Sebastiano Cultrera | Un vulcano di idee, di pensieri, di relazioni. Un fucina di progetti, di amici, di sinergie. Fabrizio era così: sempre preso da nuovi inizi, nuove imprese, nuove avventure umane, sociali, imprenditoriali, politiche. Me lo ricordo che era ragazzo, quando cominciava ad avere qualche difficoltà a giocare a calcetto (il Nemico bersagliò subito uno sua grande passione); già il suo spirito organizzativo si aguzzava, e programmava tornei, dando l’opportunità ai suoi coetanei di giocare con più gusto, con più ordine, nel migliore dei modi possibili.
Ma anche dopo, quando le sue attività cominciarono ad avere rilievo economico, si coglieva sempre il dato del coinvolgimento di giovani e di amici alle sue attività. Ogni impresa era sempre tarata sulla partecipazione degli altri. Fabrizio era bravo e capace, in ciò che faceva. Era diventato, mano a mano, anche uno dei maggiori esperti per la elaborazione e la presentazione di progetti di animazione e promozione territoriale (nei settori del turismo, dell’agricoltura, dello spettacolo e della cultura). Era sempre in contatto con gli Enti Pubblici per monitorare la uscita di bandi e tutte le opportunità per riuscire a realizzare qualcosa nella sua comunità. Tanti giovani procidani (e non) hanno effettuato il Servizio Civile presso la sua Pro Loco, tanti giovani per un anno hanno pesato, quindi, un po’ meno sulle loro famiglie, messi in grado di soddisfare da soli qualche esigenza. Uno dei tratti di Fabrizio era, infatti, la grande generosità nell’interessare sempre tante persone ai suoi progetti.
Era solare ed ironico, giovane saggio e, nel contempo con le emozioni dei bambini: con la loro voglia di vivere, di fare cose nuove, di provare nuovi entusiasmi! Ogni essere umano è unico, ma Fabrizio lo era di più. Aveva fretta di fare! Aveva fretta di realizzare le sue idee! Quasi che avesse una sorta di presentimento di avere poco tempo.
Il male lo aveva sorpreso troppo giovane e lo ha consegnato ad un progressivo calvario fatto di medici, di interventi, di speranze, di delusioni, di lotte. Chi è stato, almeno una volta sotto i ferri, e, magari, in quella zona chiamata terapia intensiva, può immaginare cosa può essere passato nei pensieri di Fabrizio Borgogna quando, troppe volte, apprendeva che non era finita, e che sarebbe dovuto tornare ad altre dure prove. Chi ha avuto, direttamente o negli affetti prossimi, una triste familiarità con quel tipo di male sa che la sensazione più pregnante è l’angoscia; è la consapevolezza di condurre una lotta contro un nemico ignoto, contro dei mulini a vento. Fabrizio non ha voluto, tuttavia, recedere neanche di un millimetro dai suoi progetti, dalle sue realizzazioni. Finchè ne avuto la forza ha continuato ad essere il geniale imprenditore, l’efficace consigliere (e poi assessore) comunale, il sensibile amico, il figlio e fratello esemplare.
Difetti? Forse uno! Faceva tante cose e spesso tutte insieme. Quindi talvolta arrivava in ritardo. Una volta, dopo quasi un’ora di attesa, replicò così ad una mia telefonata di sollecito: “Sono in dirittura di arrivo”, come a farmi immaginare che fosse già alla guida della sua macchina, che, messe a posto le stampelle, volentieri guidava per spostarsi per l’isola. Ed era, invece, ancora a casa, impegnato a progettare ed organizzare altre vicende, altre situazioni. Come se volesse vivere, in parallelo, più vite. Forse desiderava che tanti pezzetti di tante vite, messi insieme, potessero sommare una vita intera.
Pure se prematuramente spezzata, infatti, la tua vita, caro Fabrizio, è stata piena, larga, intensa. La vita di un uomo con una marcia in più. Anche per questo non ci siamo mai lamentati più di tanto dei tuoi ritardi. Adesso con i tuoi cari, con tutti gli amici e con tutta l’isola di Procida ci tocca lamentare l’arrivo e la vittoria (inesorabilmente puntuale) del Nemico. Troppo presto.
Procida ha perso in Fabbrizio un figlio che si stava dedicando( malgrado la sua malattia)alla sua risorsa,le sue idee erano fantastiche,i giovani,il turismo,i disabili,la viabilità insomma tutto era dodato di una farza incredibile anche quando i suoi amici lo pugnalavano alle spalle mi diceva franco quasi quasi mando tutti a quel paese e mi ritiro.Ma non finiva neanche di parlare che lo vedevi più determinato di prima.Ciao Fabrizio Dio ti ha voluto troppo presto con Lui,a nostro discapito.Riposa in pace e alla Tua Famiglia le mie più sentite condoglianze.
un articolo giornalistico senza nessuna sbavatura nel ricordare un giovane politico procidano che ha lasciato un segno significativo nella vita di tutti igiorni con il suo fare e daffare……l’ho conosciuto personalmente e ne sono rimasto sempre affascinato per il suo modo di esprimersi e di portare a compimento i suoi propositi solo ed esclusivamente per PROCIDA