Redazione | L’allarme suscitato dalla situazione debitoria del Comune di Procida è notevole, anche perché circolano voci contrastanti sul reale stato delle cose. Sia nell’intento di fare chiarezza, sia per sollecitare proposte operative come affrontare tale situazione, continuiamo ad ascoltare le opinioni per contribuire a tali scopi. Abbiamo posto alcune domande in merito a Pasquale Lubrano, uno dei maggiori conoscitori della finanza comunale per esperienze professionali ed amministrative, come ricercatore di storia locale, e da capo redattore di “Procida Oggi”.
Ancora una volta ti esprimi contro il dissesto finanziario del Comune di Procida, come 25 anni fa. Abbiamo già ascoltato il parere di Aniello Scotto che ha respinto le accuse di essere “Mister Dissesto”, tu confermi di essere “Mister Antidissesto”. All’epoca fosti sicuramente tra gli elaboratori delle pubblicazione “I Conti cantano” per illustrare la situazione, respingere le accuse dell’Amministrazione Scotto verso quella precedente. Oggi i “Conti cantano ancora? o ci sarà un forte aumento di tasse?”
“Sono contrario alle dichiarazioni di dissesto sia per i danni che arrecano alle tasche dei cittadini, sia perché condannano il paese ad un prolungato immobilismo. Se ci sono strade alternative, certamente impegnative per un amministratore e per niente semplici, ma che ugualmente possono portare al riequilibrio finanziario è giusto tentarle. Sarebbe grave adottare il dissesto come scorciatoia e lavarsi le mani. Ho ritenuto opportuno e doveroso, in modo collaborativo, indicare le misure finanziarie che sarebbero da adottare, facendo riferimento ai dati approvati dall’amministrazione Dino Ambrosino. Voglio sperare che siano stati apprezzati dagli amministratori sia i contenuti che lo spirito delle proposte. In sintesi ritengo che per ripianare i debiti il cui ammontare certo è di circa 9 milioni di Euro, a cui pur aggiungendo le peggiori evenienze negative future nell’arco dei prossimi 30 anni, In ogni caso, il Comune dispone delle Entrate più che sufficienti a farvi fronte. Esse sono quantizzabili, nel periodo, tra somme arretrate certe da incassare e riduzione di spesa intorno ai 40 mil. di Euro, come già da me pubblicamente dimostrato, (compresa quella per la riduzione del numero di personale per prepensionamenti decisi dalla precedente amministrazione e per quiescenza ordinaria).Il giochino al rialzo quotidiano della “massa passiva” da 22 mil, a 24, a 25, a 30 non muta la pesante situazione che resta comunque all’interno delle complessive disponibilità finanziarie nell’arco temporale disponibile”
“Quanto all’aumento di tasse ho sentito parlare dell’aumento della TASI sulla casa, ma sono del parere, che vadano approfondite le modalità di attuazione delle nuove regole per gravare di minor peso l’esercizio corrente, recuperando già nei prossimi mesi entrate da condoni edilizi, recupero morosità della tassa rifiuti, vendita di beni già formalizzate, ecc, per evitare di scaricare tasse sui cittadini. Resta un punto base da chiarire anche con gli Enti di vigilanza contabile: è opinione generale che piano di riequilibrio e nuove norme di Bilancio sono incompatibili, da ciò discendono maggiori opportunità per gestire il futuro sollevando i cittadini da pesanti tasse. Occorre impegno e capacità che spero gli attuali amministratori possano impiegare”.
Ma anche una fonte autorevole come l’ex sindaco Aniello Scotto parla di 24 mil. di debiti.
“E’ incredibile, per bassa speculazione politica, come una serie di veri “monatti” alimenti con voluttà, a mezzo stampa o con subdola propaganda, tanta disinformazione. Poiché nei comportamenti al peggio non c’è limite, c’é chi si spinge a parlare di debiti per 30 mil. senza rendersi conto che propagande elettorali sono finite, chi è chiamato ad amministrare deve farlo, la strada dello scandalismo non porta vantaggi a nessun cittadino, anzi potrebbe essere più che utile uno sforzo comune e condiviso tra le forze politiche per individuare le giuste soluzioni. Per le “cifre ballerine”, sarebbe opportuno che il consigliere delegato Giovanni Villani chiarisse ai cittadini, senza tecnicismi che generano equivoci, i reali termini della vicenda, prese per buone le cifre fornite.
Quanto all’avallo da parte di Aniello Scotto a questa operazione di disinformazione, mi permetto osservare che quella è la parte più imbarazzante dell’intervista da te raccolta. Se anche un ex sindaco confonde debiti accertati con accantonamenti prudenziali per eventuale svalutazione crediti, siamo messi proprio male. Figurarsi gli ultrà da odio “razziale” e nulla più come possono sbizzarrirsi nella loro opera di denigrazione. Non vorrei che anche qualche errore simile di valutazione e conoscenza lo abbia indotto a dissestare il Comune 25 anni fa e che solo tra due anni il Bilancio comunale finirà di pagare.
Ma Aniello Scotto sostiene che lo fece per risanare il Comune
All’epoca non solo quelli che definisce suoi “avversari” erano contrari a tale sua scelta ma anche il pool di tre notissimi professori di diritto amministrativo del suo stesso partito (DC), consultati ufficialmente, lo sconsigliarono vivamente. Anch’essi erano suoi “avversari”? Sui fatti dell’epoca si è scritto già tanto che non serve a nulla ripetersi se non per coglierne gli insegnamenti e non ripeterne gli stessi errori. Ti consegno un po’ di documentazione relativa all’epoca da cui si evidenzia in che malo modo gestì il Comune portandolo al dissesto, può essere sempre utile non dimenticare il passato.
Per esemplificare brevemente, le anticipazioni di tesoreria passarono da 2,2 miliardi di lire nel sett. 89, due mesi dopo il suo insediamento, a 6 miliardi due anni dopo; nel ‘90 il personale precario assunto in vari modi costò oltre 500 milioni ed ancor più successivamente; spese folli, cancellazione di partite attive, aumenti al massimo delle tasse. Per non parlare che, per incapacità, furono necessarie nomine di commissari per l’approvazione del Consuntivo ’90, e finanche commissariali furono le nomine delle commissioni istituzionali (es. edilizia) dopo numerose diffide, con elevati costi a carico del Comune. Decise il dissesto, (altro che risanamento) e scappò senza essere capace di approvare il piano di riequilibrio previsto per legge. Dovette provvedervi la Giunta successiva, dopo diffida. Anche allora la colpa era degli altri, o meglio dei “Socialisti”, dimenticando che, sindaco precedente era un esponente del suo stesso partito, con maggioranza in Consiglio. Peraltro egli stesso era stato, nel Consiglio Comunale precedente al dissesto, assessore alle finanze e poi capogruppo consiliare. Ora dispensa buoni consigli all’attuale amministrazione? C’è da preoccuparsi!”
Il cittadino si domanda: come è possibile che in 25 anni si sia riprodotto un “buco” tanto ampio?
“La domanda può essere posta anche in altro modo: “Come mai lo Stato ogni venti anni, per fermarci al dopoguerra, cambia le regole della tenuta dei conti degli Enti locali, a parte le normative da leggi finanziarie annuali con tagli continui dei contributi a favore degli stessi?”
Poiché la situazione riguarda tutti i Comuni d’Italia, qualunque sia o sia stato il colore politico dell’Amministrazione, al netto di errori amministrativi, pur considerando in qualche caso gli illeciti, è da rilevare che lo Stato Italiano finora non è riuscito ad individuare un modello legislativo finanziario per l’Ente locale capace di assicurare funzionalità, equilibrio gestionale, responsabilità nell’autonomia. Una ridotta minoranza di Comuni riesce a fruire di condizioni particolari, tra cui quelle per entrate tributarie più che sufficienti. Il Comune di Procida, come si evince dalla documentazione storica che riporto su “Procida Oggi”, ha sempre sofferto per la differenza tra esigenze di spesa ed entrate possibili, anche quando, con il “podestà”, non era previsto il consenso democratico, spesso ottenibile, purtroppo, in modo clientelare. Dico ciò senza voler giustificare nessuno, tanto più che mi è capitato fin troppo spesso di non condividere tante scelte amministrative nel corso di oltre cinquant’anni da cittadino partecipe alla vita civica dell’isola.
Il cambio di legislazione comporta sempre difficoltà di armonizzazione con quella precedente, anche per smaltire il pregresso che si è accumulato per necessità, sempre al netto di errori di vario genere. Se il cambio di legislazione coincide anche con un cambio di amministratori questi finiscono per porre in essere due modi di comportamenti alternativi: o porre il proprio impegno e serietà ad affrontare le nuove situazioni o, come ne caso dell’amministrazione Aniello Scotto, gridare allo “scandalo”, le “cose mai viste” (per tornare all’oggi, e dove dovevano vederle, se non se ne erano mai interessati!) per giustificare la propria incapacità, scaricando la colpa sugli altri. Meno male che ci sono gli “altri” a fare da parafulmini”.
Esemplificando, per converso, nell’84 il sindaco socialista Parascandola e la sua Giunta nel giorno dell’insediamento si videro recapitare il pignoramento dei conti di Tesoreria per molte centinaia di milioni di vecchie lire, oltre un debito pregresso di vari miliardi perché, a differenza degli altri Comuni, per dimenticanze pregresse non si era provveduto all’accollo allo Stato in occasione della precedente variazione di normativa negli anni ’70. Ci si mise responsabilmente all’opera, senza accusare nessuno, con risultati, che puoi verificare dalla documentazione che ti ho dato, tali da potersi ritenere essere stata una gestione “virtuosa”, tanto da essere premiata dall’elettorato. Nell’89 cambiò nuovamente la normativa finanziaria; l’amministrazione, con elezione a sistema proporzionale, passò nelle mani di Aniello Scotto sindaco, a capo di una maggioranza consiliare che andava dall’estrema destra all’estrema sinistra, accomunati da incapacità pari all’antisocialismo frutto di frustrazioni politiche, e, dopo aver sperperato danaro per mesi, pensarono di liberarsi delle difficoltà col dissesto, nascondendosi dietro presunti “scandali”, inesistenti, come il tempo, sempre galantuomo, ha ben dimostrato, Il giochino non funzionò e dovettero scappare, un anno dopo, non riuscendo a mettere in atto un piano ordinario di gestione”
Secondo te, oggi come andrà a finire?
“Ripeto: sono ottimista perché vi sono le condizioni per esserlo. Se poi vi sono problemi di altra natura per obiettivi diversi, tutto è possibile in negativo. L’Amministrazione dichiara di voler evitare il dissesto. Vedremo le proposte in occasione della approvazione del Bilancio di Previsione 2015.In ogni caso se si parla di amministrazione “condivisa”, porla in essere implica correttezza di informazione, onestà intellettuale e politica, senza tecnicismi equivoci o espressioni, come quelle che lascerebbero intendere la materiale (impossibile)scomparsa di milioni di Euro. In tal modo più che informazione si fa disinformazione, più che partecipazione è inganno.”
Se fanno il dissesto si devono dimettere lo stesso giorno.
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Sig. Pasquale, finalmente li ha smascherati, vediamo se il delegato al Bilancio la risponde, invece si sarà rifuggiato da qualche parte per lo scorno
Ant, Parascandol