Pasquale Lubrano | L’Amministrazione Comunale, nei termini indicati dalla Corte dei Conti, ha fornito i dati integrativi richiesti dopo i rilievi mossi per la mancata attuazione degli obiettivi intermedi del piano di riequilibrio nei due semestri precedenti. La Corte, nell’analisi dei dati, ha tenuto conto anche dei due piani distinti presentati dall’Amministrazione, quello di riequilibrio e quello di riaccertamento dei residui, considerandoli, com’era ovvio, un tutt’uno. I rilievi della Corte erano largamente previsti, in quanto é notorio che non é stato possibile realizzare la vendita delle quote societarie del porto turistico di Marina Grande e quella degli immobili che costituiscono la parte più consistente delle entrate per il riequilibrio. Per i tagli alla spesa si era inciso nella parte corrente e sulla riduzione del personale dipendente. Né é stato d’ausilio la previsione di entrate fatta dall’attuale amministrazione per i semestri successivi ripetitiva delle stesse non verificatesi in quelli precedenti. Ai sensi della normativa vigente, i rilievi comporterebbero l’avvio della procedura di dissesto.
I dati forniti alla Corte dall’Amministrazione sono stati accompagnati da una relazione in pratica illustrativa degli aumenti della tassazione e della riduzione della spesa corrente inserite nel Bilancio di Previsione 2015, per chiedere in conclusione “una rimodulazione del piano di riequilibrio” secondo le indicazioni fornite dalla Corte dei Conti Sez Autonomie il 17.2.2015. Tutta la documentazione sarà sottoposta al giudizio dei magistrati della Corte Sez. di Napoli nel corso di una udienza a data da destinarsi, con dibattimento tra le parti e sentenza finale.
Fin qui la cronaca. Vanno fatte alcune considerazioni.
Al punto in cui si è giunti, come ebbi a paventare di recente prima che l’Amministrazione Comunale adottasse le sue determinazioni, solo la “clemenza della Corte” può evitare il dissesto finanziario del Comune. La procedura è in fase avanzata e non è dato sapere se è nei poteri della Corte accedere alle richieste del Comune di autorizzare una “rimodulazione del piano di riequilibrio” dopo che il Comune ha confermato le scelte precedenti effettuate con i piani approvati.
Come si ricorda, mi ero permesso di segnalare per tempo le indicazioni fornite dalla Corte il 17.2.15, (quella di cui solo ora se ne ricordano), anche sulla procedura da seguire. L’occasione indicata per rimodulare il piano di riequilibrio doveva essere il riaccertamento dei residui e, secondo quelle indicazioni, la proposta di rimodulazione doveva essere “presentata direttamente alla competente sezione di controllo della Corte dei Conti, corredata dal parere positivo dell’organo di revisione economico finanziaria dell’ente”. L’Amministrazione Comunale si è rifiutata, in modo immotivato, di seguire le uniche indicazioni disponibili ed ora si trova ad affrontare il giudizio in condizioni di estrema debolezza. Anche il documento presentato a sostegno della richiesta appare insufficiente. Ora chiede l’autorizzazione per fare ciò a cui era tenuta a fare prima. La Corte può concederlo?
Ritengo in merito di aver fornito a mezzo stampa, ampie argomentazioni contabili nel dibattimento per sostenere presso la Corte l’inutilità del dissesto e la possibilità di riequilibrio strutturale con le misure adottate dalla precedente Amministrazione anche per il complessivo disavanzo. L’Amministrazione di ciò ne è a conoscenza, viste le inconsulte reazioni, ma credo possa trovare utile rileggerle. Nuove misure integrative individuate possono abbreviare i tempi del riequilibrio. Malgrado il trattamento di dileggio riservatomi, ritengo di offrire ancora un contributo positivo, auspicando che questa volta possano fare di tali argomentazioni un utilizzo appropriato per tentare in extremis di evitare il dissesto. I nuovi amministratori dovrebbero, per prima cosa, convincersi che lo scandalismo messo in atto prima e dopo le elezioni non lede la parte politica su cui hanno inteso lanciar discredito, ma lede molto più il Comune, la loro gestione ed i cittadini che ne pagano i costi. Già nell’ultimo documento inviato alla Corte hanno modificato qualche atteggiamento verso la situazione patrimoniale e contabile della partecipata che gestisce il porto turistico, sarà dura per loro effettuare più di qualche dietrofront, evitare la demagogica faziosità e sostenere lealmente l’impegno per il riequilibrio. Mettendo da parte la deleteria arroganza, tentino con determinazione di porre rimedio alle situazioni pregresse ed ai recenti errori procedurali. Se il tentativo risulterà tardivo, abbiano la lealtà di assumersi le responsabilità per le scelte ultime che competevano a loro. Ai fans ultrà, vicini e lontani, potranno sempre raccontare altre storielle, trattandoli per ciò che hanno dimostrato di essere.
Bene. Anzi male. Voglio vedere se anche stavolta “controvoglia” il tanto esperto dott. Marino, dopo la recente nomina ricevuta al porto per “alti meriti” (???), avrà il coraggio di replicare a Pasquale Lubrano.
aspettiamo ansiosi la risposta del “Salvatore Marino”
buon settembre a tutti