Redazione | C’è una data che sta segnando e non poco la cittadinanza isolana. Il primo ottobre 2015, allorquando la Guardia di Finanza dovrebbe lasciare l’isola. E così, proprio nelle ultime ore ha preso corpo, la protesta popolare – attraverso una petizione indirizzata alle più alte cariche dello Stato (Presidente della Repubblica, Presidente del Senato, Presidente della Camera, Comandante Generale della Guardia di Finanza e Prefetto di Napoli) – avverso la decisione del Comando Generale della Guardia di Finanza di sopprimere, nell’ottica di una razionalizzazione delle risorse, la brigata di Procida.
Il fatto che l’isola possa rimanere priva del presidio del corpo, appare non solo ingiustificata, ma anche grave nonché dannosa per l’intera comunità. A maggio fu la senatrice del PD Valeria Valente ad interessarsi alla vicenda con una interrogazione parlamentare. Il territorio isolano, malgrado ad un primo impatto possa apparire fermo e privo di interessi operativi, ad un esame più approfondito rivela una complessità e dinamica tale da richiedere, invece, una costante vigilanza ed una conoscenza del territorio che solo un presidio fisso può assicurare. La presenza degli uomini della fiamme gialle ha origine piuttosto remota risalente all’ immediato dopoguerra quando erano presenti addirittura due presidi. L’esigenza della vigilanza è stata storicamente correlata agli aspetti legati al territorio di frontiera e dalle connesse esigenze doganali, tematiche peraltro tutto ora attuale.
Sul punto si registra per così dire una prima illogicità nelle scelte del Comando generale laddove probabilmente per le medesime esigenze ha mantenuto presidi in realtà simili ma di dimensioni decisamente più ridotte come Ventotene e Ponza e invece ha inspiegabilmente soppresso il reparto di Procida. Alla luce di tutto ciò che sicuramente non avrà ricompreso la totalità delle esigenze e soprattutto delle problematiche esistenti non si riesce a comprendere le logiche che sottostanno al frettoloso provvedimento di chiusura deliberato dal Comando Generale della Guardia di Finanza.
Allo stesso modo non pare giustificabile barattare non motivate logiche di spending review con temi quali la sicurezza dei cittadini. Le esigenze di spese addotte dal corpo per la chiusura paiono inoltre del tutto prive di fondamento; anzi addirittura si determineranno degli aggravio di spesa. Infatti ad oggi il costo sopportato dal corpo per il fitto dei locali caserma è di €15.000 annui ma non sono diretti a un privato ma ad un altro ente dello Stato ed in particolare al Comune. Già questo farebbe cadere ogni logica di spending review. Ma non basta, va inoltre considerato che il futuro reparto competente sul territorio (pare la compagnia di Pozzuoli) dovrà sopportare comunque delle spese per le trasferte dei propri militari da inviare sul territorio per le esigenze di controllo che seppur limitate occorrerà comunque svolgere. Insomma dal danno alla beffa.
La petizione chiede quindi se tutto ciò sia stato valutato e che non sia invece il frutto di una scelta frettolosa o lo schiribizzo del potente di turno. Inoltre si ritiene pertanto opportuno un immediato provvedimento di sospensione quantomeno per determinare le conseguenze che la scelta apporterà sul territorio nonché per individuare un piano di soluzione delle problematiche. C’ho anche alla luce degli aspetti di ordine pubblico che si ingeneranno, atteso che non pare verosimile che una sola stazione dei Carabinieri peraltro con organico limitato (sette unità) posso sopportare il carico di un territorio così variegato e nonostante tutto complesso.
Iniziativa lodevole e necessaria, ma nn capisco perché lo stesso nn si faccia per l’ospedale ??? La questione sembra che nn importi a nessun cittadino procidano. Ma!!!!!
Brava Paola hai perfettamente ragione la stessa cosa vale per il caos degli orari dei traghetti.Be qualche iniziativa la potrebbe prendere l’attuale opposizione……….