Redazione | Una lingua di terra di nemmeno mezzo chilometro quadrato nel Mar Mediterraneo. In tanti nemmeno la conoscono, schiacciata com’è tra le più note Procida e Ischia. Eppure sembra che nel XVII secolo a.C. l’isolotto di Vivara – ancora interdetto alle visite – fosse uno dei porti più attivi del Mediterraneo. Ciotole, vasi, piastre, frecce, lame per la caccia e attrezzi per la filatura della lana lo testimoniano: molti di questi manufatti provenivano dalla Grecia micenea.
Sono 40 anni che i ricercatori dell’Università Suor Orsola Benincasa, guidati dall’archeologo Massimiliano Marazzi, lavorano sul passato preistorico dell’isola. E hanno scoperto che sul pianoro di Punta Alaca c’era un villaggio esteso. Il fermento vulcanico del Golfo di Napoli ha fatto sprofondare negli anni case, viottoli e capanne sempre più in basso sotto il livello del mare. 14 metri per la precisione. Ma l’archeologia subacquea ha permesso di ricostruire in 3D quello che doveva essere l’insediamento di Vivara all’epoca. Gli esperti di rilevazione tecnologica guidati da Leopoldo Repola hanno fatto rivivere al computer la Vivara della preistoria. Scendeva verso il mare e guardava verso Capri, Procida e Ischia con il suo castello aragonese.
Un’anteprima per vedere più da vicino le scoperte archeologiche di Vivara ci sarà lunedì 7 settembre al Palazzo della Cultura di Procida. Un’occasione – quella del progetto Terra – per dare nuovo lustro culturale a un’area finora rimasta sommersa dal tempo e dall’acqua.
corriere del mezzogiorno
Ma di quale
cultura parliamo !
Questo e sub-cultura,è lo sfruttamento sistematico degli ” sciacalli ” di Stato (politici,università,tecnici,di tutto di piu….)
Ma quanto è costato alla Comunità la conoscenza di cose che già erano,antedecentemente alle ricerche,erano già sapute e risapute.
Ora stanno scialacquando… sul tecnologico,sul 3D,ma fatemi il piacere….
Io non chiuderei Vivara al pubblico,anzi chiuderei nell’isolotto tutti questi magnacci di stato che la stanno usando e riusando a proprio sbafo…
negandola agli isolani e al mondo VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!
Vorrei pregarvi di usare il nome giusto che è “Conservatorio delle Orfane”
Condivido le perplessità di quanti non si spiegano l’inaccessibilita’ di Vivara. Ma perché non aprirla al pubblico, ovviamente con percorsi dedicati e protetti, salvaguardando l’indispensabile opera di tutela? È un vero peccato non permettere a coloro che visitano Procida la scoperta di quello scrigno che è Vivara.
…..non vi preoccupate fra poco ci pensa l’assessore…..l’estate è finita…….e non c’è più niente da fare e vedere sulle spiagge…..