JANARA WEB TV: LO SPIRITO DI UN GRUPPO NATO PER AMORE DI PROCIDA. USCIAMO DALL’INDIFFERENZA E GUARDIAMO AI PROBLEMI DELL’ISOLA

Fabrizio Lubrano Lavadera | Sabato sera al Flamingo Bar, Janara TV si è presentata ai procidani irrompendo nella consuetudine del sabato sera con IoSOLA, la prima webserie in assoluto ambientata a Procida. Un gran numero di giovani ha accolto con interesse ed attenzione la prima puntata, intitolata “Lei”, che aveva per tema la dipendenza da eroina.

Un progetto sano e un filo ambizioso quello che un nutrito gruppo di ragazzi e ragazze sta portando avanti da tempo, cercando di segnare una rottura con l’appartamento d’animo e l’apatia che caratterizza la nostra isola, soprattutto le giovani generazioni. Ma perché una web tv? Perché una webserie? Perché tutto questo?

Siamo nati fondamentalmente con lo scopo di fare qualcosa di utile a Procida e per Procida, perché la amiamo alla follia. Janara è nata per coinvolgere, cercando di essere una valvola di sfogo alle passioni, al talento, alla libertà di esprimere se stessi.

La scelta di portare avanti questo progetto deriva da un percorso che ha visto convergere tutto il gruppo sull’idea di creare un prodotto culturale capace di urlare alcune realtà palesi a tutti, alimentate però dall’indifferenza generale.

Produrre una webserie non è semplice. Tuttavia, è sembrato l’unico modo per poter accogliere il maggior numero di persone interessate a mettersi in gioco. Chiunque sappia o voglia scrivere una sceneggiatura, chiunque voglia recitare, comporre musica, truccare, riprendere, montare, vestire, registrare, costruire un set cinematografico, così come guardare soltanto, per vivere un’esperienza semplicemente diversa, può trovare in Janara TV la dimensione giusta per realizzare il proprio potenziale.

Il leit motiv della serie saranno le dipendenze, intese come quei vizi distruttivi che colpiscono una parte dell’isola. Temi delicati, difficili da affrontare, che i ragazzi di Janara Tv hanno scelto di raccontare senza  ricorrere a falsi moralismi, semplicemente descrivendoli in tutta la loro crudezza e pericolosità col mezzo cinematografico. Una verità spietata che ogni tanto bussa alle nostre porte, ricordandoci che non siamo più, e forse non siamo mai stati, l’isola felice che tutti ci invidiano.

“L’emozione è forte. Dietro pochi minuti di video, oltre ai significati che vogliamo esprimere, c’è un lavoro durato mesi, destinato a continuare nel tempo, che ha visto un grande impegno da parte di tutti. Ognuno ha dato ciò che poteva e voleva dare. Siamo molto felici del seguito che abbiamo avuto e ci auguriamo che sempre più giovani vogliano partecipare a questo sogno comune”. Queste le parole di Stefano Vitiello, uno dei due registi insieme a Paolo Cerase.

A chi ancora non ha visto il primo episodio consigliamo fortemente di guardarlo, approcciandosi ad esso con la consapevolezza di assistere ad un prodotto culturale diverso dal consueto. Che non vuole spiegare, ma descrivere, non vuole insegnare, ma mostrare. Mai si permetterebbe di dare risposte, bensì di porre domande.