Redazione | Una storia infinita, quella che si trascina purtroppo da un pò di tempo, tra il “Marina di Procida” e l’associazione dei diportisti locali. Come ricorderanno i nostri lettori, ce ne’eravamo occupati pochi mesi fa arrivando quasi ad anticipare quello che purtroppo sta accadendo in questi giorni. Lo facemmo allora con due interviste, una all’ing. Renato Marconi, Amministratore delegato del “Marina di Procida” SPA e l’altra al dott. Elio Scotto di Perta, presidente dell’associazione “Marina Grande Isola di Procida” che raggruppa i destinatari dei posti barca a tariffa agevolata nel porto di Sancio Cattolico.
Dalla lettura delle due interviste emergeva – anche per i meno smaliziati – l’incrinazione del rapporto contrattuale sulla base di una diversa interpretazione di norme e regolamenti ratificati all’atto della stesura della convenzione e nella successiva conferenza dei servizi. Da un lato l’ing. Renato Marconi, spiegava i motivi della rottura adducendo una serie di motivazioni tali da interrompere la convezione. “Passati dieci anni dalla stesura della convenzione – diceva Marconi – ci siamo trovati ad arginare un numero di imbarcazioni di dimensioni in prevalenza superiori ai sei metri (fino a quasi 8 metri), anche nuove, di valore all’acquisto fra i 30 ed i 100.000 €, abbiamo rilevato che molti dei diportisti, così come segnalato dalla Capitaneria, non avevano i requisiti minimi di residenza, che diversi di questi diportisti “poco abbienti„ hanno redditi fino a 200.000 € ed infine che il numero degli “aventi diritto„ era superiore di oltre il 50% a quello degli originari beneficiari. Inoltre abbiamo avuto anche segnalazione e diretta conoscenza di diportisti “aventi diritto” che hanno “venduto” per alcune migliaia di euro barca e posto barca a non aventi diritto napoletani o campani. Per quasi un anno, coscienti di questa situazione del tutto eccentrica rispetto agli originari intenti dei soci della Marina di Procida, abbiamo sollecitato in ogni modo l’Associazione diportisti almeno al rispetto formale della originaria Convenzione. Abbiamo raccolto il plauso di coloro i quali si riconoscono ancora nei principi originari, vecchi pescatori miti ed operosi, proprietari di caratteristiche imbarcazioni quasi sempre in legno di dimensioni fra i 4 ed i 5 metri e di sapore antico. Ovviamente abbiamo, di contro, raccolto le calunnie dei prepotenti e di chi, strumentalizzando l’altrui disagio economico e sociale, si era arrogato il diritto di pagare il posto barca cinque volte meno del prezzo di mercato”. Pronta ed immediata fu la risposta del Pres. dell’associazione diportisti, Elio Scotto di Perta che non mancò di controbattere punto su punto a quanto rappresentato da Marconi. “Tutte bugie perché il parco imbarcazioni dei soci dell’’associazione nella quasi totalità risponde a barche modeste di lunghezza fino a 6.50 metri così come previsto dal contratto ad eccezione di tre barche su 94 presenti nel porto, per le quali stiamo da tempo cercando una soluzione attraverso l’acquisto da parte dell’Associazione di ulteriori tre posti barca per sanare una situazione che la stessa Associazione ha ereditato da Isola di Procida Navigando all’atto del passaggio dal contratto con il socio preso singolarmente al contratto cumulativo unico con l’Associazione. Inoltre, per quanto riguarda il non possesso del requisito della residenza ultradecennale, tramite il nostro legale, è stato inviato al “Marina di Procida “l’elenco completo dei soci assegnatari di posto ormeggio con il certificato di residenza storica dal quale si evince che nessun socio risulta non essere residente a Procida da più di 10 anni. Contro l’arroganza e la prepotenza di chi comanda noi ci difenderemo in tutte le sedi politiche e giudiziarie.” Alto punto cruciale la vendita di posti barca ad altri soggetti non assegnatari. Diceva Scotto di Perta: “In merito voglio ricordare che il regolamento dell’Associazione approvato all’unanimità nell’assemblea dei soci del 24 aprile 2009 all’art.10 recita: “Il socio assegnatario, previo parere positivo del Consiglio di Amministrazione, potrà cedere il posto ormeggio solo ad altro socio iscritto all’associazione da almeno due anni “ e comunque in possesso dei requisiti per essere socio assegnatario. Pertanto tutti i motivi addotti per interrompere il contratto da parte dell’ing. Marconi sono sicuramente pretestuosi e mirano a tornare ad una gestione personalistica dei rapporti tra soci presi singolarmente e la società “Marina di Procida “che avrebbe così le mani libere per poter aumentare i prezzi a suo piacimento al primo alitar di vento. Serve ricordare all’ing. Marconi che la concessione demaniale e stata rilasciata dalla Regione Campania solo dopo aver acquisito i pareri vincolanti espressi in sede di conferenza di servizi dai vari Enti interessati al rilascio dell’atto concessorio”.
Se questo è l’antefatto per capire la frattura ormai insanabile che separa i diportisti locali e il Marina di Procida, la volontà da parte dell’Ing. Marconi – manifestata attraverso un bando pubblico – di ritornare “all’originaria indicazione della Convenzione ma solo per favorire direttamente e senza intermediari i procidani meritevoli di speciale considerazione e rispetto, così come a suo tempo stabilito, in pieno accordo con il Comune”, ha fatto andare su tutte le furie l’associazione dei diportisti che – nell’assemblea dei soci tenutasi giorni fa – ha dato mandato ad un legale di intraprendere tutte le iniziative a tutela degli associati e chiedere ufficialmente la “revoca del contratto tra la Regione Campania e la società “Isola di Procida Navigando” oggi “Marina di Procida” avendo ad oggetto la concessione di un’area demaniale marittima sita nel porto turistico di Sancio Cattolico località Marina Grande, Comune di Procida”.
Non capisco una cosa: se la Capitaneria di porto dice di aver accertato che alcuni soci non hanno il requisito della residenza decennale, mentre Elio la Perkia dice che tutti i soci hanno la residenza decennale, ma chi mente? Dice bugie la Capitaneria o il
Sig. Elio la Perkia? Grazie per chi vorrà rispondermi.