Sebastiano Cultrera | Mi sono ripromesso di non scrivere la mia opinione sulla nuova amministrazione prima che sia compiuto almeno un anno di lavoro. Rimango di questa idea. Un cambiamento che si propone come “epocale” e “radicale” del governo dell’isola abbisogna di un po’ tempo per mostrare la direzione di marcia. Adesso, infatti, sui temi decisivi, non si capisce molto. Non si capisce, in primo luogo, quale Politica si voglia mettere in campo. O, almeno, non lo capisco io.
Per spiegarmi provo a fare un esempio: sulla privatizzazione del Porto di Marina Grande, qual è la strategia da seguire? Si vende o non si vende? Se si vende PER FORZA (per colpa di quegli altri di prima che hanno fatto i debiti) si dimostra di avere abdicato ad un ruolo o si erano fatte previsione che non tenevano conto della Realtà. Se, invece, si vende PER SCELTA (anche se contingente e pragmatica) si dovrebbe attrezzarsi alle conseguenze. Per esempio, in questo caso, forse, servivano rappresentanti individuati per le capacità di transazione, tecnico finanziarie, e non imprenditoriale: chessò un esperto in cessioni aziendali o roba del genere. Servirebbe spiegare con TRASPARENZA ai procidani, che la scelta è quella lì e basta. E ridefinire il ruolo del Comune come controllo strategico, in raccordo con il concessionario (cioè la Regione) con una politica del Turismo e della Nautica che sappia indirizzare gli imprenditori del settore. Continuo a fare l’esempio del Porto e dico che, inoltre, il passato è passato e l’amministrazione deve essere pronta ad assumersi la responsabilità dei propri atti, anche se frutto di scelte contingenti. Sembra invece che sulla vicenda (e non solo su quella) prevalga un atteggiamento del tipo NOI NON VOGLIAMO VENDERE e quindi nominiamo i nostri manager per gestire la nostra parte, poi sappiamo che SAREMO COSTRETTI A VENDERE (come abbiamo promesso alla Corte dei Conti) ma lo facciamo a MALINCUORE perché, se non era per i debiti, AVREMMO ACQUISTATO anche la quota privata e avremmo fatto grandi cose (COME? QUANDO? PERCHE’?).
Non è l’unico VORREI MA NON POSSO, si ripete anche in tanti campi, e il NON POSSO, naturalmente, è derivante dai debiti del PASSATO. Non voglio entrare nel merito della vicenda dei conti anche perché non ho le capacità per competere con i giganti dell’economia che, di recente, questionano sull’isola su quel tema. Voglio proporre solo una questione di opportunità: a che serve ricordare ad ogni piè sospinto che quelli del PASSATO hanno male amministrato? I cittadini di Procida hanno già dato il loro responso il 31 maggio! Chi, come me, è convinto che il popolo democratico va sempre rispettato, non ha dubbi sul significato di quella bocciatura. E sulla grande apertura di credito verso il nuovo, verso il cambiamento. Il cambiamento funziona, però, solo se si persegue con efficienza e determinazione, ma in modo INCLUSIVO, cercando di coinvolgere, nei fatti, il maggior numero possibile di cittadini.
La narrazione corretta della fase di transizione non può essere quella del NUOVO BENE che prevale sul MALE del passato; ma deve recepire il significato del giudizio popolare, l’elezione, come un MOMENTO CATARTICO dove si realizza la coscienza di una Procida Nuova. Per tutti. Vincitori e sconfitti, tifosi dell’una e dell’altra parte.
La divisione (quasi antropologica) tra cittadini, in fazioni cristallizzate è dannosa, in tempi di pace elettorale. La mobilità delle idee ed il loro rispetto deve essere assicurata. Il clima da Guelfi e Ghibellini non giova a nessuno, alla fine. Ma sicuramente non giova alla governabilità. E accende dispute di ogni tipo. Con ogni mezzo. La “disintermediazione” dei messaggi operata dal Sindaco e dall’amministrazione mostra, tuttavia, una inadeguatezza se rimane isolata. Conserva una forte genuinità ma difficilmente riesce ad essere momento unificante: forse nella foga di chiarire in prima persona ogni piccolo atto contestato, perde il ruolo di messaggio-guida autorevole della comunità intera e corre il rischio di rimanere funzionale al recinto dei propri “tifosi”. Per esempio l’idea di una conferenza stampa senza stampa e solo coi tifosi (quella dei 100 giorni) non è un errore tecnico: è un errore di prospettiva. La comunicazione diretta è perfetta per evitare distorsioni del messaggio, ma, in nessun caso e a nessun livello, è sostitutiva di una opportuna e più ampia strategia di comunicazione.
Anche le “ingenuità” amministrative possono essere messe nel conto, e addirittura essere comprese con affetto, se le si propongono adeguatamente. Possiamo, in sincerità, dire che questo è il caso? Insomma lo stile di approccio alle cose e la comunicazione esterna dell’attività amministrativa lascia qualche perplessità. Rimango, tuttavia, in attesa della maturazione di atti e fatti concreti che potranno realizzarsi nei prossimi mesi o anni per scrivere circa una valutazione politica più completa dell’attività amministrativa. Voglio solo riproporre con forza l’idea che possano e debbano sopravvivere, anche e soprattutto nelle fasi concitate, le idee di alcuni cittadini NON Guelfi e NON Ghibellini (o tiepidi tifosi) che guardano alla sostanza delle cose e si attendono il meglio per la propria isola. Continuando, secondo i propri mezzi e la propria visione, e con il giusto spirito critico, a fare proposte.
Caro Sebastiano condivido a 1000×1000 il tuo pensiero, è quello che ho sempre pensato anch’io. Resto dell’opinione che nell’attuale difficile momento alcuni personaggi non siano all’altezza della situazione. Non vedo all’orizzonte,purtroppo,nessun cavaliere bianco che arriva a risolvere la situazione.
1. Porto commerciale: Prima di tutto la vicenda continua a essere uno strano caso che puzza di imbroglio probabilmente politico e quindi e chiaro che la faccenda va presa lentamente. Sopratutto per chiarire per onesta verso i procidani come si e arrivato a questo punto!!! (porto dato in regalo a un soggetto con relazioni politiche ingarbugliate, e quindi forse ancheriuscire a scoprire come e chi ne ha tratto vantaggio da una storia cosi poco chiara…..).
Per quanto riguarda la Vendita o non, siamo anche li in zona difficile visto che la contabilita del porto turistico non e affatto cosa chiara, e stranamente mentre tutti i porti fanno soldi, quello di procida e in perdita soprattutto per fare pagare ogni anno un bella somma al comune di procida. Quindi anche qui ci sta una bella storia con cui andare forse anche in tribunale visto che la gestione del proprietario maggioritario non e affatto al di sopra di ogni sospetto…….. e tra l’ altro anche in vista di una vendita delle quote di un porto che e in perdita che di solito non e un grande affare!!!!!! Quindi piano piano e meglio chiarire , scoprire e vedere di risolvere queste tante ombre e zone buie prima di passare al prossimo passo …………………….
Ma forse Cultrera con le sue conoscenze, queste cose le dovrebbe sapere e vuole che sia venduto tutto subito cosi la storia non sara mai chiarita……
Non è difficile reperire scritti e testimonianze circa la mia posizione sul Porto Turistico, negli anni. Sul porto commerciale non è aperta nessuna questione ( ma deve essere stato un refuso dell’ottimo Di Marco).
Alla luce del sole e in tutte le mie interlocuzioni , pubbliche e private ho sempre , infatti sostenuto che il Porto Turistico DALL’INIZIO doveva essere affidato solo ed esclusivamente a PRIVATI: Ero , e sono, contrario alla partecipazione del Comune nella Società, come quella di altri soggetti pubblici. Tutto il resto è noia o fuffa, per non entrare veramente nel problema . Che si presenta OGGI. E’ inutile parlare di ieri. Cmq comunico all’ineffabile Di Marco ( che mi piacerebbe incontrare di persona) che ci sono in azione dei pericolosi “affossatori” della vicenda, se è vero che chi vuole vendere e chi difende il futuro ( anche privato) del porto è un affossatore dei guai del passato. C’è in atto una “torbida” iniziativa atta a dimostrare che il Porto Turistico vive un periodo di gestione buona ed attiva e, quindi, il valore della IMMINENTE vendita a privati è congruo. Si informi chi dice , in atti ufficiali, queste cose, e poi parliamo…
La chiudo qui, anche perchè l’argomento Porto voleva essere un esempio di uno stile di approccio ai temi amministrativi.