• Lun. Nov 25th, 2024

TGPROCIDA

Raccontare il presente, capire il futuro

LE MATRIOSKE PROCIDANE NEL TRAVAGLIO PRE ELETTORALE

Ditgprocida

Feb 24, 2015

Redazione | Più volte siamo intervenuti, ultimamente, sui tanti argomenti che tormentano la vita politica di questi giorni e di queste settimane in vista delle elezioni amministrative e regionali e che lasciano intravedere molti elementi di instabilità. Attenuatasi la stagione dei “politici”, ora tocca progressivamente ai vari spaccati dell’organizzazione civile, imprenditori, inquilini, professori, dottori, dettare leggi sul futuro di Procida. Un teatrino che sta prendendo corpo giorno dopo giorno con riunioni ed incontri. I confronti, così come sono però, non riescono a evitare l’addensarsi di nebbie ed è proprio la scarsa visibilità ad accentuare la riserva di queste persone al dialogo. Siamo in penombra, in quella penombra in cui tutte le manovre sembrano possibili.

Come direbbe Paolo Macry, siamo davanti ad un gioco di bambole russe. Matrioske procidane: alla fiera di paese, partecipano tre generazioni: dai vecchi ai grandi vecchi, ai protagonisti “d’antan” ancora sulla breccia, fino ai promotori (giovani) di iniziative e dibatti settimanali. Figure assai diverse in una stesso fotografia che mescola stagioni felici per alcuni, fallimenti per altri, coesioni e faide, stanchezze e fiducia nel presente che sarà. In uno scenario simile identificare quale sia oggi, la verità sulla politica locale, diventa un rebus.

E così, nell’ora del crepuscolo, il sindaco Capezzuto da mesi ha voluto trasformare l’epilogo della sua esperienza amministrativa in una tragica farsa, finendo per litigare con tutti. Non che non abbia in certi versi anche ragione, (vista la squadra che purtroppo si è ritrovata attorno) ma perché ha costretto l’isola ad assistere allo spettacolo – per metà tragico e per metà farsesco, appunto – di un sindaco barricato al comune, visto come un elemento di destabilizzazione.

Lo aveva capito – ed anche molto bene – Luigi Muro che già a fine luglio, proprio dalle pagine del “Dispari” ne prendeva le distanze, arrivando ad autocandidarsi al suo posto. Imponendo la sua candidatura ad una formazione politica ormai allo sbando più totale. Quel che resta di Procida Prima è un gruppo di esperienze solitarie destinate a finire nel dimenticatoio e che difficilmente Muro riuscirà a rimettere in piedi. Se dovesse riuscirvi sarà solo la forza di una necessità di esserci, il collante che potrà tenerli assieme. Automi, ormai,  che non sanno vivere senza la politica, senza che scatti l’”una” e che si debba “deliberare”.

Lo ha capito – con grande ritardo – l’ex Vice Sindaco Elio De Candia, che con un manipolo di amici ha tirato su un’aggregazione elettorale, (con attrazione regionale) arrivando anche a formare in consiglio comunale un gruppo. Adesso! Procida, ma non in una delle stanze della “casa del fare” e nemmeno un momento di “eccellenza” procidana. Fuori da tutto, una zavorra per qualcuno, una risorsa per altri.

Ma proprio da questa situazione la strada più politica  è stata cercare un dialogo con la sinistra procidana o quanto meno con quella parte di politicanti che scevra da qualsiasi personalismo – ma animata solo dalla possibilità di contare –  potesse provare, dopo decenni, ad arrivare a sedersi al comune tra i banchi dell’amministrazione. Apriti cielo. Anche qui il teatrino ha riservato (e riserva) scene da tramandare ai posteri, come l’antitesi della politica. L’assurdo oltre il nulla.  L’ultima – in ordine temporale – il niet (dei duri e puri del partito) alla richiesta (legittima e anche politicamente “conveniente”) del gruppo che fa riferimento all’eurodeputato del PD Andrea Cozzolino, di poter allestire un altro seggio elettorale in vista delle primarie del centro sinistra previste per domenica prossima. Chiusure –appunto –  veti, più o meno anche comprensibili visti certi trascorsi, testimonianza di un amore disperato di bambini mascherati da uomini.

E così da quando tutti invocano la politica del fare, trionfa quella del dire. Da una parte e dall’altra quel che resta di una classe dirigente (e di opposizione) di quasi un ventennio non viene più giudicata dalle sue opere, che d’altronde non si vedono, ma dalle chiacchiere in cui sono impegnatissimi.

6 commenti su “LE MATRIOSKE PROCIDANE NEL TRAVAGLIO PRE ELETTORALE”
  1. Cara…..
    perchè? perchè lei non è nessuna Maria…
    Se vuole dire quelle cose molto personali…metta nome e cognome…ma VERI!
    Ci vuole poco…

Lascia un commento