Redazione | Non è escluso che dopo la sventagliata di interrogatori del capitano Scafuri e dei suoi uomini del Nucleo operativo ecologico possa giungere direttamente sull’isola d’Ischia il pubblico ministero Celeste Carrano. Il magistrato che di fatto si sta occupando direttamente in prima persona per allargare gli orizzonti sulla metanizzazione.
In questa seconda ondata di interrogatori si è deciso di adottare la più classica delle tecniche investigative. Chiamare ad uno ad uno i testimoni potenzialmente utili e tenerli nella stanza per almeno tre ore, mentre per i più recalcitranti la permanenza è stata molto più lunga. I carabinieri hanno sempre esordito a chi era nel sistema e si era ben guardato dall’esporsi dopo il terremoto giudiziario, che sapevano tutto e di più delle sue attività politiche e quelle private. Non c’era stato segreto che era rimasto tale. Ogni prova era stata già incasellata e pronta per essere utilizzata. Una disamina delle dichiarazioni è indiscutibilmente necessaria per capire se il pubblico ministero debba o meno venire personalmente sull’isola d’Ischia per approfondire alcune situazioni non troppo chiare e riascoltare quei testimoni di Ischia e Procida già spremuti dagli uomini del Noe. O se invece preferire una convocazione più discreta negli uffici della procura della Repubblica, senza sguardi indiscreti che potrebbero provocare dei rallentamenti nell’inchiesta.
Per lunedì, a quanto pare, sarebbe stato già programmato un confronto “informale” (altro non era possibile proprio per la sua posizione attuale) con un sindaco dell’isola d’Ischia, al quale i carabinieri avrebbero già chiesto di consegnare alcuni documenti ritenuti utili per poter contestare ad altri soggetti un comportamento al limite della illiceità. E prima del week-end è stato sentito quale persona informata sui fatti un ex sindaco di Procida che avrebbe avuto anche lui un ruolo comunque di partecipante nell’attività pre-assegnazione dell’appalto sulla metanizzazione.
Alcune testimonianze sono veramente esplosive. Senza alcuna incertezza, sono stati fatti nomi e cognomi di politici e soprattutto affaristi che si sono buttati a capofitto nell’affare metanizzazione nella speranza di poter guadagnare un bel gruzzolo di denaro; sono stati elencati altri affari che non hanno nulla a che spartire con la metanizzazione e che riguardano quei servizi che da sempre sono sotto la lente di ingrandimento dei pubblici ministeri.