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APERTO L’UOVO A PASQUA: SONO INIZIATE LE MANOVRE ELETTORALI NEL CENTRO DESTRA

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Apr 9, 2015

Redazione | Il rebus che attanaglia la politica procidana di queste giornate, appare allo stato attuale, irrisolvibile. Almeno per quel che riguarda il cosiddetto centro destra isolano.  E blocca, come un macigno sulla porta, la definizione di un progetto da cui ripartire. Un’area fondata sulle macerie della prima repubblica e che è sempre stata più o meno concepita senza prescindere dalla figura più importante. Il leader indiscusso Luigi Muro.

Intorno a lui sono girati attori e protagonisti degli ultimi venti anni, che si sono alternati al comando o ai remi della barca ammnistrativa chiamata Procida. Un nodo che pareva legare tutto e tutti, anche e soprattutto dopo il ritrovato accordo politico programmatico con il Sindaco Vincenzo Capezzuto di un mese fa. Neanche il più fantasioso degli sceneggiatori avrebbe pensato – per un film – ad un epilogo così. Mai nessuno aveva osato pensare che a furia di girare intorno al nodo irrisolto del dopo Muro, quello stesso nodo si stringesse loro al collo. In effetti quello che raccontiamo da giorni è la fotografia di una classe politica allo sbando più totale.

Certo, la soluzione – in teoria – sarebbe semplice. Il capo designa il successore che poi detta la linea del gruppo. Ma è proprio quello che è già accaduto con la sindacatura di Gerardo Lubrano e di Vincenzo Capezzuto.   E se è già accaduto allora perché direte voi siamo in una fase tanto travagliata? Semplice. Perché il capo, ad agosto scorso, aveva deciso che doveva essere egli stesso a “succedere come successore”. La normalità sarebbe stata se ad agosto, il capo avesse indicato dopo Lubrano e Capezzuto, un altro nome. Ma così non è stato. E allora tutto ritorna al punto di partenza. La paura e che si possa assistere a un’implosione da cui non si salva più nessuno. Ed in parte è già accaduto con i fuoriusciti di Adesso Procida.

Ma potrebbe ancora accadere con altre schegge – certe litigiose ed irrilevanti  – che potrebbero compromettere una sorta di ricucitura interna. Ma chi deve ricucire? E soprattutto su quali basi? Perché, ciò che è stato diviso per anni dovrebbe sentirsi di nuovo unito proprio ora che si potrebbero aprire scenari tutt’altro che brillanti.  Con una Corte dei Conti che sta per dichiarare fallito il comune e con un dissesto in arrivo che peserà sulle tasche dei Procidani? Capirete che in una situazione simile e senza leader diventa difficilmente digeribile tutto.

E allora si inaspriscono le differenze, i contrasti, per chi non è mai stato abituato a confrontarsi ma – forzatamente – solo ad obbedire. Tanto più che appaiono falliti in partenza certi tentativi di proporre candidati nuovi che possano fungere da calamita per i cosiddetti voti in libertà. La straordinaria capacità di Muro imporsi di nuovo – dopo tanti anni – aveva di fatto già messo in moto la conta in termini di voti da raccogliere singolarmente. E questo naturalmente aveva già creato attriti, e non pochi. Basti pensare a quei voti “blindati” di alcune famiglie che da sempre ci si contende per  le elezioni.

Su questa scia – anche se con risultati ancora interlocutori – sta provando a posizionarsi il Sindaco uscente Vincenzo Capezzuto ritenuto l’unico ancora in grado di traghettare la barca della lista fuori dalle secche dove appare impantanata. In suo soccorso potrebbe andare la flotta di “Adesso Procida” che come un’amante tradito è alla ricerca di una collocazione. E se prima il “problema” era Muro, “cavato il dente” ( fuori Muro) tolto il dolore. Ma “Adesso Procida” appare già implosa, per qualcuno non è mai nata. Il logorio di vere o finte alleanze, di veri o finti progetti, di veri o finti incontri con questo o con quel gruppo, ha fatto emergere tutti i limiti. Ha portato a galla quello che pareva nascosto. Grandi fragilità e piccoli interessi.

Lo stesso capogruppo in consiglio comunale Vincenzo Capezzuto Jr, ha preso le distanze, posizionando la sua figura nella lista di centro sinistra della “Procida che vorrei”. Dalla galassia delle alleanze più o meno realizzabili stanno prendendo la distanza anche noti esponenti di quella società civile che non si sa ancora per quando rimarranno ad assistere a quello che sta avvenendo. La cosa peggiore è che non sembra esserci alcuna consapevolezza di quando è sedimentato nell’opinione pubblica da giorni e cioè un sentimento di forte malessere e più in generale di totale disinteresse della cosa pubblica.

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