Pasquale Lubrano | Che non vi fosse alcun sostengo né normativo né giurisprudenziale né di prassi sul raccordo tra piano di riequilibrio e piano di riaccertamento dei residui è noto all’Italia intera e l’abbiamo più volte rappresentato. Questa è stata la motivazione per la quale la Corte dei Conti nel febbraio scorso ha emanato delle direttive per mettere in grado i Comuni di ottemperare ai sovrapposti obblighi di legge.
Come avevamo già letto nei giorni scorsi “la Conferenza Stato-Città ed Autonomie Locali, svoltasi il 1 ottobre u.s. presso il Ministero degli Interni, si è occupata proprio degli Enti locali che si trovano nella situazione di “enti in pre-dissesto” (come il Comune di Procida).
L’iniziativa è stata presa con dieci mesi di ritardo rispetto a quella analoga della Corte dei Conti a cui il Parlamento non ritenne di dare una risposta normativa. Speriamo che questa volta si riesca a comprendere la situazione. Nel frattempo bisognava operare con l’unico riferimento disponibile che è, appunto, la direttiva della Corte, organo di controllo su detti Piani.
Ci permettemmo segnalare all’Amministratore tale evenienza nell’interesse del Comune, degli stessi Amministratori, dei cittadini. Non abbiamo formulato né teoremi, né espresse opinioni che non fossero la riproduzione di ciò che indicava la Corte dei Conti.
Non è a mia conoscenza che ex Amministratori abbiano dato interpretazioni distorte alle direttive della Corte. Qualora il riferimento fosse alla mia persona, non ritengo nemmeno opportuno invitare i nostri Amministratori a rileggere quanto da me riportato, né il testo della direttiva di che trattasi. Non sono riusciti ad interpretarne tale testo redatto in lingua italiana (idioma evidentemente difficile per alcuni!) durante questi quattro mesi e ciò desta forti perplessità tra i cittadini. Risulta addirittura inutile ora tentare di far loro comprendere il contenuto a cose fatte. Sarebbe poi un vero peccato far sciupare del tempo prezioso che invece lodevolmente i nostri Amministratori dedicano con somma maestria ai giochini di piazza e ad intasare la rete con selfie, seguiti da reciproci “mi piace”, “condividi” e simili.
Resta nei cittadini qualche interrogativo che i comunicati dell’Amministrazione aggravano di volta in volta. Se la direttiva della Corte è inesistente, se mi sono permesso di segnalare, un “teorema”, una normativa fantasma, come mai l’unica richiesta avanzata dall’Amministrazione alla Corte per evitare il dissesto è quella di essere autorizzati ad applicare quella normativa? E se, come auspico, la Corte autorizza, come pensano di riformulare il piano di riequilibrio se non rispettando i contenuti della stessa direttiva? I comunicati nulla spiegano in merito.
Il pericolo incombente è il dissesto finanziario del Comune.
La nota con cui l’Amministrazione Comunale ha contro-dedotto i rilievi della Corte verso il piano di riequilibrio, a parte la richiesta di autorizzazione a poter attuare in ritardo la direttiva da essa ripudiata, è priva di pregio. Si basa su di una loro presunta diversa credibilità che emergerebbe dal Bilancio di Previsione 2015. C’è da augurarsi, cosa improbabile, che ai magistrati della Corte siano sfuggiti i rilievi mossi dal Revisore contabile sulla probabilità che le Entrate previste si realizzino. A ciò va aggiunto il mantenimento in Entrata per gli stessi importi previsti in passato, malgrado le gare andate deserte, ottenibili dalla vendita delle quote societarie di “Marina di Procida” e degli immobili e che costituiscono i rilievi fondamentali mossi proprio dalla Corte al piano di riequilibrio e a cui andava data risposta ben diversa. Così come è auspicabile che i magistrati contabili non abbiano letto la stampa cittadina sulle vicende amministrative di questi mesi che è difficile immaginare costituiscono un positivo viatico alla “diversa credibilità”.
La proposta fatta dalla Presidenza ANCI contiene l’interessante ipotesi di spalmare gli impegni in 30 anni. Per il Comune di Procida andrebbe benissimo. Peraltro sono in linea con mie pregresse osservazioni.
Infatti, tra le argomentazioni che mi sono permesso di suggerire, inutilmente per mesi, onde scongiurare il dissesto, era di rappresentare alla Corte dei Conti che i debitori privati furono tutti pagati dalla precedente Amministrazioni con mutuo Cassa DD PP ventennale e quindi non ci sono incombenze di azioni giudiziarie (il loro blocco è la sola utilità del dissesto oltre al mutuo per pagare i creditori già effettuato); che i risparmi sulla spesa corrente ed i tagli sul costo del personale per i graduali pensionamenti in atto, nei 30 anni superano di gran lunga gli impegni passivi, siano di 8 come risulta dagli atti o di 22 se si considerano le peggiori evenienze circa gli accantonamenti a garanzia o di 32 milioni di Euro, come i catastrofisti fanno a gara a diffondere arrecando danni al paese, aggiungendoci magari anche i debiti che nasceranno dal loro Bilancio 2015 e quelli successivi. Questo è ciò che ho sostenuto e che gli Amministratori dovevano e, se hanno a cuore veramente il volerlo evitare, dovrebbero rappresentare alla Corte per dimostrare la inutilità del dissesto, anzi che esso peggiorerebbe la situazione debitoria per l’aggiunta dei costi per le indennità da corrispondere ai commissari e vari.
Certo ai nuovi Amministratori potrebbe costare più del dissesto stesso dover ammettere che il riequilibrio avverrebbe con misure adottate dalla precedente Amministrazione e dover smettere lo scandalismo messo in atto da mesi. Al momento, con la nota inviata alla Corte sembrano voler estendere alla stessa la campagna elettorale con quell’improbabile diversa credibilità che si autoattribuiscono.
Riflettano. Prevalga il senso del bene collettivo e non la faziosità, dannosa quanto inutile.
Per questo, ancora una volta, con spirito costruttivo, ho ritenuto di mettere a loro disposizione qualche argomentazione utile a scongiurare la dichiarazione di dissesto sia che vada applicato il contenuto della direttiva della Corte sia che venga accolta la più favorevole proposta dell’ANCI. C’è da confidare che la Corte attenda le eventuali decisioni del Governo, prima di adottare le paventate penalizzanti decisioni in merito al piano di riequilibrio. In tal modo l’Amministrazione potrà aver l’opportunità di rielaborare il piano, dopo l’occasione persa per evitare il dissesto non adottando le direttive della Corte stessa.
Grazie delle precise delucidazioni.
Gianni C.
buona serata a tutti
Caro Pasquale,mi auguro che tu venga ascoltato,anche se i fatti hanno dimostrato finora l’indifferenza del Sindaco ad ascoltare gli altri.
Sono scettico,ma sara’ un piacere ricredermi,ciao.
Se la prendono tanto, fatto sta che la situazione che ha provocato tutto il problema l’ hanno provocata loro e solo loro!! ( quelli che hanno governato l’ isola per 20 anni) allora lasciate fare il lavoro a quelli che hanno vinto le votazioni e avete almeno la decenza di stare zitti dopo tutto il casino che avete combinato……..