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ISOLE MINORI: LA NECESSITA’ DI CONTARE. SUPERARE L’EMARGINAZIONE IMPOSTA DALL’INSULARITA’

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Nov 14, 2015

Redazione | Da anni le  isole minori attendono un provvedimento che affronti in modo organico i loro problemi. Nella precedente legislatura, la 13ª Commissione permanente del Senato aveva elaborato un testo che  però non è mai arrivato a conclusione del suo iter, lasciando i 220.000 abitanti interessati ancora in attesa di soluzioni adeguate alle loro necessità.

Proprio in questi giorni invece è stato presentato in Senato un disegno di legge sulle Isole minori (ddl 828), dall’Associazione nazionale Comuni Isole Minori (ANCIM), di cui Procida fa parte e che il Sindaco ha delegato l’Assessore Rossella Lauro nel seguire le attività e iniziative.  L’impegno della Nuova Amministrazione è affine all’ANCIM con cui il Comune di Procida collabora da anni e con cui sono in essere una serie di proposte per migliorare Procida e tutte le isole minori. Come ha evidenziato il Presidente dell’ANCIM Corongiu di fronte all’assemblea, “l’esigenza è di avere una specifica legge per i 36 Comuni isolani, corredata da un fondo specifico pluriennale per l’attuazione del DUPIM”,  lo strumento di programmazione degli interventi da realizzare nel territorio delle isole minori.

L’attuale proposta di legge è frutto di una progettazione integrata tra le isole, la cui sfida è sempre stata, fin dalla nascita dell’associazione nel 1986, quella di superare l’emarginazione imposta dall’insularità.

Novità assoluta è che il  provvedimento è stato studiato e codeciso con le rappresentanze dei territori verso cui è diretto (“dal territorio per il territorio”), attraverso un lungo lavoro di ascolto e di disamina dei contributi da parte di forze economiche e culturali, delle istituzioni locali. Muovendo dalle criticità e sulla  base della similitudine delle problematiche tra le isole  minori, si è cercato di trovare soluzioni mirate ed adeguate. Nel ddl presentato sono in questione alcuni diritti essenziali costituzionalmente garantiti, quali l’istruzione, la salute e la libertà di circolazione, che richiedono soluzioni specifiche. Vengono affrontati problemi quali lo smaltimento dei rifiuti, il rifornimento idrico e dei beni di prima necessità, l’amministrazione della giustizia, il radicamento delle attività imprenditoriali, lo sviluppo di settori quali l’agricoltura e la pesca, che per via dell’isolamento, diventano più complessi e soprattutto più onerosi finanziariamente.

Alcune iniziative suggerite:  contenere la tendenza allo spopolamento migliorando la qualità della vita; implementare i servizi di trasporto e le linee aeree e di navigazione per garantire la continuità territoriale; incrementare le fonti energetiche rinnovabili e attivare servizi di telecomunicazioni su banda larga, per la telemedicina, il telelavoro, la teleformazione e l’offerta formativa scolastica; attivare sistemi di smaltimento dei rifiuti in loco favorendo il riciclo; promuovere, in Italia e all’estero, il marchio delle isole minori d’Italia unitamente alle attività tipiche di ciascuna isola. T

utte queste proposte hanno come presupposto la valorizzazione dell’autonomia comunale, unitamente a una maggiore libertà ed autonomia finanziaria, da attuarsi in modo elastico, per non costituire un freno ma una accelerazione dell’attività amministrativa. Per la giustizia l’obiettivo è di ridurre i contenziosi, attraverso forme alternative quali la mediazione. Particolarmente significativo è anche il mutamento dell’azione delle banche per le quali si individua un ruolo più legato al territorio, quindi più vicino all’ente locale, a reale sostegno delle iniziative imprenditoriali. In questo contesto, si intende rafforzare il ruolo del DUPIM, già in vigore e considerato vincente per i risultati raggiunti, e del PIST (progetti integrati di sviluppo territoriale) che costituisce lo strumento operativo della programmazione, il cui compito è  individuare i progetti validi da realizzare con i  finanziamenti pubblici disposti per il DUPIM.

Anche le università potrebbero svolgere un ruolo non solo di maggiore aderenza ai profili di formazione legati al territorio, ma anche di concreta finalizzazione di progetti. In ultimo, l’istituzione di una Conferenza per il Mediterraneo, che mira ad inserire il problema delle isole minori italiane in un quadro complessivo di programmazione e di progetti unitari tra i paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Dunque, toccherà ora al Senato pronunciarsi. Le premesse di un rilancio di questi territori ci sono: le isole minori possono vantare un contesto ambientale, paesaggistico e culturale unico, che può costituire un importante fattore di leva. Specialmente ora che, dopo  anni di sperimentazione,  le isole minori si propongono innovativamente come “Laboratori di isole”, modello di agire comune e in modo integrato.

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