Sebastiano Cultrera | Come ad ogni elezione, e le comunali non fanno eccezione, si propone la questione del voto utile, che morderà soprattutto negli ultimi giorni di campagna elettorale. In effetti il maggioritario secco a turno unico (in vigore nei comuni, come Procida, inferiori ai 15mila abitanti), non consente agli elettori un primo turno con possibilità di scegliere il partito più aderente alle proprie idee e, poi, magari, un secondo turno di scelta del meno peggio rimasto in competizione. Bisogna dare subito un voto che può essere determinante.
Il dilemma del “voto utile” diventa quindi centrale, e di solito, diventa stringente con l’avvicinarsi degli ultimi giorni di campagna elettorale.
Prima della disastrosa campagna di Bersani nel 2013 sul Corriere, il costituzionalista Michele Ainis cercava di affrontare le dinamiche, spesso discutibili, del “voto utile”. Arrivandole a riassumere in un concetto:
“Il voto utile è per definizione un voto contro: contro il nemico, ma altresì contro l’amico. Perché mette in guardia l’elettore contro la sua prima scelta, perché lo invoglia al male minore, altrimenti si beccherà il male maggiore. Dunque trasforma l’opzione elettorale in un atto d’inimicizia, o quantomeno di sfiducia: ti voto solo perché non ho fiducia che vinca il mio partito.” E conclude considerando che “Non può esserci speranza in una scelta disperata, in un voto sequestrato dalla paura del nemico”.
Non credo, tuttavia, che sia un delitto, questo modo di ragionare degli elettori, verosimilmente suscitato da coloro che si propongono come le liste più accreditate di vittoria. E messo in campo proprio con un ragionamento di pura UTILITA’, del tipo “Non sprecare il voto per CAIO, perché se davvero vuoi battere TIZIO devi votare me, che sono il più forte competitore, quindi l’unico capace di vincere contro TIZIO” Il problema, grande come una casa, è che, in questo tipo di ragionamento, spesso, vengono relegati sullo sfondo i contenuti, le reali proposte, i programmi. E’ una semplificazione che non invita all’approfondimento, alla consapevolezza circa le reali offerte politiche in campo. Che mi lascia perplesso, almeno rispetto alla mia idea di base che il vero VOTO UTILE è il VOTO RESPONSABILE! Quel voto espresso, con il supporto della ragione, che predilige le proposte, i contenuti, le idee. L’invito, quindi che faccio, ai protagonisti della campagna elettorale è quello di utilizzare i residui giorni a persuadere gli elettori rispetto al DOPO, alla affidabilità e capacità di governo della propria compagine (se eletti) e, quindi alla vera UTILITA’ di un voto per loro. Insomma proporre cose coerenti, ed essere credibili a realizzare, sul serio, le cose che si propongono.
Piccole proposte ma realizzabili, perché chi ha promesso tanto ha detto solo menzogne elettorali e dal 2 giugno ritratterà tutto.
Ottima riflessione. Concordo in pieno con l’idea di fondo dell’articolo di Sebastiano. Rimane pero’ sullo sfondo di tutta la faccenda la vera “realta” del popolo procidano. A fronte di tante persone che intendono andare al voto in maniera responsabile e convinta …. ci sono tantissime altre persone che, da sempre, sono abituati a essere avvicinati dal politico di turno e a “vendersi” al migliore offerente …. Contro questi ultimi non c’e’ nulla da fare. Sono questi i limiti della democrazia !