Ha aspettato pazientemente che tutto si mettesse a posto. Insieme al suo avvocato, Bruno Molinaro, ha combattuto e sta combattendo una battaglia sacrosanta per la restituzione del terreno su cui era costruita la sua umile casa di necessità, che il giorno 1.12.2009 le è stata demolita.
Per mesi è stata più volte al Comune, ha incontrato Amministratori e dirigenti. Nonostante ciò il cancello di quella che fino a pochi mesi fa era la sua abitazione, è rimasto chiuso col catenaccio, impedendole di fatto l’accesso alla sua proprietà.
E’ così che sono cominciati i ricorsi e gli appelli alla magistratura. Gli ultimi – i più importanti – alla Corte di Appello di Napoli, che nello scorso mese di aprile ha chiarito che “l’aria di sedime consegnata al comune di Procida ha riguardato solo il passaggio tra la Procura Generale e l’Ente Territoriale, senza effetti oblatori”. E con ordinanza del 13.07.2010 la 7° Sezione della Corte di Appello ha dichiarato che la traslatio era finalizzata esclusivamente all’eliminazione dell’ illecito. Il resto si identificherebbe in un’arbitraria invasione.
Forte di ciò, in questi giorni, ha notificato al Comune di Procida un atto stragiudiziale in cui chiede che le venga restituito il terreno. «Aspetto con ansia questo momento, ci dice Nuccia con gli occhi pieni di lacrime; ho dovuto lottare anche per riavere la terra di mia proprietà. E’ poco, ma per me e la mia famiglia rapprresenta tanto dopo tutto quello che abbiamo subito». « Oggi più che mai chiedo forte alle istituzioni di restituirmi ciò che è mio e che loro non hanno diritto a tenersi: la mia terra! Sono mesi che sento rimbalzare la mia richiesta da una parte all’altra. Con questa ulteriore sentenza a favore ripartiremo, verificando anche i danni che mi ha provocato la ditta alle cose circostanti la mia ex abitazione ”