Redazione | L’attualità, nella sua drammaticità, arriva alla tradizionale processione dei “Misteri” di Procida, evento “cult” della settimana santa in Campania. Ieri, durante l’affollatissimo (e fortunatamente assolato) rito lungo le stradine colorate dell’isola del “Positino”, tutti l’hanno notato: tra i tradizionali “misteri” in cartapesta e legno raffiguranti scene della vita di Gesù (samaritana al pozzo, ultima cena, moltiplicazione dei pani e dei pesci, crocifissione) ce n’era uno davvero singolare. Gesù era infatti ritratto in una gabbia con una veste arancione acceso. Ai suoi piedi, ecco spuntare uno scheletro (ph. Gabriella Romano).
Un chiaro riferimento a Muad Kasasbeah, il pilota giordano arso vivo dall’Isis qualche mese fa, le cui cruente immagini hanno fatto il giro del mondo. “Dio ha dato all’uomo il libero arbitrio, ma l’uomo lo ha usato in modo folle e violento, sfigurando il volto suo e di suo fratello – spiega un volantino distribuito insieme con una corona del Rosario durante il passaggio del “mistero” -. Tutto questo non ci può lasciare né indifferenti né complici: volgiamo lanciare un grido d’indignazione e di speranza”. Il “mistero” ha destato profondo stupore e momenti di dibattito tra i presenti.
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