata conta come il due di briscola,sia la Gente comune che aimè i giornalisti
pensano che a bordo delle navi ci siano Tutti Schettino il quale merita comunque rispetto e pagherà per i suoi errori.Saluti Cap.Sup.L.C.Nicola Lubrano