Redazione | Giorni di silenzio. Quando vedi che tutti attorno a te hanno qualcosa da dire. Programmi ed idee. Comizi, microfoni, incontri e cene di gente che fino a qualche mese fa erano il tuo pane quotidiano. Quando nel dolore sordo che ormai ha spiegato più sbadigli che rughe, decidi che è giunto il momento di muoversi. E allora prendi carta e penna. E lo fai non con un giornalista, non con un comunicato stampa. Ma lo fai nel luogo deputato per eccellenza del popolo procidano: il civico consesso.
Ultimo consiglio comunale metaforicamente di un’epoca di cui si è stati il protagonista assoluto. Decidi che è giunto il momento di agire di far sentire la tua voce. E nonostante tutto ti ostini a voler incoraggiare responsabilità e coscienze nella Procida che verrà. Riapri quei cassetti che hai tenuto chiusi per giorni e cerchi disperatamente un megafono alla voce rotta, mentre assisti ad un mondo che gira non sapendo a chi credere e a chi chiedere.
Il civico consesso allora diventa il luogo per eccellenza dove nel rappresentare i perché di un’astensione nell’approvazione del bilancio consuntivo 2014 – di difficile comprensione per chi da sempre aveva abitutato i suoi concittadini ad assumersi le proprie responsabilità – diventa soprattutto qualcos’altro. Perché dentro le poche righe allegate al verbale c’è qualcosa che va al di la.
“Signori Consiglieri , annuncio la mia astensione dal voto non per ragioni politiche o tecniche ma per essere coerente con la mia scelta di non partecipare al dibattito politico, con la mia scelta di non candidarmi. Dopo l’avviso di garanzia ricevuto lascio il consiglio comunale dopo 31 anni ed auguro a Procida di avere una nuova amministrazione valida ed efficace. In questo momento molto amaro per me voglio solo a fermare nell’organo sovrano delle istituzioni Procidane di non aver mai pensato o fatto o comunque eseguito alcun atto o comportamento contrario agli interessi del Comune in quanto ente e comunità. Ho sempre lavorato con impegno e dedizione solo e sempre tutelando tali interessi superiori. Con ciò non voglio entrare nel merito dell’azione della magistratura che rispetto e spero mi aiuterà a chiarire la mia posizione, per tali motivi mi allontanerò dall’aula. W Procida!!”
Due fogli vergati che rimarranno agli atti del consiglio comunale come il testamento ( temporaneo) di un uomo che ha servito le istituzioni per oltre 31 anni. Due fogli per incoraggiare la nuova amministrazione comunale, quasi a prevedere che ce ne sarebbe stata una di colore completamente diverso, ad adoperarsi al meglio per il territorio procidano. Due fogli per ribadire – come ebbe ad affermare il giorno dopo l’avviso di garanzia di due mesi e mezzo fa, all’indomani del venerdì santo – di nutrire rispetto nei confronti della magistratura inquirente e di essere pronto a difendersi nel processo e non dal processo. E poi due fogli per dire forte e chiaro che nell’attività di politico più influente degli ultimi 25 anni non ha mai fatto prevalere gli interessi personali rispetto a quelli della comunità isolana. Sappiamo bene quanto queste cose Luigi Muro avrebbe voluto urlarle al mondo. Urlarle a chi in questi mesi ha puntato il dito. A chi ha deciso di girarsi dall’altra parte. Lo ha fatto il 30 maggio, nel civico consesso, da consigliere comunale, da uomo delle istituzioni.
LUIGI MURO è stato l’unica persona in grado di portare avanti la nostra isola e l’unico che potrà rimettere le cose a posto, il tempo è l’unico giudice incorruttibile e imparziale, spero solo che il passo indietro che ha fatto sia solo temporaneo e che si renderà conto che lui è la fenice della politica isolana.