Redazione | Dopo la pubblicazione del reportage «Vivara, l’isola che non c’è: viaggio esclusivo…» nel quale raccontavamo bellezze e degrado dell’isolotto negato al pubblico, i proprietari di questi gioiello incastonato tra Procida e Ischia rispondono all’assessore comunale con delega a Vivara Antonio Carannante e al presidente della Riserva naturale Maurizio Marinella che avevano annunciato progetti di fruizione e, nel caso di quest’ultimo, il dissequestro entro un mese.
Dal 1940 a maggio scorso era dell’ospedale
«L’isola di Vivara – scrivono attraverso i loro legali – da sempre di proprietà privata, è stata dal 1940 a maggio di quest’anno nel possesso dell’attuale Fondazione Ospedale Albano Francescano di Procida, che certo non si è distinta per la cura e tanto meno la valorizzazione dell’isola. La fonte di questa situazione era un antico testamento, sul quale è nato un contenzioso giudiziario fin dal 1999, che per il momento – dopo 6 gradi di giudizio, di cui 3 in Corte di Appello e 2 in Cassazione – ha stabilito che i legittimi proprietari dell’isola sono Francesca Diana e Antonio Diana».
«Nessuno può disporre di un bene non suo»
Definita l’attribuzione della proprietà, segue una precisazione: «Se quindi sembrastrano, da un lato, che nessuno – e specialmente gli amministratori comunali -sentano il dovere di confrontarsi con la proprietà, discettando di future destinazioni di Vivara come se fosse cosa loro, dall’altro va chiarito che, se l’Italia è ancora uno Stato di diritto e la sempre invocata Costituzione conta davvero qualcosa, nessuno può disporre di un bene altrui senza il consenso dei legittimi proprietari. Nel nostro caso i signori Diana, nel solco del loro padre, l’avvocatoGiuseppe Diana, che dedicò molti anni di studio a Vivara scrivendo anche un librosulla sua storia e le sue vestigia, sono fermamente decisi ad assicurare, più ancorache le proprie ragioni, un futuro prossimo di rilancio e valorizzazione di Vivara,mettendo fine a decenni di incuria e di sostanziale abbandono. Tutto ciò dialogando con ogni soggetto realmente interessato a partecipare a questo progetto, ma senza accettare imposizioni e condizionamenti di sorta».
«Per una corretta fruibilità»
L’auspicio è che da ora in poi, chi voglia immaginare un futuro per Vivara si confronti «con i suoi proprietari ai quali sta a cuore di vedere l’isola riportata alla dignità e anche ad una civile e corretta fruibilità da parte del pubblico, in forme adeguate e con le opportune tutele».
fonte: corriere del mezzogiorno
Molti anni fa sono stata sull’isola di Vivara
per esplorarne i confini;
non sono addentro alla storia
di quest’affascinante isolotto, che esclude ogni approdo ma, come proprietà privata so che sarebbe espropriato laddove, come bene storico, non fosse mantenuto a dovere !
E’ quindi consigliabile per i legittimi proprietari come,
per gli occasionali visitatori, di mantenere quel decoro e quella manutenzione necessaria ad ogni luogo destinato a patrimonio storico, botanico e paesaggistico dell’isola .