Sebastiano Cultrera | Abbiamo già dato notizia di come il Comune di Procida ha reiterato l’invito ai cittadini a definire le pratiche di condono. E’ stato sottolineato che, purtroppo, questo tema sembra proporsi più per motivi di cassa (anzi di cifre in bilancio, perché ultimamente di cassa ne ha fatto poca) e poco per andare incontro ai cittadini. Tuttavia il rilancio che questa amministrazione fa sull’argomento non può passare in sottordine e, soprattutto, è importante che non divenga oggetto di polemica politica distruttiva.
Per diversi motivi.
L’atteggiamento della Sovrintendenza, con un funzionario che riesce a vivere e, quindi, conoscere il territorio, sembra volto alla valorizzazione attiva dei beni ambientali e paesaggistici, e non ad una posizione di puro divieto, magari dal chiuso di una stanza polverosa. Se corrispondessero, poi, al vero nuove volontà e procedure di snellimento, anche da quelle parti, sarebbe particolarmente opportuno e interessante.
I primi segnali di risveglio del mercato immobiliare fanno ritenere più utile e opportuno mettere in regola i vani per i quali il condono non sarebbe ancora definito. Meglio ancora se viene chiarito (ma dovrebbe essere pubblicizzato meglio) che gli interessi annui sono bassi ed è possibile la rateizzazione.
Il più importante, per me, è di natura politico culturale. Ritengo, infatti, il pragmatismo una componente indispensabile della politica. L’idea che la sinistra radicale (o qualcosa del genere che ci amministra oggi) si sdogani, nella pratica di governo, da posizioni aprioristiche ed ideologiche sull’argomento è un fatto importante. Prevalgono così le tesi riformiste di sempre: quelle che vogliono “riportare in legalità” la maggioranza dei vani abusivi procidani. L’attuale Sindaco, per la verità, non ha mai militato tra i “falchi ambientalisti”, ma da quelle parti alcune posizioni oltranziste sono sembrate culturalmente egemoni.
Se anche il centrodestra o, (come chiamarli?) l’Altra Parte cogliesse una opportunità politica di vedere realizzate alcune battaglie potrebbe, approfittando della contingenza favorevole, riaprirsi un dibattito sulla valorizzazione di tutto il patrimonio urbanistico dell’isola e, in definitiva sul migliore utilizzo possibile del nostro territorio in sintonia con una idea di sviluppo compatibile.
Mandando in soffitta le menate sulla Decrescita Felice.
Voglio dire che le nuove normative (che forse ancora necessitano qualche intervento razionale regionale e statale, e credo che ce ne siano le condizioni), il nuovo e più sereno spirito con cui si affronta il problema, i nuovi segnali di ripresa economica e una ipotizzabile nuova dinamicità del mercato immobiliare, sono il terreno adatto per riaprire un dibattito sulla “madre di tutti i temi” dell’isola. Si può pensare (in maniera serena e strategica) alla mobilità, alla vivibilità, al turismo, allo sviluppo senza avere una idea CHIARA E CONDIVISA circa le dinamiche legate al territorio e all’urbanistica?
L’amministrazione comunale ha quindi, il dovere di alzare il tiro sull’argomento, anche per non ridurre la “pratica” condono a un mero tema corrente di bilancio. Perché la strada del basso profilo (con magari un po’ di senso di colpa nei confronti di qualche duro e puro ambientalista) porta diritto diritto a NON RISOLVERE il problema. Quindi (anche e non solo) a NON incassare i soldi perpetuando, quindi, dei FALSI IN BILANCIO. Ma soprattutto a perdere una possibilità storica per l’isola.
Bisogna alzare il livello di dibattito, di percezione e di sensibilità sul tema. Bisogna altresì che tutta la classe dirigente dell’isola (non solo gli aficionados) sia coinvolta e che tutti si mostrino consapevoli dell’importante momento. La maggioranza, l’opposizione, i tecnici, gli operatori economici, le associazioni, i cittadini devono fare uno sforzo congiunto su questo tema. Accantonando divisioni, vecchie e nuove ruggini.
La posta in gioco è troppo alta per dividersi su questo: ci sarà modo di continuare a farlo su altri temi.