Redazione | Dopo la “Grande nettezza” qualcuno si aspettava (giornalisticamente) la “grande bellezza” parafrasando il celebre film di Paolo Sorrentino. Invece no, il titolo che ci viene meglio è “la grande timidezza”. Quella del Comune che si è “arreso” di fronte allo scempio ambientale perpretato da mesi dietro la Scuola Media. Le cannucce e le tavole poste a recinzione – che purtroppo impediscono l’accesso al piccolo spiazzo e ai due contenitori per il conferimento di indumenti ed abiti usati – sono il segno evidente di chi ha deciso che è meglio transennare definitivamente la zona, tanto appaiono inutili proclami, buoni esempi, controlli e soprattutto inviti alla civiltà. Un fallimento? Non proprio. Ma quasi. La zona non è comunque stata bonificata. Come si vede dalla foto permangono all’interno sfaldi di asfalto bituminoso e altre zozzerie pericolosissime per la pubblica incolumità. Ci piace sottolineare il fatto che è stata proprio la denuncia lanciata da queste pagine a far si che si mettesse in moto quell’antipatico, ma doveroso, ormai modo di segnalazione che ha permesso comunque che si addivenisse ad un appianamento.
I Carabinieri hanno infatti sollecitato il Comune per una rapida soluzione di quella che stava diventando un vero focoloaio di sversamento a cielo aperto di materiale inquinante. Del resto la Legge 22 maggio 2015, n. 68 in materia di riforma dei reati ambientali con l’obiettivo di garantire un netto salto di qualità nella protezione della salute e dei beni naturali introduce novità importantissime. Il provvedimento introduce nel codice penale un nuovo titolo dedicato ai “Delitti contro l’ambiente” (Libro II, Titolo VI-bis, artt. 452-bis-452-terdecies), all’interno del quale sono previste le nuove fattispecie di: inquinamento ambientale; disastro ambientale; traffico ed abbandono di materiale radioattivo; impedimento di controllo e soprattutto omessa bonifica.
Con la recinzione – come dicevamo – va dato atto che almeno una sorta di bonifica è stata effettuata, ma soprattutto è stato risparmiato agli occhi dei passanti, un quadro esteticamente bruttissimo, cosa non di poco conto in un’isola che ormai ha deciso di anteporre la parola “Decoro” a qualsiasi altro tipo di attività. In effetti per anni l’intero territorio comunale ( zona più, zona meno) è stato una sorta di zona franca, un cattivo vezzo che ha accompagnato comportamenti ai limiti dell’indecenza ( e della vergogna). Ma del resto si sa che non è facile cambiare registro delle ( pessime ) abitudini. A qualche sciacqua lattughe che si diverte a raccontare ( o peggio ancora a scrivere) della raccolta differenziata e dei magri risultati raggiunti negli anni, basta ricordare che fino a una trentina di anni fa ( e non un secolo fa) sull’isola, la monnezza veniva “appicciata” a Solchiaro. E quindi di cosa parliamo? E’ chiaro che con un retaggio simile ci vorrà più di una generazione per ristabilire quell’equilibrio fatto di buon senso e di scelte amministrative, nel dare un aspetto decoroso (per davvero) all’isola. Non basta, crediamo, una pur meritevole campagna pubblicitaria, campagna di informazione messa in campo dall’amministrazione comunale che quotidianamente rappresenta alla popolazione (di facebook soprattutto) il materiale da conferire. Ma ovviamente è una partenza, ed ogni lunga corsa inizia con il primo passo.
nessuna notizia della fogna a ciraccio?
avete messo le tendine………bravhi!!!!!!!!