Dino Ambrosino * | Passando in rassegna i progetti falliti delle Amministrazioni Muro-Capezzuto, quello del Bannock merita una menzione particolare. Innanzitutto per la sua genesi contraddittoria. Nel 2003, Sindaco Muro, mentre l’assessore Costagliola era impegnato in una dura battaglia contro l’istituzione tout court del “Regno di Nettuno”, lasciando in secondo piano la fondamentale questione della zonizzazione, l’Amministrazione Comunale chiedeva al Ministero dell’Ambiente un finanziamento proprio nell’ambito dei fondi messi a disposizione delle nuove Aree Marine da istituire.
E il contributo fu speso, nonostante il clamoroso inabissamento di tutto il progetto. Mentre il Bannock, la gloriosa nave da guerra che aveva vinto tante battaglie prima di incrociare la Giunta Comunale di Procida, era sempre ormeggiato al molo 26 del porto di Napoli, furono scialacquati all’incirca 570.000 euro in attesa di un trasferimento nel porto di Procida che non si sarebbe mai potuto realizzare. Di questa somma, evaporata nei lavori di adeguamento della nave per farne un museo e centro polifunzionale, più di 100.000 euro sono stati sborsati direttamente dal Comune di Procida! Una cifra enorme, se paragonata alle ridicole poche centinaia di euro investite ogni anno per le ristrutturazioni dei plessi scolastici isolani.
Ancora, a peggiorare un affare già di per se vergognoso, l’atteggiamento sciatto e superficiale dimostrato anche nella gestione di questo progetto, ha coinvolto e infangato un’istituzione prestigiosa come l’Istituto Nautico, che è rimasta impelagata in una lunga storia di contrapposizioni tra Comune, Capitaneria di Porto, Avvocatura dello Stato, Corte dei Conti. Un pasticcio che è una delle la più efficaci rappresentazini di come siamo stati amministrati in questi anni.
Per venire alla cronaca degli ultimi giorni, giovedì 5 febbraio il Consiglio Comunale di Procida, sollecitato anche dal Consiglio d’Istituto del Nautico, ha provato ad immaginare una fine per quest’annosa vicenda. Si è deliberato l’acquisizione gratuita del Bannock (finora ufficialmente proprietà del Nautico) per poterlo poi cedere tramite una procedura di evidenza pubblica. Probabilmente il relitto sarà preso in carico dalla ditta SIOMI, che in questi anni è stata incaricata della sua sorveglianza e che, per questo, vanta nei confronti del Comune anche un credito di 500.000 euro. Due incognite sono però ancora da chiarire. La responsabilità dello smaltimento delle sostanze inquinanti che si stanno spargendo nella nave, e il rischio sempre più concreto di affondamento, che creerebbe un danno inimmaginabile.
Tutto ciò non fa che aumentare la nostra contestazione nei confronti dell’Amministrazione considerato che con un’interrogazione dell’agosto 2011 e una mozione dell’aprile 2012, “Insieme per Procida” con il consigliere Scotto di Santolo già chiedeva questa soluzione! Se si fosse dato ascolto allora alle proposte della minoranza, si sarebbero potuti risparmiare centinaia di migliaia di euro di guardiania, oltre a quelli che occorreranno adesso per il sopravvenuto problema dell’inquinamento. Un atteggiamento ottuso che ha trasformato un progetto vantato a chiacchiere in diverse campagne elettorali in una vergogna che continua a produrre danni per la comunità procidana.
*Capogruppo “Insieme per Procida”
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Dino Ambrosino ancora oggi non ha capito niente. L’Istituto nautico solo nel mese di febbraio 2015 ha ceduto la nave a titolo gratuito,prima non lo ha mai voluto fare perchè mal consigliata dall’avvocatura. Solo oggi è possibile fare la transazione,prima no, perchè il comune non ne aveva la titolarità del bene. Ma è così difficile capirlo ma come deve fare il Sindaco se dopo cinque anni non hai capito un concetto così semplice.
Questi se ne fregano dei soldi dei cittadini e pensano solo al loro tornaconto. e qualora un tornaconto non esistesse amministrano il bene pubblico con sciatteria e strafottenza e i fatti lo dimostrano, su questo e su tanti altri argomenti.Bravo Dino! Cerchiamo di mandarli a casa per il bene di Procida.