Rino D’Orio | Non è facile essendo lontano, indossare “l’abito” del parrocchiano per raccontare la morte del proprio parroco che ti ha sposato e battezzato i tuoi figli. Una colonna portante della vita ecclesiale procidana, ma anche diocesana. Un uomo “limpido” che ha sempre vissuto il Vangelo con la vita, un eccellente Pastore di anime; era una persona molto gradevole che ispirava simpatia al primo impatto. Quando si dialogava, poneva spesso l’accento sul fatto che lui si sentiva “un povero Prete ” al che io ribattevo scherzosamente, rubandogli un sorriso, che per noi era “Il Vescovo di Procida”. Infatti ha degnamente rappresentato e condotto la Sua Chiesa per oltre sessant’anni svolgendo il suo ministero con umiltà e abnegazione. Ricordo l’impegno assiduo e amoroso verso chi era più debole; dialogando con Lui emergevano profondi sentimenti, straordinari valori cristiani ed umani accompagnati da sottile e garbata arguzia e sempre rispettoso delle idee degli altri: un buon pastore, un pastore secondo “il cuore di Dio”, e questo il tesoro più grande che Dio può concedere a una parrocchia. Le parole migliori che una persona può pronunciare su se stessa sono le proprie azioni compiute per il bene del prossimo …questo è stato Don Michele!
Conserverò per tutta la vita il colloquio prima della mia partenza . Per un momento ho avuto la sensazione che sarebbe stato l’ultimo e ho voluto imprimere nella mia memoria le sue parole: sulla vita, sulla morte, sul quel grande mistero che è la nostra esistenza: il mistero della croce era per Lui un “chiodo fisso” cercava,studiava,meditava con assiduità sulla morte di Cristo ,il suo sguardo era sempre rivolto alla “Croce” e dalla croce traeva la forza del suo ministero sacerdotale. Mi diceva di aver fatto la vita più bella del mondo: «Con Gesù, con la Madonna, San Giuseppe e con i miei parrocchiani che mi hanno sopportato per oltre 60 anni . Veramente don Michele, nella sua umiltà e discrezione, non sarebbe stato d’accordo che si parlasse di lui. Ti disarmava con il suo sorriso timido… Aveva ragione lui quando gli facevo qualche complimento: in ogni circostanze si deve annunciare la Parola che salva, “La vita che ingoia la morte” .( Il suo bel libro : Anche morire è vivere). Perché solo la Parola del Signore rimane. Anche quando si accompagna all’eternità un padre,un amico, un fratello come Don Michele, è importante riconoscere e cogliere l’azione di Dio nella sua vita. E la sua è stata una vita che ha scommesso su questo vangelo e si è lasciata chiamare da questa Parola. Caro Don Michele, viene da domandarci come faremo a passare davanti al Santuario pensando che Tu non ci sei più. Ci mancherà tutto di Te, la simpatia, le parole masticate a volte con difficoltà, i rimproveri, ma anche la tua dolcezza, la bontà e l’amore per la gente.
“Siamo tristi e con il cuore spezzato, ma continueremo ad ispirarci al Tuo esempio di uomo semplice e buono non smettendo mai di cercare il Tuo sorriso nel tratto di strada che da Via Rivoli ti conduceva in chiesa.
Sono le persone come Te che ci aiutano a vivere meglio nelle nostre comunità, ci danno serenità e speranza in un futuro migliore e, in fondo, come dice Sant’Agostino, non dobbiamo chiedere al Signore perché ti ha chiamato a sé ma ringraziarlo perché per così tanto tempo sei stato tra noi.
Oggi tutti insieme , sorpresi e smarriti, volgiamo con nostalgia lo sguardo verso il cielo e ci inchiniamo a Te e alla tua semplice grande esistenza conservando nel nostro cuore l’esempio e la memoria di chi con umiltà e con amore ha messo la sua vita a disposizione degli altri. Grazie!” Cosa faremo in futuro ? Ci ricorderemo di tutti i tuoi insegnamenti, cercheremo tutte le tue parole; questa ricerca sarà la tua memoria vivente tra noi.
Caro Don Michele la tua impresa l’hai portata a termine.! A Dio Don Michele, padre nella fede, testimone di come la nostra vita procede verso l’unico Incontro che possa farci felici: Sicuramente ora sei testimone di un’alba nuova.
Con affetto Rino