Redazione | 3,2 milioni di euro per “Sistema” il nuovo progetto integrato di sorveglianza multicanale delle aree a rischio del vesuviano e dei Campi Flegrei, fino ad Ischia.
E’ stato firmato lo scorso 20 aprile il grande protocollo di intesa tra Regione Campania, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e l’Osservatorio Vesuviano. Grazie alle nuove strumentazioni che saranno operative dal prossimo ottobre i controlli e i monitoraggi saranno molto più capillari.
Dal Vesuvio ai Campi Flegrei, un esercito fatto di droni, sonde di profondità e fibra ottica, rileveranno ogni modifica del suolo, comprese le modifiche alla profondità del golfo.
“Al momento i Campi Flegrei, insieme con l’Etna, sono le aree meglio monitorate – dichiara Stefano Gresta, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Ingv – “il progetto iniziale riguardava tutta la Regione Campania con un monitoraggio soprattutto per le deformazioni del suolo. Poi dalla presentazione del progetto che aveva una scala più ampia in cui l’area flegrea era presente in parte, è insorto su valutazione della Commissione Grandi rischi e poi della Protezione civile, questo stato di attenzione più elevato. Concordemente allora abbiamo provveduto a rimodulare l’intero progetto andando a concentrarci sul lato dei campi flegrei”.
“Con l’allargamento della zona rossa e con zone gialle che si sovrappongono – ha dichiarato l’assessore regionale alla Protezione Civile, Edoardo Cosenza – lavoriamo sul monitoraggio e sulla prevenzione, ma con i piani di evacuazione e con infrastrutture di viabilità nell’area vesuviana e a Pozzuoli, che servano all’emergenza, miglioriamo anche la qualità della mobilità di tutti i giorni.”