Sebastiano Cultrera | Sono i giorni dello sciacallo. Ma purtroppo senza Bruce Willis e senza Richard Gere. Ci sono in giro solo mediocri comparse. Tuttavia in un momento in cui la comunità dovrebbe dare il meglio di se, in termini almeno di serietà, di obiettività e (perché no?) di solidarietà umana, qualcuno fa il verso dell’odioso animale della savana. “Gli sciacalli occupano una nicchia ecologica simile a quella dei coyote americani, in quanto sono predatori di piccoli animali e, soprattutto, mangiatori di carogne. Sono animali notturni, attivi prevalentemente all’alba e al tramonto.”
E sciacallaggio è un termine fin troppo abusato. Ciascuno accusa l’altro di questo orribile vizio. Cerchiamo, quindi, di avvicinarci ad una interpretazione del fenomeno calandoci nei fatti.
Lo sciacallo si nutre di vittime di altri predatori. Attende, quindi, soprattutto di prima sera o alle luci dell’alba, di rinvenire cibo senza sforzo, che altri hanno procacciato. Nella trasposizione metaforica lo sciacallo è quello che, in una qualunque maniera, lucra di disgrazie altrui, specie se causate da terzi.
In politica episodi di sciacallaggio derivante da fatti, veri o presunti, di tipo giudiziario, sono vecchi come il mondo. Gli ultimi decenni sono costellati di episodi di questo tipo. Ma anche nella prima repubblica il caso Montesi e il caso Lockheed hanno fatto illustri vittime politiche istituzionali
Nessuno di noi è immune da ciò. Ho cercato, tuttavia, almeno a partire dalla seconda repubblica, di rifuggire da tentazioni simili. Ancora di più vorrei sfuggire adesso ad ogni tentazione del genere, in relazione alla vicenda della CPL Concordia e del coinvolgimento, nell’inchiesta, dell’isola di Procida; dopo l’arresto del Sindaco di Ischia Ferrandino e gli schizzi di fango impropri (ma evidentemente mirati) al leader della corrente postcomunista del PD Massimo D’Alema.
Luigi Muro, che risulta indagato, non è solo un amico. Rappresenta una parte importante della storia di questa comunità e ciascuno di noi dovrebbe sentire il dovere di stringersi umanamente a lui.
Fatto diverso è la considerazione politica che ciascuno di noi può avere sull’operato politico di Muro e delle amministrazioni da lui dirette o ispirate negli ultimi anni. Ciò attiene alla dialettica politica. E su questo possono, anzi devono, confrontarsi giudizi e modi di vedere diversi.
Per quanto mi riguarda la solidarietà umana è totale. Le differenze politiche permangono, ma il tratto del garantismo è un tratto comune importante sul quale potere ritrovarsi, se possibile. E non vale neanche, per quanto mi riguarda, il dato, che qualche amico mi ha ricordato, del cinismo politico che può rimproverarsi al Muro finiano, che andava in polemica giustizialista contro Berlusconi, per convenienza, dopo averlo abbandonato (e dimenticando un attimo, anche per decenza onomastica, un suo caro collega, manettaro mediatico). Ciò attiene alle sue scelte e alla sua coscienza: faccio già fatica a tenere cura della mia, pur affidandola al Signore!
D’altronde sono stato garantista con Enzo Tortora, e dopo la sua vicenda ho raccolto le firme e poi contribuito ad approvare il primo (ma vanificato) referendum per la responsabilità civile dei magistrati. Quando Enzo Tortora morì mi ricordo con commozione che volli mettere al posto d’onore nella mia biblioteca quella manzoniana “Storia della colonna infame” che egli scelse di portare con sè nella tomba. Lo avevo letto da giovanissimo, lo rileggevo e mi commuovevo. Ancora oggi lo consiglio vivamente, soprattutto ai giovani!
Fui contrario a certi eccessi di carcere duro contro i terroristi (pur consapevole dell’utilità di taluni strumenti) e ancora oggi certe norme del fermo di polizia mi fanno rabbrividire, pur avendo consumato un rispetto e una dedizione totale verso l’opera delle forze di sicurezza e di polizia, che nessuna mela marcia (come alcuni della Diaz) mi faranno mai cambiare. Sono contrario all’ergastolo e alla concezione afflittiva del carcere, soprattutto di quello preventivo: sempre e per tutti! Sono stato garantista ai tempi di Tangentopoli, anche quando Berlusconi aizzava le televisioni contro i politici dell’epoca. Poi Berlusconi, e molti altri, hanno fatto la stessa fine e li ho pubblicamente difesi. Ho amato Giovanni Falcone, perché ho letto a fondo i sui scritti, anche e soprattutto quando diceva (operando conseguentemente) che i pentiti avevano bisogno di riscontri oggettivi, e che erano le Prove a fare i processi e non le congetture, né le deduzioni, pure se sembravano logiche. “Cose di cosa nostre” è un grande saggio. E nel frattempo, ho amato Sciascia, e ancora oggi quando voglio veramente rilassarmi leggo qualche sua pagina. Sono stato e sono garantista con amici e con nemici.
Ho scritto a difesa dei medici procidani e dei nostri concittadini indagati per la “truffa dei marittimi” e continuo a comprendere e ad essere solidale per quelle situazioni. Non mi aspettavo, in particolar modo da loro, nessun riconoscimento.
Puntualmente, infatti, appena se ne è data l’occasione, da loro e dai loro sodali sono giunti sputi e sberleffi: curioso caso di giustizialismo a rovescia! Per questo da raccontare: uno dei loro compagni di merende apostrofava, qualche mese fa, prima di ogni vento giudiziario, pubblicamente e ad alta voce (a un gruppetto di suoi storici commensali accusati di truffa ai danni delle casse dello stato) me e un mio amico dicendo: “Nun l’anne ancora arrestate?” Era inutile fargli notare che gli indagati erano i suoi interlocutori e non noi! Con la giustizia ho avuto poco a che fare in prima persona, finora, e solo per vicende private (rispetto alle quali ci ho rimesso ingiustamente una parte di patrimonio familiare) non avendo mai intascato una lira né un euro di soldi pubblici, tranne che per qualche modesto (e poco retribuito) incarico di lavoro. Ma tant’è!
Non mi turbano più giudizi e pregiudizi, e sono oramai alieno da giudizi affrettati nei confronti degli altri!
Non avrei usato la tempistica e gli argomenti di Dino Ambrosino per commentare le vicende procidane della CPL Concordia. Non solo perché tutti sanno che quelle aziende sono state e sono da anni parte integrante del sistema di potere dell’area politica di D’Alema e Bersani, a lui cara. Ma per una questione di stile. Una delle cose che amo di Renzi e di Emiliano è che hanno sempre espresso rispetto per la divisione dei ruoli tra politica e giustizia. Renzi aveva sempre promesso di battere Berlusconi sul campo, e senza l’aiutino dei giudici. C’è riuscito. Se Dino avesse espresso, in tempi e modi acconci, gli stessi concetti di Renzi l’avrei apprezzato.
Quindi, per ciò che ci riguarda direttamente, qui a Procida, la cosa migliore che può capitare (se non vogliamo rievocare la bestiola del titolo) è che la vicenda giudiziaria rimanga, da ora in poi, a margine della competizione elettorale. Me lo auguro
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8 commenti su “I GIORNI DELLO SCIACALLO di Sebastiano Cultrera”
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Quindi?
Seb condivido quasi tutto del tuo articolo. Specialmente quando dici che la solidarietà a Muro è data solo per mera amicizia e non per ruffianeria come in molti già hanno scritto sapendo di offendere non poco. Inoltre hai ancora perfettamente ragione quando dici che si può essere ottimi amici e non condividere le azioni politiche di una persona ( addirittura in parlamento una del pd è sposata con una di forza italia, solo a Procida non è possibile). Io tu e Luigi siamo ottimi amici , ma politicamente divergiamo praticamente su tutto. Ti elogio anche perchè dai fermento al panorama politico-culturale procidano non dei più vivaci si sà. Sullo scicallaggio spendo una parola a favore del pd procidano che non ha fomentato molto il fatto speculandoci quindi. Lo hanno fatto i 5 stelle sicuramnete di più, ma forse è giustificabile per il loro ruolo anticasta, antipotere, anticorruzione. In 20 anni di potere assoluto , dico a loro, più altri circa 6 comunque da vicensindaco, neanche S. Francesco di Assisi sarebbe riuscito a non prendere neanche un avviso di garanzia.
Il buonismo che aleggia da quando sono accaduti gli ultimi eventi “energetici” è di un ipocrisia spaventosa. Fino a ieri TUTTI o quasi a criticare l’operato degli amministratori dicendo questo e quello: si sono venduti il paese; e tanto altro ancora; adesso che è capitato l’evento il cui finale è comunque tutto da dimostrare, siamo diventati tutti piu buoni. Questo è sciacallo, l’altro ne approfitta, quell’altro gira il coltello nella piaga. IPOCRITI!
Logicamente
non condivido nemmeno una virgola dello scritto del garantista… di convenienza ,Cultrera.
Anzi,al contrario,bisogna mettere le trombe ad avvenimenti che hanno coinvolto personaggi politici e ammini stratori.
E questo non per fare giustizialismo,nè sciacalleria,ma per affermare un semplice verità:” La politica ha onori ed onere ”
Chi ,nel corso della sua attività pubblica,si è macchiato,anche se non con giudizio definitivo,di cose illegali… che son dovuti arrivare carabinieri e giudici a sequestrare documenti e chiudere l’accesso al Comune,
ha il ” sacrosanto dovere” di dimettersi immediatamente,come ha fatto l’Avv.Muro,gesto che io ho apprezzato tantissimo..
Il Cultrera vuole mettere la mordacchia…mi dispiace,ma non è cosi.
A mio parere,Procida non è soprannominata “l’isola dei misteri ” perchè si caratterizza per la processioni dei misteri del Venerdi Santo,
ma ,essenzialmente,perchè troppi misteri… sono già successi ,di cui non si conosce, a tutt’ora,le trame,le ruberie,i macchiavellismi,le speculazioni…
tanto per fare un esempio non si sa la gestione dei fondi europei(con le relative fatturazioni e riscontri), la gestione del porto turistico che è nato su un accordo …. non troppo chiaro,
i vari condoni edilizi fatti pagare quando non si sapeva e non si sa tuttora se sono validi o meno…
I misteri sono tantissimi e quasi tutto sconosciuti…
Non voglio tediare oltre,ma ,se Procida vuol fare un passo in avanti,deve fare tutto il contrario di quello che dice l’articolista.
E quindi?
Caro Goffredo, ti ho già detto , in altra sede di scherzare con i Fanti lasciando stare i Santi. Cerco di spiegare, una volta per tutte, che essere garantisti non vuole dire essere buonista e non attiene neanche alla nobile categoria del perdono. Capisco che non è di moda (ma i principi sono oltre le mode) ma essere garantita significa presumere l’innocenza della persona fino a sentenza definitiva. Così sia!
Come al solito, il “giornalista” Cultrera usando un lessico che non gli si addice, fallisce nel tentativo di produrre uno “scritto” (in questo caso un suo personale pensiero) che in realtà risulta essere solo un’accozzaglia di parole prive di significato e che, a loro volta, generano dei veri e propri mostri di periodi!
La terminologia complessa che usi, non fa altro che generare ancora più confusione! Leggere quello che scrivi fa sentire, parafrasando il grande Troisi, “…come una barca sbattuta in mezzo a tutte queste parole”. I concetti espressi non hanno né capo né coda.
Con questo non voglio assolutamente attaccare il tuo pensiero, anche perché ad essere onesti non ho neanche ben capito quale sia, ma invitarti ad usare parole più adatte e più semplici, così da lasciar capire anche a noi comuni mortali cosa tu voglia dire.
Ma scrivi…come mangi, no?!
A LUCA: non mi sembra di aver usato parole difficili. Almeno non più di “terminologia” e “parafrasando” che hai usato tu. E in solo due righe. Di solito non mi rimproverano difetti di chiarezza. Cmq ne prendo atto. Ove mai fosse una tua vera preoccupazione (e non solo un modo indiretto di criticarmi) sono pronto a confrontarmi, in sede pubblica e privata per migliorare ogni parola complessa. Accetterei volentieri suggerimenti e consigli. Ma temo che tu abbia meglio da fare, almeno nella tua vera identità!