Redazione | Comunicato Stampa | Il colpo di mano registrato nelle ultime settimane circa la privatizzazione della Caremar apre nel peggiore dei modi la legislatura De Luca che con fare arrogante e dispotico si propone come l’uomo del “fare” non tenendo in minima considerazione associazioni, società civile e parti varie impegnate per garantire la vita della compagnia pubblica di trasporto marittimo.
La perdita della Caremar è una perdita per tutti, è perdita di diritti e consolidamento del blocco monopolista che da domani comanderà il 100% delle corse da e per le isole.
Anche se sbiadito da deliberate scelte dannose e autoliquidatorie ( ma tali scelte non scendono dal Cielo!) negli ultimi anni, non sfugge il ruolo essenziale che la Caremar ha avuto recentemente come garanzia per un trasporto plurale che potesse dare competizione nei servizi, salvaguardando la fruizione del diritto alla continuità territoriale ed alla mobilità a tutte le categorie e classi sociali attuando una politica dei prezzi calmierata e non dettata dal solo profitto ad ogni costo.
A tutto il 2005, sia pure con il contributo di compensazione, ma ancora con un consiglio di amministrazione relativamente autonomo, la Caremar riusciva ad effettuare sia il servizio di collegamento che un giro annuale di soste lavori per manutenzione delle navi, tenute nella massima efficienza. Dal 2006 con la gestione Tirrenia e successivamente con la cessione alla Regione Campania è iniziato il lento e probabilmente voluto declino.
Con la cessione ai privati che già operano nel golfo di Napoli si viene a creare una situazione di totale anomalia che vede corse OSP e residuali affidate ad un unico cartello amatoriale, un’ intesa definita persino dal garante della Concorrenza e del Mercato […]”collusiva” ai danni della concorrenza e degli utenti per quanto riguarda la spartizione del mercato e le politiche tariffarie.
Non si può avallare certamente la presenza di un unico cartello per un settore delicato e importante come quello del trasporto marittimo, chi non vuole accodarsi al colpo di mano messo in atto non può tacere anzi, è chiamato a far sentire alta la sua voce e battersi per riportare la questione nei limiti della normalità.
Un’ ultima parentesi è per tutti gli amministratori locali che hanno fatto plauso alla rapidità con cui si è consumata la privatizzazione della Caremar. Amministratori che nel corso degli anni non hanno mai detto nulla in merito, non hanno mai risposto ad appelli provenienti dal variegato mondo della società civile e che oggi invece si permettono di parlare di “efficienza del privato” allineandosi supinamente alla volontà del capo (ex) “impresentabile”.