Redazione | Un’affollatissima sala – ieri – vi ha tributato un grande in bocca a lupo. Caro Dino, che campagna elettorale sarà?
E’ una campagna in cui siamo molto presenti sui social media. Per la prima volta stiamo facendo un largo uso di facebook, uno strumento che ci mette tutti alla pari al nastro di partenza. I social media senz’altro rendono più democratica la competizione, possiamo dire che oggi le risorse economiche investite o il voto di potere hanno una rilevanza più relativa. Aggiungo che nella nostra campagna stiamo anche cercando il contatto diretto con i cittadini, organizzando incontri pubblici e comizi, confronti con le categorie e nei quartieri, oltre che una serie di appuntamenti tematici dove stanno venendo fuori le nostre proposte.
Non ti sei risparmiato le prime punzecchiature. Tra fioretto e spada hai deciso di andare di spada. Perchè?
Critiche e proposte, sono anni che abbiamo adottato questo registro. La campagna elettorale è il momento giusto per fare un bilancio dell’attività di chi ci ha amministrato. Perché siamo chiamati a dare un voto per qualcosa, ma anche ad esprimerci contro una cattiva gestione del potere. E’ corretto richiamare alla mente tutti le forzature commesse in questi anni dall’Amministrazione perché i procidani serenamente ne diano un giudizio. Basti ricordare per esempio la pretesa di voler rilasciare i condoni senza il parere della Soprintendenza, o l’assurdità di voler espropriare le case costruite dopo il 1994 per farsi pagare il pigione dai proprietari. Cose “turche” che abbiamo sempre contestato e che dimostrano l’incompetenza di chi ci ha amministrato in questi anni.
Quanto può entusiasmare ai procidani una campagna elettorale?
La campagna è un evento stimolante per la discussione e tutti gli italiani, in generale, amano dire la propria. E’ un appuntamento che noi cittadini dobbiamo approcciare con responsabilità: la scelta che faremo il 31 maggio ci condizionerà per i prossimi 5 anni. Non esiste la possibilità di votare una compagine e poi pretendere che sia l’opposizione a fermarla. Con la riforma del 1993 sono stati dati più poteri ai Sindaci, quindi la cosa giusta da fare è affidarci sempre agli stessi amministratori se siamo soddisfatti, oppure dare un’opportunità a “La Procida che Vorrei” se vogliamo cambiare le cose.
I punti di forza della tua squadra?
Ecco, siamo una squadra. Un gruppo in cui c’è fiducia reciproca e dove ogni candidato avrà la responsabilità di portare avanti una parte del lavoro. L’altro punto di forza è che siamo persone laboriose, pronte a prenderci la responsabilità di impegnarci per il paese. Abbiamo proposto una compagine di personalità degne di fiducia a cui va data l’opportunità di misurarsi con i problemi dell’isola.
E più in generale quelli della Procida che vorrei?
La Procida che Vorrei è un esperimento di “reciprocità”, una delle parole chiave della nostra Mappa del Bene Comune. Ovvero chiediamo impegno ai nostri amministratori ma ci diamo da fare anche come cittadini. In un clima di rinnovata fiducia tra la cittadinanza e la classe dirigente si possono fare grandi cose. Pensiamo al problema del decoro urbano, per esempio: l’Amministrazione dovrà occuparsene, ma occorre necessariamente la collaborazione dei cittadini. La Procida che Vorrei è il tentativo di riprendere questo dialogo, un contenitore civico che cerca di stimolare il civismo.
Ci presenti in poche parole la tua squadra?
Cittadini laboriosi nella vita privata, impegnati nella vita sociale, che hanno sentito l’esigenza di prendersi cura direttamente della nostra isola. Un bel gruppo di persone all’altezza della situazione di emergenza che si è creata, professionisti pronti a mettere a disposizione le proprie competenze per provare a risolvere i problemi dell’isola.
Un programma condiviso può essere il successo di una buona amministrazione?
Ripeto spesso come esempio che per risolvere il problema del traffico a Procida non basterà fare un’ordinanza di divieto. Occorre coinvolgere la cittadinanza sugli obiettivi da raggiungere e sui vari traguardi che bisogna passare. Ciò significa che i risultati più apprezzabili saranno quelli frutto della condivisione con i procidani, perché l’isola è dell’isolano, e ciascuno di noi ha il diritto di contribuire direttamente alle scelte.
Fino all’ultimo avete corteggiato i pentastellati. Ritenete che vi possa togliere voti?
I pentastellati sono un Movimento, un metodo di lavoro, che non necessariamente si esaurisce sotto una sola etichetta. Leggevo su qualche blog che nel momento in cui passeranno i messaggi e le proposte del 5 Stelle, il Movimento stesso potrebbe anche essere sciolto. Ecco a Procida stiamo facendo questo esperimento all’interno de “La Procida che Vorrei”. Partecipazione, raccolta differenziata, riduzione degli sprechi, energie alternative, mobilità sostenibile, sono le nostre stelle polari. Se i cittadini vorranno avere degli amministratori che realmente si misurano con la soluzione di questi problemi, non hanno alternative, devono votare “La Procida che Vorrei”; solo la nostra squadra ha la reale possibilità di vincere le elezioni e puntare su un programma di rinnovamento dell’isola.
Del programma si sa tutto o quasi tutto: fai un appello agli elettori
Dico che questa volta abbiamo la concreta possibilità di vincere le elezioni, anche perché i nostri diretti avversari corrono separati. Dateci l’opportunità di mettere alla prova le nostre proposte, potrebbero realmente far fare uno scatto di qualità alla nostra isola. Poi aggiungo che in caso vincessimo le elezioni, io sarò veramente il Vostro Sindaco, io non ho un azionista di maggioranza o un dante causa.
Un giorno hai detto che se nemmeno questa volta riesci ad essere “amministratore” lasci ad altri. Nobile iniziativa. La confermi?
Certo. Io ci sto mettendo il massimo dell’impegno, mi sento pronto per questo appuntamento. Posso portare il contributo di una persona che ama il lavoro, si impegna per raggiungere gli obiettivi, dispone di relazioni politiche che possono fare il bene di Procida. Ho gli anni giusti per affrontare con forza i problemi dell’isola. Se questa non diventasse la mia occasione, necessariamente mi dovrei mettere in discussione. Ma non ci distraiamo, credo proprio che questa sia la volta buona !!!
Mamma mia che presuntuoso questo Dino. Già si sente sindaco e parla con disprezzo degli avversari. Più umiltà per favore.
Cara Luisa farebbe bene a leggere nuovamente l intervista e a porre la Sua attenzione alle proposte di cambiamento che Dino e la squadra da anni portano avanti con passione e determinazione. Evidentemente Lei non è un’ isolana e non conosce la “Procida che Vorrei” altrimenti non userebbe termini quali presunzione e disprezzo riferendosi a persone che solo grazie alla loro umiltà e forza di volontà, oggi, si mettendo in gioco non per loro stessi ma per gli altri! Approfondisca e non lasci commenti simili, elaborati semplicemente dalla lettura di quattro righe. Grazie. Marica.