Redazione | “Quando si arriva via mare, si mette una prospettiva diversa sulle cose. E cosa meglio di una barca per parlare del nostro rapporto con il mare? I luoghi altamente simbolici scelti per le fasi della spedizione sono piccole isole e le città: due realtà opposte, sul Mediterraneo”
Wake-Odyssée è anche questo: un catamarano al femminile un luogo di ricerca permanente, un non luogo che diventa la sede di una avventura, che si evolve in Disciplina. L’equipaggio si è fermato per una tre giorni procidana ad alto interesse, incontrando cittadini e il mondo della scuola. Sono stati accolti dal vice sindaco Titta Lubrano e dal delegato alla risorsa mare Barti Scotto di Perta.
La maestra Maria Iovine racconta la sua esperienza: “una esperienza bellissima, gestita bene nonostante la pioggia, la visita al catamarano proveniente dalla Francia con un equipaggio tutto al femminile. I bambini hanno disegnato e colorato una vela che esprimesse tutto il loro amore per il mare…bravi i nostri pargoli, che hanno affrontato la pioggia ridendo e partecipando attivamente “
“La scelta di una barca a vela – ha detto la coordinatrice del progetto – un catamarano, questo lento mezzo di trasporto, consente di guardare, pensare, risponde a questa preoccupazione centrale per consentire lo scambio di esperienze scientifiche, umani e culturali”.
Infondo l’ ‘obiettivo di Wake-Odyssée è quello di condividere le conoscenze, le scoperte ed esperienze e coinvolgere gli abitanti delle sponde del Mediterraneo a riflettere e ripensare il loro rapporto con il mare, ed in particolare su temi di conservazione ambientale.
Le donne stanno
impossessandosi d’ogni
spazio vitale riservato
per tradizione millenaria all’uomo e,
lo stanno facendo in
riservato riserbo,
adeguandosi elegantemente
e senza strepiti
ai nuovi parametri
non più solo domestici.
Equipaggi ai quali sento
di augurare viaggi avventurosi non che eccellenti !