Redazione | Ormai sembra una corsa contro il tempo. Quel tanto che potrebbe salvare la vita ad una donna che da anni è costretta a subire – nel silenzio ovattato delle quattro mura domestiche – le angherie della sorella. L’ultimo episodio è un tentativo di soffocamento a letto. La denuncia è di un parente che abita prospiciente l’abitazione delle due sorelle. F.M, ieri si è recato dapprima al Comune dove ha protocollato l’ennesima lettera di aiuto e poi è andato a sporgere denuncia presso la locale stazione dei Carabinieri.
La vicenda di queste due sorelle è legata al doppio filo della malattia mentale e di patologie croniche. L’una allettata, già in passato aveva più volte tentato il suicidio e l’altra malata del Morbo di Parkinson – oggi riesce a malapena a muoversi. Una maledizione se si tiene conto anche di un fratello “rinchiuso” in un ospedale psichiatrico da sempre. Le due sorelle A. L e A.L figlie di procidani, dopo aver vissuto per anni a Napoli, si trasferirono anni fa sull’isola di Arturo, accolte dalla generosità di un cugino della madre che mise loro a disposizione un’abitazione in comodato gratuito. E’ proprio questo “parente” che da anni vive con apprensione la vita delle due germane e con una cadenza quasi annuale scrive al comune di Procida, ai Carabinieri e agli enti preposti ,per informarli della situazione ormai degenerata al punto tale da temere il peggio. L’ultimo episodio di qualche giorno fa è quello che ha visto una sorella tentare di soffocare l’altra a letto.
Già nel maggio di quattro anni fa il parente procidano scriveva al comune ( prot.5261 del 02.05.2011) , all’assessore alla sanità, al Sindaco e ai carabinieri per rappresentare la storia. Dopo un tentato suicidio a base di un cocktail di farmaci, per A.L e un tentato suicidio con sulfamidici, fu previsto un TSO per entrambe. Le diagnosi furono: per una, sindrome depressiva, morbo di Parkinson e ischemia. Per l’altra sorella, patologia conclamante di disturbo della personalità e pertanto affidata ai servizi sociali del comune di Procida. L’anno successivo di fronte a nuovi casi di tentati suicidi il parente scrisse una nuova lettera al comune ( prot. 8410 del 04.07.2012) in cui spiegava analiticamente i nuovi casi di suicidio e rappresentava ancora una volta alle autorità, la necessità di un intervento per scongiurare gesti irreparabili. Nella lettera riferisce dettagliatamente – con i certificati medici alla mano – la gravità delle patologie e soprattutto illustra la personalità deviata di una sorella la quale esercita un potere possessivo nei confronti dell’altra. Nella lettera si porta a conoscenza anche dei quattro tentati suicidi. Dal 2012 ai giorni d’oggi la vicenda si è alternata tra periodi di ricovero presso strutture psichiatriche napoletane e vari TSO. Gli accadimenti degli ultimi giorni sembrano tuttavia aver preso una piega diversa. Se prima erano tentati suicidi, quello illustrato dal “parente” procidano, alle forze dell’ordine, è un vero e proprio tentato omicidio per soffocamento.
La denuncia è racchiusa in un foglio vergato a mano indirizzato al Comune di Procida e al comando dei carabinieri: “Gentili signori vengo di nuovo a portare alla vostra cortese attenzione questo terribile caso di disagio sociale che altre volte ho già esposto. Oggi il disagio delle germane si è aggravato ed io vicinissimo di casa – insieme a tutta la mia famiglia – assistiamo impotenti ai continui maltrattamenti di una nei confronti dell’altra. Vi ricordo – ma questo è già a conoscenza delle autorità competenti – dei ripetuti tentativi di suicidio tentati per il passato dalle suddette germane. ora sentiamo impotenti a vari tentativi di soffocamento da parte di A.l da noi sventate. Ora non sappiamo cosa fare come comportarci nel caso che questi tentativi di soffocamento continuassero chiediamo aiuto prima che sia troppo tardi. Qualcuno si assuma le sue responsabilità”.